la strage di Erba e il mio demone...
Lo sapevo che sarebbe andata così. Che è troppo facile star lì a teorizzare, a giocare con il pensiero, a citare Dostoevskji immaginandosi tra Caino e Abele…ché poi alla fine la realtà ti dà uno schiaffone e ti sveglia.
"È vero, ci pensavamo da tanto tempo. Non ne potevamo più da anni di quelli lì, non si poteva andare avanti. Siamo stati noi"...
Ora lo so che è tutto surreale. Come un quadro di Max Ernst. Visioni terrifiche, controsensi colorati cha spazzano la razionalità. Ora lo so che può essere vera quella storia della “banalità del male”… anche senza leggere la Arendt, perché il male esiste e a volte ci abita al piano di sotto.
"Abbiamo parcheggiato la macchina nello spiazzo dietro casa, che era meglio. Il cancello del cortile fa rumore e quando si apre si accendono le luci"...
Ora lo so che divorerò la cronaca, i particolari più scabrosi mi attireranno e la curiosità e il sadismo si abbracceranno dentro il mio quieto vivere; e che dovrei spegnere la tv, accartocciare i giornali ma sono troppo vigliacco per resistere alle tentazoni ed ogni rinuncia è un atto di coraggio che io non ho.
"Indossavamo doppi guanti per non lasciare impronte. Siamo saliti fino al primo piano, poi abbiamo suonato al campanello"...
Ora lo so che il criminologo ci spiegherà il perché, il politico farà la fiaccolata senza porsi il perché, l’intellettuale sparerà le solite cazzate sul disagio sociale, sull’emarginazione, sulla crisi dei valori, sull’egoismo, sul razzismo, sulla provincia ricca e vuota, su quella povera e vuota ugualmente… come avrebbe detto Céline: “fatalismo gonfiato di parole, sonorità dell’impotenza”.
"Appena Raffaella ha aperto l’ho colpita alla testa col martinetto"...
E mentre c'è un padre e marito che concede il perdono, c’è un altro padre e marito che vuole vendetta. E tu inizi a credere che la giustizia sia una grande cazzata sopratutto quando il diritto si traveste da morale… perché ci sono casi in cui solo la vendetta sembra essere un atto di giustizia.
"Quando Raffaella è caduta ho colpito sua madre"...
Ora lo so che io come un cretino rimarrò qui attonito con un misto di amaro, di angoscia, di tristezza, di orrore… con le penombre che si aggirano e corrono vorticose dentro la mia paura perché la musica sale, la tensione è al culmine e i vostri bei discorsi? Puah! Le vostre moratorie?... Ingogliatele! Lasciate un po' di spazio anche alla mia vergogna…
"Piangeva, quel bambino, strillava come un matto. Prima o poi qualcuno sarebbe venuto a vedere”...
Lo sapevo che il demone prima o poi si sarebbe riaffacciato e avrebbe bussato alla mia porta. E non posso far finta di non essere in casa… mi ha visto entrare il maledetto, ha visto le luci accese. Sa che ora ci sono… e che forse lo aspetto…
“Mentre mio marito era di là con loro due io ho ammazzato il bambino. L’ho ucciso con una coltellata, alla gola”...
Lo sapevo. Il mio demone è astuto; mi porta la domanda su un piatto d’argento e io non so rifiutarla: tutto quello che credo e penso sulla pena di morte, sulla dignità umana, sul riscatto, la responsabilità, sull’etica della possibilità che ad ogni uomo va concessa… tutto questo si fotta! Il mio demone ha vinto perché il dubbio che mi ha offerto è più di un’inquietudine… perché mi trascina a pensare a chi amo, perché m'insidia la paura, perché il mio demone è infido e sa quel che vuole e il solo dubbio che ghignando mi regala è già la sua vittoria.
Ora lo so che è tutto surreale. Come un quadro di Max Ernst. Visioni terrifiche, controsensi colorati cha spazzano la razionalità. Ora lo so che può essere vera quella storia della “banalità del male”… anche senza leggere la Arendt, perché il male esiste e a volte ci abita al piano di sotto.
"Abbiamo parcheggiato la macchina nello spiazzo dietro casa, che era meglio. Il cancello del cortile fa rumore e quando si apre si accendono le luci"...
