Martini, ovvero la Chiesa che non dice nulla...
Ogni volta che leggo qualcosa del card. Martini ringrazio lo Spirito Santo di aver vegliato instancabile in quei giorni di conclave di un Aprile in cui tutti ci sentivamo un po’ più soli; lo ringrazio di aver albergato nel cuore di quei santi uomini riuniti e di averli illuminati della Sapienza, così da evitare che ci capitasse Papa uno come Martini.
Io e Welby e la morte, l’articolo che l’anziano prelato ha pubblicato domenica sul Sole 24Ore, colpisce non per ciò che dice ma per quello che non dice, come quasi tutte le cose che Martini scrive. Quelle colonne sono piene di vuoto. Un vuoto tanto più drammatico e pericoloso perché proviene da un uomo di Chiesa che sa che quel vuoto verrà riempito da interpretazioni arbitrarie e contraddittorie. In quel vuoto c’è l’assenza di una parola ferma che agganci la dottrina ad una interpretazione chiara, priva di fraintendimenti. In quel vuoto c’è il solito, noioso gioco del sottinteso con cui la Chiesa debole prova a dialogare con il mondo sperando di accattivarsi la sua simpatia. Ma un pastore non deve lasciare spazio ai sottintesi ma rivendicare il valore di un’antropologia cristiana che dovrebbe essere premessa ad ogni riflessione. Il card. Martini se la dimentica spesso come fosse un surplus da omettere. Applica un principio di “finanza creativa” all’etica (tolgo di qua, ometto di là) in modo tale che alla fine il bilancio quadri e lo spirito del tempo dei suoi interlocutori ne esca soddisfatto. È il paradosso sta proprio qui: Martini, nel suo articolo, in realtà non lascia spazio all’eutanasia e non critica la decisione della Curia romana di negare i funerali religiosi a Welby. Eppure l’intero mondo laico e progressista lo interpreta così; interpreta le sue affermazioni come aperture ad un pensiero che non è della Chiesa. E questa ambiguità è il segno di un errore che è profondo e radicato nella cultura cattolica progressista: l’errore di fondare il dialogo sulla necessità di farsi accettare, di farsi piacere a tutti i costi evitando di affermare i punti di partenza di una verità che per un cristiano sono irrinunciabili.
Ma il rischio di questo gioco oggi è grande per questo la Chiesa sta cambiando la sua strategia come ricorda mons. Ravasi: "Viviamo il tempo dell’amoralità. Fino a qualche anno fa l’atteggiamento era: “Seminiamo e qualcosa resterà”. Oggi il seme si disperde, l'operazione che si sta facendo è fendere la nebbia dell’amoralità con luci forti. (...) Non è più tempo soltanto di verità penultime, come l'impegno sociale, ma di annunciare le verità ultime, capitali, decisive e discriminanti: vita e morte, bene e male, giusto e ingiusto, amore e sesso. In questi casi qualche volta anche l'urlato, l'uscita con la punta, per tagliare la mucillagine, è fondamentale. Cosa che non si fa, nemmeno all'interno della Chiesa stessa. Il rischio è sempre che la nebbia ci avvolga”. Già il rischio è quello e il card. Martini è ormai un uomo della nebbia. Le sue parole e i suoi scritti emanano luci opache, toni grigi che si confondono con il mondo, che non orientano.
C’è una parte della Chiesa che ha paura di rompere con lo spirito del tempo; che vuole farsi accettare e amare da tutti; che confonde il dialogo con l’equivoco dei punti di partenza. L’articolo di Martini è emblematico di questa confusione. Martini sa che il suo richiamo all’accanimento terapeutico in riferimento al caso Welby è improprio e ambiguo poiché lo stesso Consiglio Superiore di Sanità, nel parere del 20 dicembre 2006, ha affermato che il trattamento cui Welby era sottoposto non configurava il profilo dell’accanimento terapeutico.
Martini sa che il principio dell’autodeterminazione del paziente in bioetica è un principio ristretto che si limita al consenso consapevole dell’atto medico.
