arieccoli... son tornati i pacifinti!
Ne sentivamo la mancanza di quelle colorate bandierine arcobaleno. Grandi ideali, parole d'ordine, mobilitazioni di massa, senso comune di un desiderio di pace e libertà che unisce il mondo come l'arcobaleno unisce la terra al cielo. Dio che bello! E che bella stagione quella in cui i balconi delle nostre città erano piene di colori e le parrocchie cattocomuniste sventolavano l’arcobaleno ai piedi di Gesù Cristo (che in fondo è stato o no il primo comunista della storia?). Dio quanto era bello guidare le masse verso l'orizzonte colorato della storia. E se per caso si diventava ministri o presidenti della Camera bastava ridurre l'arcobaleno a una spilletta sul bavero della giacca, come un vezzo un po' snob, come una provocazione da dementi fatta il giorno della sfilata del 2 Giugno, giusto per far capire che non ci si dimenticava del tutto degli allocchi che ci avevano votati e portati al governo; ma vuoi mettere come continuava a battere il cuore per la Pace, anche se costretti sotto il vestito da cerimonia?
Se c’è un'area politica che ha dato il peggio di sé durante questo vergognoso governo, è proprio la sinistra radicale. E l'ha dato perché la capacità di trasformismo, di imbroglio dialettico, di presa per il culo del proprio elettorato è stata la caricatura di quella doppiezza morale che aveva, nella vecchia tradizione comunista, ben più nobili motivazioni. Uno spettacolo talmente indecoroso da far apparire il buon Mastella un esempio di coerenza ideale quasi risorgimentale; e hanno avuto persino il coraggio di massacrare il povero Turigliatto, l'unico che ha provato a mantenere un po' di dignità. Dalla Menapace a Franca Rame e alle sue estenuanti dimissioni, da Pecoraro Scanio a Russo Spena, una gara patetica per giustificare l’ingiustificabile: quello di essere pacifisti all'opposizione e interventisti al governo. Ministri, sottosegretari e deputati che negli anni passati avevano alimentato la peggiore piazza pacifista del mondo, si sono allineati senza battere ciglio alla politica estera di un paese che ha mantenuto le stesse missioni militari del governo di centrodestra (tranne quelle che il governo di centrodestra aveva già deciso di concludere…) contro le quali loro scendevano in piazza e senza più dilaniare le anime belle nei dibattiti intellettuali per capire se i maledetti jihadisti che uccidono i civili in Iraq, in Afghanistan o in Israele dovessero chiamarsi terroristi o resistenti.
Per questo, l'ultimo loro atto è ancora più vomitevole. Nell'ultimo Consiglio dei Ministri, prima del "rompete le righe" di Prodi, i paleantropi della sinistra arcobaleno hanno votato contro la proroga di quelle missioni militari per le quali si sono sempre espressi a favore quando c'era da difendere le proprie poltrone. Ricordarsi di essere "pacifisti senza se e senza ma" solo quando non si è più al governo ha qualcosa di scandalosamente raccapricciante. Una sorta di vendetta postuma contro il proprio Paese e gli impegni internazionali presi, che conferma cosa diavolo sia questa sinistra senza cervello e senza dignità…
Se c’è un'area politica che ha dato il peggio di sé durante questo vergognoso governo, è proprio la sinistra radicale. E l'ha dato perché la capacità di trasformismo, di imbroglio dialettico, di presa per il culo del proprio elettorato è stata la caricatura di quella doppiezza morale che aveva, nella vecchia tradizione comunista, ben più nobili motivazioni. Uno spettacolo talmente indecoroso da far apparire il buon Mastella un esempio di coerenza ideale quasi risorgimentale; e hanno avuto persino il coraggio di massacrare il povero Turigliatto, l'unico che ha provato a mantenere un po' di dignità. Dalla Menapace a Franca Rame e alle sue estenuanti dimissioni, da Pecoraro Scanio a Russo Spena, una gara patetica per giustificare l’ingiustificabile: quello di essere pacifisti all'opposizione e interventisti al governo. Ministri, sottosegretari e deputati che negli anni passati avevano alimentato la peggiore piazza pacifista del mondo, si sono allineati senza battere ciglio alla politica estera di un paese che ha mantenuto le stesse missioni militari del governo di centrodestra (tranne quelle che il governo di centrodestra aveva già deciso di concludere…) contro le quali loro scendevano in piazza e senza più dilaniare le anime belle nei dibattiti intellettuali per capire se i maledetti jihadisti che uccidono i civili in Iraq, in Afghanistan o in Israele dovessero chiamarsi terroristi o resistenti.
