145 anni di parole in libertà...
"L'Italia è un Paese straordinario, in cui ci sono persone di grande eccellenza. Gli italiani ci sono, manca l'Italia".
Luca Cordero di Montezemolo Roma, intervistato sul corriere.it, 13 novembre 2006.
"Abbiamo fatto l'Italia; si tratta adesso di fare gli italiani".
Massimo Tappparelli marchese D’Azeglio nel discorso della seduta inaugurale del Parlamento italiano, 18 Febbraio 1861.
145 anni di storia sofferta per poi accorgerci alla fine di non aver concluso un cazzo.
Gira che ti rigira stiamo allo stesso punto di partenza: prima mancavano gli italiani, ora manca l'Italia... domani mancherà qualcos'altro.
In 145 anni di "parole in libertà" l'Anarca omaggia la follia futurista e il sogno di chi l'Italia l'amava sul serio:
"(...) vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeo-loghi, di ciceroni e d'antiquarii. Già per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl'innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli".
Filippo Tommaso Marinetti, dal Manifesto del Futurismo, 20 febbraio 1909.
Ecco, forse è questo quello che manca veramente...
immagine: Fortunato Depero, Parole in libertà, 1916
Luca Cordero di Montezemolo Roma, intervistato sul corriere.it, 13 novembre 2006.
"Abbiamo fatto l'Italia; si tratta adesso di fare gli italiani".
Massimo Tappparelli marchese D’Azeglio nel discorso della seduta inaugurale del Parlamento italiano, 18 Febbraio 1861.
145 anni di storia sofferta per poi accorgerci alla fine di non aver concluso un cazzo.
Gira che ti rigira stiamo allo stesso punto di partenza: prima mancavano gli italiani, ora manca l'Italia... domani mancherà qualcos'altro.
In 145 anni di "parole in libertà" l'Anarca omaggia la follia futurista e il sogno di chi l'Italia l'amava sul serio:
"(...) vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeo-loghi, di ciceroni e d'antiquarii. Già per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl'innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli".
Filippo Tommaso Marinetti, dal Manifesto del Futurismo, 20 febbraio 1909.
Ecco, forse è questo quello che manca veramente...
immagine: Fortunato Depero, Parole in libertà, 1916
10 Comments:
non sprecare la tua intelligenza a giudicare gli altri... lascia la liberta' libera...anche in un blog... visto che tu lo sai cos'e' la liberta'... o no?
Confesso che anch'io ieri mi sono sentita montezemoliana, soprattutto quando luca cordero ha confessato al lettore del corriere di "non essere di sinistra".
Cara lady oscar stavolta non posso darti ragione.
Ce ne fossero di Marinetti pronti a liberare l'Italia dalla cancrena e dai musei (prodiani). Filippo Tommaso ci piace pure se non entra in un anello...
Ps avete visto il sondaggio pubblicato dalla Stampa
che vede il Cavaliere del Male al secondo posto dopo Wojtila tra gli eroi contemporanei, prima di Maria Teresa di Calcutta?
A Roma, quella vera, arcaica, quella della Saturnia Tellus, delle ierofanie, della gente cazzuta che se sgarravi sul Mos ti faceva un culo tanto, quella dove i futuristi li avrebbero messi coi cristiani, si era soliti dire: suum cuique...ad ognuno il suo. Caro Martin, perchè pensare ancora all'Italia come Popolo Nazione da redimere? Perchè tanto accanimento terapeutico? Ad ognuno il suo, e se si sveglieranno, un fischio ce lo faranno pure...
volevano liberare l'italia dai musei, e hanno finito per esserci rinchiusi, nei musei... ah, poveri futuristi...
cmq bentrovata l'assonanza...
ciao,
nullo
Diceva Biagi:"la libertà è fragile e a piantarci troppe bandiere si sgretola!". In effetti ha proprio ragione. Pensiamoci bene... ogni volta che sale al potere un qualsiasi schieramento politico in Italia, subito si sventola la bandiera dell'indipendenza e della libertà. ma tutto è solo apparenza perchè passata la prima settimana si torna come prima! se all'indomani dell'unificazione il problema principale era quello di creare un'identità linguistica e culturale, oggi, invece, il problema è riuscire ad abbattere la nostra soggettività per essere aperti a nuovi stimoli provenienti da un mondo in continua evoluzione. l'italiano sta lentamente trasformandosi in europeo che, a sua volta, si trasformerà in cittadino del mondo. ecco perchè non sono d'accordo con Montezemolo: ormai oggi non abbiamo più nè Italia nè italiani, perchè siamo tutti troppo preoccupati a pavoneggiarci in questo nuovo mondo globale dove conta solo un nickname e la velocità di scrittura, dimenticando spesso quelle che sono le nostre origini...mercato di rigattieri... la libertà che guida i popoli ormai è solo un bellissimo quadro di Delacroix!
Marilena
Ps: a proposito, caro anarca, ho vinto la sfida... perchè il tuo blog l'ho trovato in un batter d'occhio!!! se non ricordi chi sono, pensa alla lezione di ieri sera qui a roma. ciao!
Diceva Biagi:"la libertà è fragile e a piantarci troppe bandiere si sgretola!". In effetti ha proprio ragione. Pensiamoci bene... ogni volta che sale al potere un qualsiasi schieramento politico in Italia, subito si sventola la bandiera dell'indipendenza e della libertà. ma tutto è solo apparenza perchè passata la prima settimana si torna come prima! se all'indomani dell'unificazione il problema principale era quello di creare un'identità linguistica e culturale, oggi, invece, il problema è riuscire ad abbattere la nostra soggettività per essere aperti a nuovi stimoli provenienti da un mondo in continua evoluzione. l'italiano sta lentamente trasformandosi in europeo che, a sua volta, si trasformerà in cittadino del mondo. ecco perchè non sono d'accordo con Montezemolo: ormai oggi non abbiamo più nè Italia nè italiani, perchè siamo tutti troppo preoccupati a pavoneggiarci in questo nuovo mondo globale dove conta solo un nickname e la velocità di scrittura, dimenticando spesso quelle che sono le nostre origini...mercato di rigattieri... la libertà che guida i popoli ormai è solo un bellissimo quadro di Delacroix!
Marilena
Ps: a proposito, caro anarca, ho vinto la sfida... perchè il tuo blog l'ho trovato in un batter d'occhio!!! se non ricordi chi sono, pensa alla lezione di ieri sera qui a roma. ciao!
... è un paese di comunisti strafatti.
marilena che dire... mettero' una buona parola per te alla tua insegnante preferita.
Mah. Ci manca solo il me-ne-frego.
Non riesco a capire come si possano citare le parole di Marianetti senza riportare lo scempio che hanno causato per decenni. A lui e a D'Annunzio si possono ascrivere le responsabilità culturali del fascismo.
C'è un altro modo di condurre una società senza per questo prendersela con i professori, d'archeo-loghi, di ciceroni e d'antiquarii (e contro le plutocrazie giudaiche). Ma mi sembra che ci siano persone che non se ne sono ancora accorte..
... si chiamava Marinetti... non Marianettti.
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