Martini sa che per la Chiesa il confine tra una possibile "limitazione dei trattamenti" e l’abbandono terapeutico è un confine labile (come ha ricordato Ruini nella sua prolusione) e che rischia di legittimare quella cultura necrofila che vuole la morte come unica soluzione alle malattie degenerative e invalidanti. Per questo quell'articolo è uno sbaglio, perché non affronta questi aspetti.
Io e Welby e la morte, l’articolo che l’anziano prelato ha pubblicato domenica sul Sole 24Ore, colpisce non per ciò che dice ma per quello che non dice, come quasi tutte le cose che Martini scrive. Quelle colonne sono piene di vuoto. Un vuoto tanto più drammatico e pericoloso perché proviene da un uomo di Chiesa che sa che quel vuoto verrà riempito da interpretazioni arbitrarie e contraddittorie. In quel vuoto c’è l’assenza di una parola ferma che agganci la dottrina ad una interpretazione chiara, priva di fraintendimenti. In quel vuoto c’è il solito, noioso gioco del sottinteso con cui la Chiesa debole prova a dialogare con il mondo sperando di accattivarsi la sua simpatia. Ma un pastore non deve lasciare spazio ai sottintesi ma rivendicare il valore di un’antropologia cristiana che dovrebbe essere premessa ad ogni riflessione. Il card. Martini se la dimentica spesso come fosse un surplus da omettere. Applica un principio di “finanza creativa” all’etica (tolgo di qua, ometto di là) in modo tale che alla fine il bilancio quadri e lo spirito del tempo dei suoi interlocutori ne esca soddisfatto. È il paradosso sta proprio qui: Martini, nel suo articolo, in realtà non lascia spazio all’eutanasia e non critica la decisione della Curia romana di negare i funerali religiosi a Welby. Eppure l’intero mondo laico e progressista lo interpreta così; interpreta le sue affermazioni come aperture ad un pensiero che non è della Chiesa. E questa ambiguità è il segno di un errore che è profondo e radicato nella cultura cattolica progressista: l’errore di fondare il dialogo sulla necessità di farsi accettare, di farsi piacere a tutti i costi evitando di affermare i punti di partenza di una verità che per un cristiano sono irrinunciabili.
Ma il rischio di questo gioco oggi è grande per questo la Chiesa sta cambiando la sua strategia come ricorda mons. Ravasi: "Viviamo il tempo dell’amoralità. Fino a qualche anno fa l’atteggiamento era: “Seminiamo e qualcosa resterà”. Oggi il seme si disperde, l'operazione che si sta facendo è fendere la nebbia dell’amoralità con luci forti. (...) Non è più tempo soltanto di verità penultime, come l'impegno sociale, ma di annunciare le verità ultime, capitali, decisive e discriminanti: vita e morte, bene e male, giusto e ingiusto, amore e sesso. In questi casi qualche volta anche l'urlato, l'uscita con la punta, per tagliare la mucillagine, è fondamentale. Cosa che non si fa, nemmeno all'interno della Chiesa stessa. Il rischio è sempre che la nebbia ci avvolga”. Già il rischio è quello e il card. Martini è ormai un uomo della nebbia. Le sue parole e i suoi scritti emanano luci opache, toni grigi che si confondono con il mondo, che non orientano.
C’è una parte della Chiesa che ha paura di rompere con lo spirito del tempo; che vuole farsi accettare e amare da tutti; che confonde il dialogo con l’equivoco dei punti di partenza. L’articolo di Martini è emblematico di questa confusione. Martini sa che il suo richiamo all’accanimento terapeutico in riferimento al caso Welby è improprio e ambiguo poiché lo stesso Consiglio Superiore di Sanità, nel parere del 20 dicembre 2006, ha affermato che il trattamento cui Welby era sottoposto non configurava il profilo dell’accanimento terapeutico.