Per questo, l'ultimo loro atto è ancora più vomitevole. Nell'ultimo Consiglio dei Ministri, prima del "rompete le righe" di Prodi, i paleantropi della sinistra arcobaleno hanno votato contro la proroga di quelle missioni militari per le quali si sono sempre espressi a favore quando c'era da difendere le proprie poltrone. Ricordarsi di essere "pacifisti senza se e senza ma" solo quando non si è più al governo ha qualcosa di scandalosamente raccapricciante. Una sorta di vendetta postuma contro il proprio Paese e gli impegni internazionali presi, che conferma cosa diavolo sia questa sinistra senza cervello e senza dignità…
Etichette: sinistrerie
14 Comments:
E' interessante notare come oggi la politica abbia essenzialmente smesso di 'dettare una linea' per farsi modellare dall'ignoranza della gente. A sinistra sono tutti pseudofreakettoni alla pace-amore-fratellanza-solidarietà... a destra hanno in mente in generale di stare con gli americani a prescindere, in qualsiasi guerra contro i temibili beduini islamici...e "l'italia a chi la ama" perché in fondo sono 'moderni', mica dei retrogradi...
ma la cosa più divertente quando si sente parlare di politica è che sembra di sentire dei tifosi: il 'sinistrorso' e il 'destrorso' difendono a priori il loro schieramento, attaccando il 'nemico'. Tutto sto proliferare di "Falce e carrello", "La casta", e Marco Travaglio è indicativo. "Berlusconi è un mafioso!!!" "Non è vero, invece Prodi è un ladro!" e avanti così...
Da un articolo di Carlo Penella che dovrebbe interrogare i pacifinti di casa nostra e non solo....
Perché c’era un muro tra Gaza e Rafah, in Egitto? Tanto scandalo per la barriera di sicurezza voluta da Sharon, ma quando il “Muro della vergogna” è tirato su da arabi per isolare i palestinesi va bene? Non lo si vede? E perché mai dall’agosto del 2005 a oggi, dal ritiro israeliano, quasi tre anni, l’Egitto non ha steso cavi per fornire energia a Gaza? Ci volevano tre mesi, e Israele sarebbe stato privato di ogni possibilità di condizionare la Striscia e non avrebbe più avuto possibilità di ritorsione per il lancio vigliacco dei Kassam su Sderot e Ashkelon. E perché mai gli aiuti umanitari, i rifornimenti, tutto il traffico veicolare per la Striscia deve passare per i valichi con Israele? Perché i “fratelli arabi” non inviano attraverso le comode strade del Sinai, ogni settimana, ogni giorno, aiuti umanitari, medicinali e rifornimenti ai “fratelli palestinesi?” Infine, perché Gaza è stremata dalla disoccupazione, ma l’Egitto impedisce alle sue centinaia di migliaia di disoccupati di trovare un onorevole impiego in quella immensa area di ipersviluppo turistico e alberghiero che va da Aqaba a Sharm el Sheikh e il Mar Rosso, distante non più di 4 ore di autobus?
Domande semplici, ovvie, che nessuno però si pone, per la semplice ragione che il solo porsele scarica completamente Israele di ogni responsabilità per la vita grama degli abitanti di Gaza e l’addossa per intero, solo e esclusivamente, sulle spalle dei dirigenti di Hamas, di quelli dell’Egitto e di tutti i paesi arabi. Non un giornalista europeo, non un politico politically correct se le pone. Pure, il quadro è lampante. Nel giro di poche settimane, a partire dal ritiro israeliano voluto da Sharon nell’agosto del 2005, Gaza avrebbe potuto essere perfettamente integrata nella “nazione araba” e vivere quantomeno nelle condizioni più che soddisfacenti in cui vivono i cittadini egiziani delle zone sviluppate. Ma non è stato così per due ragioni. Innanzitutto perché gli arabi, e gli egiziani per primi, se ne fregano - è indispensabile usare questa espressione - delle condizioni dei palestinesi e hanno anzi impostato da 50 anni tutta la propaganda mediatica contro Israele proprio sulla “miseria dei profughi”. Nasser, negli anni ‘50, teorizzò: “I profughi palestinesi saranno la nostra bomba atomica” e così è stato per tutte le plebiscitarie campagne per promuovere la “distruzione di Israele” che proprio speculando sulla miseria dei profughi trovavano enormi simpatie nel mondo islamico (e in Europa).