Ora lo so che divorerò la cronaca, i particolari più scabrosi mi attireranno e la curiosità e il sadismo si abbracceranno dentro il mio quieto vivere; e che dovrei spegnere la tv, accartocciare i giornali ma sono troppo vigliacco per resistere alle tentazoni ed ogni rinuncia è un atto di coraggio che io non ho.
"Indossavamo doppi guanti per non lasciare impronte. Siamo saliti fino al primo piano, poi abbiamo suonato al campanello"...
Ora lo so che il criminologo ci spiegherà il perché, il politico farà la fiaccolata senza porsi il perché, l’intellettuale sparerà le solite cazzate sul disagio sociale, sull’emarginazione, sulla crisi dei valori, sull’egoismo, sul razzismo, sulla provincia ricca e vuota, su quella povera e vuota ugualmente… come avrebbe detto Céline: “fatalismo gonfiato di parole, sonorità dell’impotenza”.
"Appena Raffaella ha aperto l’ho colpita alla testa col martinetto"...
E mentre c'è un padre e marito che concede il perdono, c’è un altro padre e marito che vuole vendetta. E tu inizi a credere che la giustizia sia una grande cazzata sopratutto quando il diritto si traveste da morale… perché ci sono casi in cui solo la vendetta sembra essere un atto di giustizia.
"Quando Raffaella è caduta ho colpito sua madre"...
Ora lo so che io come un cretino rimarrò qui attonito con un misto di amaro, di angoscia, di tristezza, di orrore… con le penombre che si aggirano e corrono vorticose dentro la mia paura perché la musica sale, la tensione è al culmine e i vostri bei discorsi? Puah! Le vostre moratorie?... Ingogliatele! Lasciate un po' di spazio anche alla mia vergogna…
"Piangeva, quel bambino, strillava come un matto. Prima o poi qualcuno sarebbe venuto a vedere”...
Lo sapevo che il demone prima o poi si sarebbe riaffacciato e avrebbe bussato alla mia porta. E non posso far finta di non essere in casa… mi ha visto entrare il maledetto, ha visto le luci accese. Sa che ora ci sono… e che forse lo aspetto…
“Mentre mio marito era di là con loro due io ho ammazzato il bambino. L’ho ucciso con una coltellata, alla gola”...
Lo sapevo. Il mio demone è astuto; mi porta la domanda su un piatto d’argento e io non so rifiutarla: tutto quello che credo e penso sulla pena di morte, sulla dignità umana, sul riscatto, la responsabilità, sull’etica della possibilità che ad ogni uomo va concessa… tutto questo si fotta! Il mio demone ha vinto perché il dubbio che mi ha offerto è più di un’inquietudine… perché mi trascina a pensare a chi amo, perché m'insidia la paura, perché il mio demone è infido e sa quel che vuole e il solo dubbio che ghignando mi regala è già la sua vittoria.
Alla fine cedo e vergognandomi mi domando: perché a due bestie così dovremmo concedere il privilegio di vivere?...
Immagine: Max Ernst, l'Angelo del focolare, 1937
Immagine: Max Ernst, l'Angelo del focolare, 1937
Etichette: in-giustizia
16 Comments:
Mi vergogno un po', ma mi scappa di darti ragione. Talmente ragione che mi verrebbe voglia di scuotere quel babbo che ha già perdonato. E poi di abbracciarlo. Forte. Forte come quel pianto innocente di un angioletto
Comprendo e condivido il tuo pensiero, ma poi mi chiedo: perchè a due bestie così dobbiamo dare la possibilità di sfuggire alla condanna grazie alla facile scappatoia della morte?
Certo la condanna dovrebbe essere certa e da scontarsi per intero (possibilmente a vita). Pensa a quale strazio sarebbero sottoposti, già ora si lamentano di non potersi vedere, nulla in confronto ai decenni di privazioni che li aspetterebbero in un paese dove la giustizia funziona.
Io non vorrei che se la cavassero con qualche ora di paura e un attimo di dolore, quando potremmo comminargli una vita di meritate sofferenze
Questa qui sopra è vera vendetta a mio parere. Ti ricordi cosa accadde dalle tue parti, il canaro non uccise i suoi persecutori ma, li imprigiono' e li fece soffrire a lungo.
Non vergognarti, io dovrei, mi sa che sono molto più cattivo di te.