Martini sa che il principio dell’autodeterminazione del paziente in bioetica è un principio ristretto che si limita al consenso consapevole dell’atto medico.
Martini sa che per la Chiesa il confine tra una possibile "limitazione dei trattamenti" e l’abbandono terapeutico è un confine labile (come ha ricordato Ruini nella sua prolusione) e che rischia di legittimare quella cultura necrofila che vuole la morte come unica soluzione alle malattie degenerative e invalidanti. Per questo quell'articolo è uno sbaglio, perché non affronta questi aspetti.
La Chiesa progressista, quella di Martini e di Tettamanzi, quella dei focolarini e della comunità di S.Egidio, quella dei boy scouts con le bandierine arcobaleno e dei teo-dem che mescolano "parrhesia" e ignoranza, è la Chiesa che non vuole capire che per un credente i dilemmi etici non sono incidenti di percorso ma sono il limite e la misura che danno valore alla domanda di senso. Per la cultura laica, definita tra libero arbitrio e progressismo scientifico, il dubbio etico spesso è solo un rallentamento, un inutile ostacolo che la libertà individuale deve provvedere a rimuovere. Lo scientismo (non la scienza ma l’ideologia della scienza) è dogmatico come la religione; si basa anch’esso su un antropologia di partenza che però è esattamente l’opposto di quella cristiana.
La Chiesa di Martini è la Chiesa che piace molto agli intellettuali, ai salotti del capitalismo laico e a quelli radical chic; ma è anche la Chiesa che non piace al popolo di Dio che forse, dai suoi pastori, non si aspetta la nebbia… ma qualche luce forte. Gorge Weigel nel suo libro su Benedetto XVI, ricorda i funerali di Don Giussani a Milano, il 22 febbraio 2005. Giovanni Paolo II volle che fosse Joseph Ratzinger a celebrarli. L’omelia di Ratzinger cominciò così: “Don Giussani era cresciuto in una casa povera di pane, ma riccca di musica e così fin dall’inizio fu toccato, anzi ferito, dal desiderio di bellezza (…) e così trovò Cristo”. L’omelia di Ratzinger durò 20 minuti e alla fine fu accolta da “un’intensa standig ovation” di migliaia e migliaia di ragazzi, ragazze, uomini e donne. Poi finita la messa “il cardinale Tettamanzi si alzò per pronunciare alcune parole di commiato e quando finì ci fu silenzio nel duomo”. Il freddo “pastore tedesco” aveva entusiasmato la folla; il cardinale progressista e benvoluto dagli intellettuali laici, l’aveva lasciata indifferente. Una Chiesa che parla senza dire nulla e in quel nulla lascia spazio a tutto, sarebbe meglio stesse in silenzio.
Giacomo Biffi, uno di quei cardinali che non scrive sul Il Sole 24Ore né su Repubblica e che non gli importa di piacere al mondo, ha pubblicato un libro straordinario: “Contro Maestro Ciliegia”, una lettura teologica della favola di Pinocchio carica di umorismo e di ironia. Biffi ricorda che il cristiano, come Pinocchio, è un “disadattato del mondo” e che la Chiesa, come la fata turchina, è una realtà “inaudita” perché “la più viva preoccupazione della Chiesa non deve essere quella di rendersi più credibile – cioè più conforme alla mentalità e alle attese degli uomini- ma al contrario di mantenersi «incredibile», perché solo così può essere riconosciuta come Chiesa e suscitare la fede”.
Chissà se il cardinale Martini ha mai letto la favola di Pinocchio…
Giacomo Biffi, uno di quei cardinali che non scrive sul Il Sole 24Ore né su Repubblica e che non gli importa di piacere al mondo, ha pubblicato un libro straordinario: “Contro Maestro Ciliegia”, una lettura teologica della favola di Pinocchio carica di umorismo e di ironia. Biffi ricorda che il cristiano, come Pinocchio, è un “disadattato del mondo” e che la Chiesa, come la fata turchina, è una realtà “inaudita” perché “la più viva preoccupazione della Chiesa non deve essere quella di rendersi più credibile – cioè più conforme alla mentalità e alle attese degli uomini- ma al contrario di mantenersi «incredibile», perché solo così può essere riconosciuta come Chiesa e suscitare la fede”.
