05 novembre 2007

gli uffici comunali di prodi e quelli di veltroni. Un giallo politico

Ieri chi leggeva Repubblica si trovava in prima pagina questa letterina firmata da Romano Prodi che era meglio di un dvd di Aldo, Giovanni e Giacomo. Sembrava una cosa talmente surreale che all’inizio l’Anarca ha pensato: "cavolo che scherzo gli hanno tirato quelli di Repubblica. Prenderlo per il culo così non è bello, è pur sempre il premier!". Poi se la rileggevi capivi che non era uno scherzo: il capo del Governo di uno dei paesi del G8 aveva scritto una letterina da libro Cuore e l'aveva inviata al principale quotidiano italiano per descrivere com'era bella la vita dell'Italia multietnica da lui governata. Una sitcom girata dentro un ufficio comunale di Bologna: la famigliola dello Sri Lanka, il pensionato, l'impiegata efficiente, i giovani speranzosi, mancava l’omosessuale di turno gentile e sensibile (immancabile nelle fiction che si rispettino) e la sceneggiatura era pronta. In realtà questa lettera appare così cretina e offensiva nei confronti dei cittadini che quotidianamente lottano con le disfunzioni dell’amministrazione pubblica e con i problemi dell'emarginazione e dell'integrazione, che stentiamo a credere che l'abbia scritta Romano Prodi. Magari l'avrà buttata giù il suo ghostwriter… visto che Prodi con i fantasmi ha una certa dimestichezza.
Sulla lettera non c'è molto da aggiungere a quello che Mario Giordano ha scritto su Il Giornale.
Il bello è che il giorno prima, sempre La Repubblica, aveva ospitato in cronaca questo articolo di Gabriele Romagnoli sulla follia di un giorno qualsiasi in uno degli uffici anagrafe del Comune di Roma, dove nel feriale a cavallo di due feste, su 5 impiegati del comune, 1 era in ferie e 4 in malattia; un record ma neanche tanto nella Roma veltroniana dei 30.000 impiegati comunali.
E chi è rimasto in fila a riannodare i propri problemi di sopravvivenza, con il telefonino in mano a cercare di chiamare la redazione di Striscia la Notizia o quella di Report, ha mostrato una rassegnazione che è più di una rabbia.
Il problema è che dopo che hai letto i due articoli, non capisci più quale sia l'Italia vera: quella colorata e arcobaleno descritta da Prodi o quella grigia e esasperata descritta dal malcapitato giornalista di Repubblica; quella reale che sperimentiamo ogni giorno noi o quella bugiarda che racconta Prodi; quella che funziona (forse) a Bologna o quella che non funziona a Roma; quella efficiente di Cofferati o quella furbona e mascalzoncella di Veltroni.

Insomma, un po' di casino questi due racconti te lo creano. Se non altro perche potresti risolvere la questione immaginando che le due Italie convivano; ma se è cosi perché non fare leader del futuro Cofferati al posto di Veltroni?
No, in realta abbiamo capito tutto, noi che siamo intelligenti. Attingiamo alla dietrologia sempre comoda in politica e proviamo a dare a Prodi una maggiore dignità di quanto mostra quella lettera cretina e a Veltroni un'innocenza immeritata: la lettera di Prodi s'inscrive nell'annosa querelle del PD, nel conflitto aperto tra il premier e l'uomo nuovo. Mettiamola cosi: Prodi ha scritto questa letterina, descrivendo l'idilliaco ufficio comunale di Bologna, per sputtanare gli inefficienti uffici comunali di Roma e dimostrare come il modello veltroniano sia un imbroglio. Ma non funziona neanche questo perché così facendo saremmo generosi verso l'intelligenza di Prodi e ingenerosi verso "il modello Roma" di Veltroni che è qualcosa di molto peggio di un imbroglio…

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11 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Se Cialtroni deve per forza di cose rappresentare l'apice della nostra classe dirigente, non stupiamoci se poi la gente veramente in gamba nel nostro paese fa le valigie e va altrove; D'altra parte se uno dei principali contendenti alla poltronissima è una colossale nullità come Cialtroni, perito-cinematografico, ex consigliere comunale a Roma in quota PCI, giornalista fallito (ha portato al collasso "l'unità"), pessimo segretario dei DS (ha fatto perdere le elezioni nel 2001 alla sinistra), nonche vergognoso sindaco di Roma, a quel punto non stupiamoci se la gente in gamba prende altre strade.
Se lui è il massimo a cui la sinistra può puntare... cari sinistri... state veramente "con le pezze al culo"!!!!

novembre 05, 2007  
Blogger gianmario mariniello said...