"perché a due bestie così dovremmo concedere il privilegio di vivere?..."
Già, perche?
Susy
Caro Martin, mi sa che il tuo demone è lo stesso di molti di noi. Ma molti di noi sanno (e anche tu che me lo hai spiegato più di una volta) che non possiamo cedergli un solo passo.
Troll
Finalmente...mi verrebbe da dire!Ma caro Fratello mio, non lagnarti troppo, lo sai bene anche tu...il "demone" un tempo era sinonimo di "genio"...il resto è solo decadenza.
L'unica risposta seria alla tua domanda dovrebbe essere: 'perchè non dobbiamo trasformarci a nostra volta in bestie'. Lineare quando se ne parla accademicamente, molto meno quando le cose ti toccano da vicino...Ma forse è proprio lì che la differenza tra l'istinto (che è 'bestiale') e la ragione appare più nitida...Però una cosa è certa: senza la certezza della pena ogni discorso è davvero teorico....(e poi questa donna così ossessionata dalla pulizia e dall'ordine,che non si perita di sgozzare un bimbo di due anni...beh non è solo una delinquente)
...Privilegio di vivere? vivere è un privilegio solo se ci sforziamo di vivere secondo la "Verità" Rivelata...(in un periodo di relativismo dominante specifico che "mi sforzo" di essere, con l'aiuto di Dio, cristiano cattolico). Senza la "Verità" la vita alla fine è sempre un inferno, altro che privilegio, anche se si è belli, ricchi,sani,liberi e "sapienti", alla fine non si sfugge dalla disperazione, quando non si ha la Fede e la Speranza rivelata dalla Divina Carità. Ai due sciagurati omicidi, le suddette qualità (materiali e spirituali) mancano tutte...pensi che un ergastolo scontato fino in fondo nelle loro condizioni, possa essere più blando della pena di morte? Giusta è l'osservazione di "inyqua" che parla di "certezza della pena"... alla luce di una certezza della pena, anche se può costare fatica alle nostre imperfette coscenze umane, mi sento di citare un passo evangelico che dice:"Dio non vuole la morte del peccatore ma vuole che si converta e viva". Se il nostro sistema giudiziario prevedesse un vero ergastolo, la nostra giustizia potrebbe forse avvicinarsi un po di più ai piani della Divina Provvidenza, noi non si sarebbe "sette volte più maledetti di Caino" o, altrettanto male, con una giustizia priva dei più elementari deterrenti come siamo ora.
un saluto a tutti i commentatori
e a te Fratello Anarca
Grazie di esistere
Appunto, vivere è un privilegio. E non dovrebbero averlo quel privilegio.
Mi sforzo di essere un buon cattolico e non posso accettare la pena di morte...ma se capitasse a me una cosa simile forse non sarei capace di perdonare,anzi,sicuramente. Vorrei essere il boia.
Aspetto gli sputi di tutti e gli insulti... me li merito, ma non so perchè quando succedono queste cose terribili, non sento mai parlare di "malattia mentale", come se questo fosse il vero concetto che mette paura. Come se queste persone, proprio perchè capaci di intendere e di volere, fossero normali (nessuno si sogna di giustifificarli con il buonismo solito, neanche io), diffondendo il messaggio che ogni vicino di casa potrebbe presentarsi con un coltellaccio e sgozzarci per l'audio troppo alto della televisione. Il che nasconde una teoria, molto subdola ma amche molto diffusa, che suppone la cattiveria e la perversione che esiste in ogni uomo e che soltanto il buon senso e la ragione possono controllare. Per cui due persone così, appaiono come due mostri che non si sa perchè hanno lasciato uscire la bestia. Non si pensa mai, non si riflette mai, sul perchè e da dove inizino queste storie e sul perchè nessuno si è accorto della conclamazione della malattia. Io rifletto e penso che la vita di questi due non deve essere stata un granchè, e che quello che seguirà non sarà certo un privilegio. Non so cosa ne pensi Martini ma credo che una condanna a morte sarebbe una liberazione soprattutto per loro. Ma io, che non sono affatto buona, osservo le persone in mezzo alla strada, vedo quelli che passanno lanciando improperi verso il mondo e che nessuno si occupa di curare. Guardo alcune mamme che con serenità crescono i loro bambini e ne vedo altre, fredde, glaciali; vedo persone chiedere aiuto perchè non riescono ad alzarsi dal letto la mattina e che sono piene di odio e di rancore per la vita per coloro che gli sono intorno, prima di commettere gesti folli verso loro stessi o quelli che gli sono intorno. Quest'estate ho letto un libro "Madri assassine", un libricino piccolo che diventa un macigno e che per leggerlo necessita di innumerevoli pause. Storie terribili e annunciate, che lasciano un segno profondo in chiunque si avvicini a conoscerle. Ma c'è una speranza, quella di arrivare prima, per non dover dire e provare quello che stiamo provando. Basterebbe ascoltare, osservare, sentire e non lasciare che tutto segua un destino fintamente ineluttabile. Certo è faticoso, dovremmo solo smetterla di pensare a noi stessi e allungare lo sguardo per vedere le persone che ci sono intorno, basterebbe affrontare la malattia mentale, prima e durante, sicuramente non dopo. Apro l'ombrello!