Chissà se il cardinale Martini ha mai letto la favola di Pinocchio…
update: il commento migliore all'articolo del card. Martini l'ho trovato qui, in 3 righe
Etichette: cose di chiesa
43 Comments:
Il tuo commento, diciamo da vaticanista, conferma il mio sentimento di compiacimento una volta conosciuto il divieto episcopale al funerale cattolico di Welby...solo politica, solo squallida, volgare, bassa, mera, materiale politica...da Nicea a oggi...Celso docet.
Che posso dire? Niente se non stringerti "virtualmente" la mano e sorriderti. Clamoroso post. Complimenti davvero.
P.s E te lo dice uno che al funerale di Giussani c'era ed ha applaudito il Santo Padre.
Mah...Concordo in poche cose...Senz'altro,come ho più volte sostenuto, il caso di Welby non configurava certo l'accanimento terapeutico, quindi Martini sbaglia senz'altro, quando sostiene questa ipotesi. Indubbiamente la fede è questione 'incredibile', questa è la sua forza e, secondo me, la sua debolezza...Quello che piano piano le sta scavando la fossa (delle vocazioni, del consenso ed anche di una certa 'carità',che la rendeva interessante anche agli occhi di chi non la condivide). Quello che piano piano sta spingendo il cattolicesimo (e non il cristianesimo tout court) nelle braccia di coloro che apprezzano la sua vocazione integralista (da contrapporre ad altre vocazioni integraliste...) alla Ruini...Non entro in questioni 'vaticaniste' (non ho nè competenza nè interesse) ma per me Martini e Ruini pari sono...E' comunque interessante questa spaccatura (ed anche vedere gli schieramenti in campo...)
Ciao Anarca!
tranquilla dolce inyqua... quando l'incredibile scomparirà e tutto sarà credibile, chiuderemo questo blog e ci ritireremo nel deserto a cercare lì le tentazioni... perché a quel punto il mondo non avrà più nulla da dirci.
Crisi di consenso nella Chiesa?... strano per una come te che grida sempre all'ingerenza clericale.
La forza della Chiesa non si conta nei numeri. 12 Apostoli cambiarono il mondo annunciando uno scandalo e una stoltezza e tu ti preoccupi di qualche vocazione in meno?
Spaccatura? Schieramenti? Ehi stai parlando della Chiesa di Roma mica del Partito Democratico...
un abbraccio.
Chris, ricambio la stretta di mano...
Corto, a me vaticanista? Lascia stare Celso che paragonava Cristo a un asino... più simile a Capezzone che a Marco Aurelio.
"non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi, rinnovando la vostra mente"(Rm 12,2): chissà se i catto-progressisti hanno letto almeno S.Paolo.
Complimenti per il post.
Carlitos
ehi, ma hai scritto un post "incredibile"! Pure i commenti sono bellissimi: "quando l'incredibile scomparirà e tutto sarà credibile, chiuderemo questo blog e ci ritireremo nel deserto a cercare lì le tentazioni... perché a quel punto il mondo non avrà più nulla da dirci". E come lo sceriffo Bell (NON E' UN PAESE PER VECCHI di Cormac McCarthy )anch'io chiuderò a quel punto il mio sorvegliato speciale e mi stenderò vicino a te nel deserto ad osservare il nulla del mondo. Niente di interessante se tutto deve essere credibile per essere vero.
Ebbene...Mi tocca dover copiare (con link) un tuo post per la seconda volta in una sola settimana. Non me ne volere.
Sorvy
"Indubbiamente la fede è questione 'incredibile', questa è la sua forza e, secondo me, la sua debolezza...".