Il profondo, infame, disprezzo umanitario degli egiziani e degli arabi nei confronti dei palestinesi trovò anche una sua definizione giuridica - mai denunciata dalle anime belle - quando Nasser, dopo il 1956, dichiarò che il territorio della Striscia di Gaza faceva parte integrante del suolo della nazione egiziana… ma rifiutò di concedere ai palestinesi che vi abitavano la nazionalità egiziana! Un monstrum giuridico, una operazione vergognosa, che spiega perfettamente le ragioni di quel “Muro della vergogna” che Hamas ha fatto abbattere ieri. Da parte loro, tutti i paesi arabi, a eccezione della Giordania, si rifiutano di dare la nazionalità ai profughi palestinesi. E’ per questo che esistono ancora i campi profughi: perché le società arabe si rifiutano di integrarli nel loro seno. Ma le anime belle europee che vogliono regalare la nazionalità dei loro stati agli immigrati dopo due anni, non si sono accorti mai di questa ferocia araba nei confronti dei palestinesi e continuano denunciare l’esistenza di “lager” che sono voluti dagli arabi, di cui Israele non ha alcuna responsabilità.
Per tornare all’Egitto, da sempre, Hosni Mubarak, pavido successore di Nasser e indegno successore di Sadat, ha solo una preoccupazione nei confronti della questione palestinese: lucrare i profitti politici più alti possibili - sul piano interno e internazionale - denunciando i “crimini di Israele” (anche per proporsi come eterno, sterile e incapace mediatore) e contemporaneamente impedire ogni contagio politico e armato dei palestinesi all’interno dell’Egitto. Di qui quel “Muro”. Con una variante. Tutti i ras della amministrazione egiziana, a partire da Omar Suleiman, da decenni vivono sui proventi criminali del contrabbando di armi e altro attraverso i tunnel che passano sotto quel muro. Un mare di denaro criminale che ha ingrossato anche le tasche di tanti fidati corrispondenti di Suleiman a Gaza - gli uomini di Abu Mazen - che, impegnati a diventare milionari in dollari, non sono stati neanche capaci di difendersi quando Hamas ha deciso di spazzarli via, la primavera scorsa.
Insomma, quel muro caduto è la foglia di fico che scopre le peggiori e più basse vergogne del mondo arabo nei confronti della questione palestinese. Ma nessuno, in Europa, guarda e denuncia quello sconcio.
ErmnannoDiSalza
Bravissimo Anarca.... una giustissima osservazione... alla quale i "ciornalisti" che stimano bertinozzi per la sua "coerenza", si pongono nemmeno per idea!
un saluto
E noi dovremmo fare un governo istituzionale con questi personaggi? Ma piuttosto facciamolo col diavolo!
ciao
Vero, come sempre, caro anarca con la barba, francescano ma non pacifinto. Sono patetici, ma forse non sapete che i girotondini prodiani (molto peggiori degli originali morettiani, che già erano bruttini e inutili)venerdì scorso, rosicando per la piazza fascista che aveva brindata (che vergogna) alla faccia di Prodi davanti a piazza Colonna, hanno tentato la rivincita con un sit in. La convocazione per sms è partita un po' tardi e si sono ritrovati in quattro gatti a urlare "Prodi non mollare!". Poi sono stati - così denunciano - dispersi dalle forze dell'ordine del governo che difendono (Amato non si smentisce). Che pena...
Gloria
Ma ora almeno abbiamo una speranza. La speranza che se ne vadano a casa o che almeno non siano spalleggiati dal governo in carica..
Anarca, che ne dici del flop di Giuliani? Ci tocca passare con Mc Caine... Lancerei gemellaggio da Roma con Obama
Gloria
ermanno, mi puoi dire per favore dov'era l'articolo di Panella? Lo voglio citare sul mio blog.
vincenzillo.splinder.com
mi spiace molto per giuliani... pensavo facesse molto di più....
X vincenzillo l'articolo appare su "L'Occidentale" 22-01-2008
ErmannoDiSalza
ninest123 16.02
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ninest123 16.02
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