Se è un demone quello che ti mormora nell'orecchio, non lo so. Ma penso che la sete di giustizia, la volontà di pareggiare, o meglio, tentare di pareggiare i conti, sia di tutti. Anche mia.
Confesso di essere rimasto sconcertato dal perdono a pronta cassa dal padre di Raffaella. Sarà nobile quanto si vuole, ma in un certo senso toglie autorità e forza alla giustizia.
Credere che Olindo e Rosa siano colpevoli e’ come credere alle favole. Vuol dire avere l’animo candido di un fanciullo
Due poveracci indifesi, che se non avessero confessato oggi sarebbero a casa a guardare la televisione, incastrati nientemeno che dal loro avvocato d’ufficio e dal “perito della difesa” che ha girato il video.
Con i carabinieri che insistevano perche “facessero i pentiti” (ditemi se questa non e’ una presa per i fondelli di basso profilo…)
Chi, nel gregge delle pecore, al solo sentir esprimere legittimi e ovvi dubbi sulla colpevolezza di Olindo e Rosa, si altera e dimostra insofferenza, e’ una vittima anch’egli, e’ un “linciatore”, e’ il personaggio piu’ antico del mondo. Essere “linciatore” e’ qualcosa che colpisce indifferentemente i “colti” e gli “ignoranti”, in questo caso accumunati da una unica caratteristica: essere dei coglioni.
Ho letto di giornalisti colpevolisti che concludevano con il commento: “Un simile delitto NON PUO’ restare senza colpevole”.
Ho visto una fauna di personaggi esibirsi sfilando davanti alle telecamere dei talk show con eleganti e colte analisi sul “criminale della porta accanto” e sulla nostra societa’ “degenerata”, e mostrando, nell’occasione, i loro attributi sessuali, quali tette al silicone e labbra gonfie come canotti.
Ma la realta’ e’ sotto gli occhi di tutti, e’ il rituale della crocifissione che si ripete. Nel caso di Erba abbiamo una stupefacente esposizione delle miserie umane, uno spaccato della giustizia italiana e della societa’ italiana, del quoziente di intelligenza tristemente basso del popolo italiano, uno spettacolo tragico e tremendamente istruttivo.
ciao a tutti di questo blog,io mi trovavo un po persa sul web mentre cercavo [url=http://www.ministryofcannabis.com/it/semi-di-cannabis-femminili.html]semi femminili[/url] ed a un certo momento mi sono accorta di essere in questo sito ed ho pensatodi andarmene subito poi ci ho ripensato e sai cosa ne è valsa la pena. grazie
zhengjx20160603
adidas superstar trainers
nike sb janoski
pandora charms
louis vuitton outlet
louis vuitton outlet
true religion jeans
coach outlet store online
pandora jewelry
coach outlet store online
supra footwear
tory burch flats
louis vuitton outlet
nike air max uk
louis vuitton outlet
louis vuitton
michael kors outlet clearance
oakley outlet
jordan 11
nike trainers sale
michael kors outlet clearance
toms shoes outlet online
coach outlet
michael kors outlet
coach outlet online
ray bans
louis vuitton outlet
celine bags
adidas running shoes
air jordan 8
gucci bags
cheap jordans
kobe 10
nike air max 90
gucci handbags
ray ban sunglasses outlet
concord 11
louis vuitton outlet
louis vuitton bags
michael kors outlet clearance
Posta un commento
<< Home