Dici bene, dolcissima Inyqua. Noi, che per le strade di Sestri ci siamo tenuti a braccetto sapendo di avere null'altro in comune se non la reciproca simpatia, questa volta (per la prima volta) ti devo dare ragione. Ma questo concetto sulla forza e sulla debolezza dell'incredibile evento di un Dio fatto uomo è proprio una cosa "incredibilmente" vera. Dio ha scelto, fra tutte, la strada più incredibile e pure la più fragile (una puzzolente stalla, una sanguinante croce...). Deve amarci veramente tanto per volerci così LIBERI. Eppure stupiscono i duemila anni di forza di questa DEBOLEZZA. Sulle statistiche della Chiesa...neanche a me entusiasmano. Fossimo in 12 come all'inizio nulla diminuirebbe quell'incredibile verità.
IL SORVEGLIATO SPECIALE (blog)
Vorrei poterlo aver scritto io un simile post.
Complimenti, condivido in pieno!
Caro Anarca, la crisi delle vocazioni (dico delle vocazioni all'abito talare) e l'ingerenza della Chiesa nelle normali vicende politiche (sulle quali io non strepito mai, al massimo sollevo un sopracciglio con perplessità...)hanno ben poco a che vedere: si può ingerire anche con un manipolo di pochi 'attaccanti', magari situati in posti di visibilità eccelsa (e quale posizione è migliore del trono di Pietro?). La spaccatura nella Chiesa (e non fra i fedeli, ma fra le gerarchie, che è cosa diversa...) è sotto gli occhi di tutti..Anche solo la divertentissima (per me) distinzione fra cattolici di 'pensiero debole' e di 'pensiero forte' ne è esemplificazione acconcia (sarà perchè un pensiero per me non è mai o debole o forte...)
Sorvy: l'incredibile di cui tu e l'anarca parlate richiede la fede. La fede nell'incredibile ad alcuni (tra cui la sottoscritta) appare solo patetica, anche se la rispetto e mai le negherei il diritto di cittadinanza nel mondo del pensiero (insomma non mi perderei nell'etichetta di 'ista' solo per diffamarla...). Io chiedo solo analogo rispetto per chi la fede non solo non ce l'ha, ma la ritiene superflua. Altro e più complesso discorso sarebbe quello della spiritualità, di cui tantissimi senza fede sono dotati comunque...(la sottoscritta, ricordo, si avvicinò alla Destra da adolescente perchè, invece di andare in discoteca,leggeva Guénon ed aspettava il Regno dell' Anticristo....:-))))
L'abbiamo scampata davvero bella anche se in verità non c'era alcun rischio perché lo ... Spirito Santo non va mai in vacanza. Vivissimi complimenti!
Martini??? There's a party!
nulla di più, nulla di meno...
-Luca
Ancora una volta sei bravissimo e centri in modo estremamente esaustivo il fatto e il problema che ne consegue. Io cattolico non adulto che ha nella fede il proprio punto di riferimento e vive nella cetezza di un mistero meraviglioso ti ringrazio.
ErmannoDiSalza
A volte credo che certi cardinali, più che puntare all'unità, si divertano a gettare zizzania fra i credenti. Questo non è anche uno degli obiettivi dei radicali? ...uhmm...che siano al soldo di Pannella?!?;)
Ciao grande come sempre!!
p.s. c'ero anch'io ai funerali del Gius
Carlitos grazie del contributo.
Sorvy, onorato dei tuoi link.
Inyqua, non ti rispondo più da quando ho saputo che te ne vai per le strade di Sestri a braccetto con Sorvy...
Zamax, lo Spirito santo non va in vacanza ma se ci andasse qualche cardinale non sarebbe male.
Bentrovato Ermanno, vivere nella "certezza di un mistero" potrebbe sembrare un ossimoro ma chi accetta il mistero sa che non lo è...
Peste, che dire, ogni tanto ti riaffacci e sei sempre la benvenuta.