Certo che se poi anche noi di An sul tema immigrazione abbiamo cadute non da poco, come nella mia città, dove si vogliono prestare per 12 mesi le case ai migranti...
è pazzesco e ti invito a darmi una tua sentenza sul mio blog. http://www.gianmariomariniello.it/

novembre 06, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Scrive il premier: "ho pagato 5,32 euro (5,18 di diritti fissi e 0,26 di diritti di segreteria)"

anche su questa visione della matematica matematica ci sono diverse ipotesi:

1) la segretaria è brava e gli ha fatto lo sconto

2) la segretaria è brava ma non sa contare

3) prodi ha evaso 12 centesimi

4) prodi ha sbagliato i conti (e allora conviene buttare un occhio sulla finanziaria)

novembre 06, 2007  
Anonymous Anonimo said...

OT: Scusami ma avrei bisogno di scriverti una mail.

Se non vuoi pubblicarla qui potresti per favore mandarmi un messaggio, anche vuoto, a
rodolfo@e-motioner.com ?

Grazie,

http://lupodigubbio.splinder.com

novembre 06, 2007  
Blogger Martin Venator said...

anonimo, efficace nel contenuto, un po' meno nella forma.

Gianmario, non conosco la questione; appena posso vengo sul tuo blog.

Krilla, spettacolare revisore dei conti!!! Come puo' esserci sfuggita l'ennesima cazzata del Premier? Meglio averti amica a te.

Anonimo 2 eccola: anarcamartin@yahoo.it

novembre 06, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Cos'è quel liquame marrone e maleodorante che sale inesorabilmente? :-(

Ci tocca ridere per non piangere, ma sto Paese sta veramente affondando nella m...

novembre 06, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Da "Il Giornale":
...Il massimo della sfortuna è una stampante che s'inceppa una volta. Una volta, capito? Quando ci andiamo noi, negli uffici pubblici, è già tanto se le stampanti esistono...

Qando sono andato a rinnovarmi la carta d'identità hanno avuto un problema col programma.
Ora io mi ritrovo una carta d'identità per metà stampata e per metà compilata a mano.

novembre 06, 2007  
Anonymous Anonimo said...

La Repubblica ... il blog di Romano Prodi ...

novembre 08, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Destra Sociale e Socialismo reale nello stato-zombie

22/11/2007

Volevamo da un po’ scrivere dell’indistinguibile differenza tra destra e sinistra in italia. Su come tutto sia una pantomima a beneficio dei buzzurri.
Il solito Blondet ci offre lo spunto con questo articolo in cui descrive il suo concetto di “destra sociale”:

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2423¶metro=politica

L’articolo di Maurizio Blondet è da manuale in materia epistemologica. Potrebbe essere stato questo pezzo concettualmente scritto da Valentino Parlato o da Agnoletto o Caruso.
Citiamo: “Lo Stato deve organizzare questa responsabilità comune, per esempio con tasse ai ricchi che servano ad assistere i poveri, i malati e invalidi, i bambini, la vedova e l'orfano”. Ragionamento che si può sentire tranquillamente in un qualsiasi circolo Arci di Reggio Emilia durante una vaniloquente discussione su cosa sia l’essere di sinistra.
Citiamo:” Si noti: previdenza generale e «obbligatoria», nel senso che il padronato fu obbligato a pagare i contributi pensionistici. E Mussolini fu il primo a fare lo stesso in Italia, l'INPS.” Esattamente ciò che ha fatto Prodi con lo scippo forzoso del TFR e coi contributi obbligatori, con l’obbligo di avere un conto in banca per i tartassati “co.co.pro”, e Visco non è di destra.
Citiamo: “l gruppo d'uomini scelto dal popolo (il sovrano) deve avere lealtà verso la nazione, deve avere «carattere» - non rimangiarsi la decisione per viltà alla prima opposizione - e deve imperativamente darsi le informazioni e le competenze necessarie per decidere al meglio possibile: per questo, chiamerà a sé altri uomini, i competenti, tecnici e i tecnocrati più stimati nel loro campo”. Questo avvenne in Russia con la rivoluzione d’ottobre che fu inizialmente popolare. I “competenti” non eletti da nessuno sono l’equivalenza delle “authority”, dei prefetti, dei “tecnici” (alla Padoa Schioppa), chiamati a decidere dai governi cattocomunisti italiani. E in URSS Stalin non aveva paura dell’opposizione!
Citiamo: “Per questo abbiamo Mastella, o la Lega, o le rivoltanti «autonomie regionali» secessioniste di fatto. Per questo pulluliamo di particolarismi, dove ognuno pensa a sé, da vero «liberale assoluto», anche quando si proclama «comunista» o «fascista»”. Qui Blondet nettamente si smaschera perché arriva ad ammettere che i popoli vincono su quelle ideologie di cui lui è vate assoluto, non meno di Luciano Violante.
Nessun sociologo sano di mente potrebbe attestare che Veneti e Sardi appartengono alla medesima etnia; quasi non Toscani e Emiliani, in regioni pure confinanti. Idem per Laziali e Campani o per Siciliani e Calabresi pure separati unicamente da uno stretto braccio di mare.
Se l’esistenza del “popolo italiano” è così certa perché in ogni trasmissione radio/tv, perché in ogni articolo di giornale una parola su tre, scritta o pronunziata, è “italia” o “italiani”?
Citiamo: “Verso gli immigrati, direi questo: essi devono essere soggetti alle leggi nazionali con rigore eguale a quello usato per i cittadini; senza privilegi sui cittadini di nascita, senza mutui agevolati ed esenzioni dal ticket che sono negati ai cittadini nati qui”. Senza pudore, sorvola sugli assurdi privilegi che godono gli “italiani” del Sud come esenzione ticket, contributi a fondo perduto, Agenzia Sviluppo italia, le immense ruberie sempre perdonate, tasse universitarie irrisorie, sgravi fiscali, autostrade gratis, pensioni senza contributi (nota 1) che sono, a ben guardare, maggiori dei benefici goduti dagli stranieri.
Ma è sull’”integrazione” dove il nostro “goym” mostra tutti i suoi limiti democratici, quelli di volere annientare l’evidenza dell’inesistenza del popolo italiano. In cui dimostra, di non essere diverso da un “rifondarolo”, ignorante e totalitarista.
Citiamo: “Roma fu la più grande integratrice di popoli diversi, che chiamò a partecipare al suo potere barbari e nordafricani, li civilizzò, addossando loro il peso di corresponsabilità nel governo, offrendo ad essi di «fare le cose insieme».
Settimio Severo era stato un bravo generale bèrbero, e fece una certa carriera nello Stato: diventò imperatore”.
Questa estrapolazione è allucinante due volte: in chiave storica e in chiave ideologica. In senso storico poichè egli scorda che la Roma di allora era “caput mundi”, il “pensiero unico” del tempo, e poteva integrare colle proprie leggi chiunque e dovunque. La Roma e l’italia attuali sono “caput “ di un bel niente. Relegate all’estrema periferia dell’impero american-sionista. Da decenni in crisi culturale e ora in pieno collasso economico, la penisola si trasformerà in un altro Kossovo e forse in un altro paese islamico di nessun contributo alla cultura e allo sviluppo del globo.
Ma invitiamo i lettori a riguardare: “Roma fu la più grande integratrice di popoli diversi, che chiamò a partecipare al suo potere barbari e nordafricani, li civilizzò, addossando loro il peso di corresponsabilità”.
Non è forse questo concetto, la medesima idea di “cooptazione” eviscerata dal ministro Ferrero con affermazioni tipo “il governo vuole svolgere un’azione ‘positiva’ sugli immigrati”?
Ebbene sì, il pensiero di Blondet dunque è il medesimo di Ferrero, quello di Luxuria il medesimo di Fiore: creare la “nazione” italiana posticcia, senza identità locali, senza un colore della pelle definito, un “meticciato “ di spiantati pallidamente devoto alla cacca tricolore.
Non Santi né Eroi bensì un tumulto di fanti e codardi disordinatamente in fila per assistere alla partita della “nazionale” di calcio che “spezza le reni” alle Far Oer. Smunto vessillo di un picaresco “stato della Mancia”.
Blondet ha più di una volta espresso stima per Giulio Tremonti. Quello che, per ricordare, dichiarandosi liberale, ha proposto di fare suonare l’inno di Mameli nelle scuole ogni volta prima di entrare in classe. Quale differenza dagli ex regimi dell’Est europeo in cui tutta la società era un inno al culto dello stato e della personalità del capo del partito di turno?
Che differenza con il Nazismo o col Fascismo, infine??
La casta fankazzista dell’unità nazionale, da Forza Nuova ai “no global”, vuole dare il diritto di voto e persino fare entrare i “berberi” nelle forze dell’ordine CONTRO i cittadini autoctoni per salvare la merdosa italia.
Il cerchio si chiude.
Le contrapposizioni ideologiche sono una finzione, una diatriba da bar dello sport per mascherare il vero scopo, di Berlusconi e Veltroni in primis. Un gioco della Casta, sulla pelle dei cittadini perbene, a strabiliare il popolino teledipendente con l’”interesse nazionale”.
Una “melina a centrocampo” in attesa che gli stranieri ammorbano il tessuto etnico locale in modo da potere finalmente tirare un sospiro di sollievo, sancendo che finalmente esistono gli italiani e l’unità nazionale non è più in pericolo.

di Domenico Gatti del Canna-Power Team
Nota 1: A beneficio dei mistificatori CHIARIAMO che NON stiamo discutendo che in qualche zona o regione vi sia un maggiore numero di cittadini bisognosi della assistenza dello stato. Stiamo arguendo sul fatto che nelle regioni meridionali le tasse siano più basse PER TUTTI anche per i ricchi mafiosi, anche per le pletore strapagate di “diriggenti” in atavico esubero della pubblica amministrazione

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novembre 26, 2007  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per Blog intiresny

novembre 05, 2009  
Blogger Unknown said...

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febbraio 22, 2016  

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