Beh, avrai notato anche questo:
http://archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2007/01/co_9_070124066.xml
Martini parla sottovoce e usa il pensiero debole perchè quando si parla del mistero di Dio e dell'uomo, della vita e della morte è così che si deve fare.
Dio ha dotato l'uomo (non tutti a quanto pare) di cervello e di coscienza e l'ha chiamato ad usarli.
L'autore di questo articolo e tanti altri IMMATURI hanno bisogno di un pensiero forte, sicuro, indiscutibile, di ordini da eseguire, di nemici da combattere, vedono solo il bianco e il nero, il bene e il male, gli stati canaglia, i demoni.
Il cristiano con la fede MATURA coglie la delicatezza e la complessità di queste questioni e lascia le porte aperte e valuta razionalmente le cose compresi i dubbi.
Per gli IMMATURI ed INSICURI questo non è possibile, hanno bisogno del pastore tedesco di turno che li guidi, loro non sono in grado di valutare.
Che dire? Sono contenta di essere immatura! A tal proposito, mi viene in mente...se non diventerete come bambini non entrerete mai...;)
Ma chi è Prodi, il cattolico adulto, l'autore del commento qui sopra?:))
Non capisco bene cosa c'entrino gli "stati canaglia" con la questione... ma vabbè facciamo lo stesso; a volte a parlare troppo sottovoce si fa un po' di confusione.
Per la cronaca: il card. Martini non parla sottovoce, scrive un articolo sul quotidiano di Confindustria che non è proprio come sussurrare in un orecchio. Ora, fosse un intellettuale, un politico, un libero pensatore... va bene. Ma il card. Martini è appunto un cardinale... cosa leggermente diversa ed è strano che a una persona così MATURA sfugga.
L'ultima cosa: noi IMMATURI sopportiamo tutto; anche che si critichi quello che scriviamo offendendoci, senza però portare un solo argomento contro... ma quando si inaugura un ragionamento con questa scemenza: "Martini (...) usa il pensiero debole perchè quando si parla del mistero di Dio e dell'uomo, della vita e della morte è così che si deve fare"... beh allora temiamo che il cristiano di fede MATURA non avrà bisogno di demoni, nemici, ordini da eseguire bla bla bla... ma di una buona lezione di catechismo si.
Anch'io avrei voluto scrivere un post così... Ma non sono capace, accidenti! Bravo Bravissimo anarca. Slurp
Anch'io avrei voluto scrivere un post così... E infatti l'ho scritto, accidenti! Sono Bravo Bravissimo. Tiè
Complimenti Venator!
E' proprio vero: lo Spirito soffia dove vuole!
Hai ragione Magisamica. Il tuo commento mi spiazza e molto. Il problema è che se si giudica, si giudica sempre secondo i propri gusti e le proprie sensibilità. E' inevitabile. Allora sarebbe meglio non giudicare. Ma l'assenza di giudizio è spesso un tranello per l'amore.
Non si fraintenta:
ciò che si giudica qui è l'insegnamento non le persone.
E il giudizio sull'insegnamento è di vitale importanza per il cristiano, affinchè possa discernere il bene e il male.
Bellissimo, lucido post. L'ho stampato per poterlo leggere con calma, merita davvero.
'La forza della Chiesa non si conta nei numeri. '
Quando però c'è da difendere i finanziamenti o il cricifisso nei luoghi pubblici i numeri vengono sempre citati...
Anonimo polemico
Mi dispiace molto che siano state fraintese le parole del Card. Martini e che ci sia una mentalità così chiusa e bigotta nella Chiesa di Cristo: se fosse vissuto oggi Cristo, avrebbe rifiutato i funerali religiosi al signo Welby? Non credo proprio ... Proviamo a prendere in mano la Parola di Dio e lasciamoci provocare dalla Parola ... forse i nostri interventi saranno segnati più dal rispetto e dalla capacità di capire il pensiero dell'altro. Mi fermo qui, ma prego il Signore che illumini con la sua sapienza coloro che svolgono nella Chiesa e nella società un "ruolo" pubblico (civile o religioso che sia) e che sono chiamati a prendere decisioni.
O siamo noi che abbiamo frainteso il card. Martini o e' stato il card. Martini a fraintendere la realta'. Preghiamo insieme il Signore di sciogliere i fraintendimenti e di illuminare di sapienza i nostri pastori... magari convincendoli a non scrivere scemenze su Il Sole 24 Ore.
SABATO 10 MARZO IN PIAZZA FARNESE a Roma
MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER DARE LA SVEGLIA ALLA CLASSE POLITICA
APPELLO: ADERIRE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DIRITTI ORA!
Alle DONNE e agli UOMINI di questo paese così bello e così poco libero.
A chi crede che tutti gli esseri umani nascono uguali in DIGNITÀ.
A chi ha a cuore la COSTITUZIONE italiana che riconosce DIRITTI e non li vieta a nessuno.
A tutte e tutti diamo appuntamento per una grande e festosa manifestazione per la LAICITA’ e le LIBERTÀ.
A Roma il 10 Marzo 2007 alle ore 15,00 Piazza Farnese
Per una legge sulle UNIONI CIVILI che riconosca il valore sociale dell'AMORE, eterosessuale ed omosessuale.
Per una stagione di riforme fondate sulla libertà e la RESPONSABILITÀ di donne e uomini.
Un futuro di PACE passa per la valorizzazione dei diritti delle persone e il riconoscimento che la PLURALITÀ è una formidabile ricchezza.
Diamo la SVEGLIA alla classe politica. Il tempo dei diritti è ORA.
Per per ogni informazione chiamare l' 800-713 713
Mi ritrovo citato a margine di uno splendido post.
Grazie.
non leggo i commento al post perchè sono pigro, quindi non prendertela a male se ripeto cose già dette.
Tu gioisci, ma conosco altrettanti cattolici che hanno pianto (di rabbia) il giorno della elezione al soglio di J.R.
Un Papa che è così risoluto e conservatore che rimarrà con le sue "minoranze vitali". Un papa che anche se Messori nega, si allea politicamente con i neocon e i cristianisti, i peggiori alleati della storia perchè interessati alla regigione solo come grimaldello politico.
se sei contento tu, io non posso fare altro che fare spallucce.
Non intendo essere offensivo comunque.
Cape, io non gioisco... ringrazio lo Spirito Santo per la scelta... è lui il Grande elettore.
Se qualche tuo amico cattolico ha pianto di rabbia per la salita al Soglio pontificio di Benedetto XVI... beh consiglia un ripasso di catechismo... deve avere le idee un po' confuse come Rosy Bindi. ;-)
Ma si certo lo spirito santo, notoriamente composto dalla maggioranza di 2/3 dei cardinali sufficienti ad eleggerlo. Anto
... pensa anto. Un governo che dura da 2.000 anni senza senatori a vita. E tu dici che non c'entra lo Spirito Santo?
Scusa se ripasso ma dimenticavo questa: Le fumate nere queste sconosciute... non sapevo ci fosse un limite entro il quale deve rieleggere il conclave. Sempre che si parli dell'elezione del pontefice e non dei santi decreti come chessò abolire il limbo, riabilitare Galileo. Scherzo dai. Anto
Il post è meraviglioso. Non conosco bene il cardinal Martini, non so quali siano le sue posizioni però posso confermare che il resto è tutto vero. E' vero il discorso della Chiesa che piace agli intellettuali, è vero il discorso sullo scientismo. Sai intrpretare i segni dei tempi ed esprimerti in modo chiaro e appassionante.
Non è più tempo di realtà penultime.
Martini aveva i voti per diventare Papa. E' lui che ha rifiutato facendo votare per Ratzinger e scongiurando l'ascesa di Ruini. Lo spirito santo non c'entra nulla!
quello che stavo cercando, grazie
Perche non:)
Si, probabilmente lo e
necessita di verificare:)
quello che stavo cercando, grazie
molto intiresno, grazie
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