Grillo e lo scheletro della nuova sinistra
Questa storia di Grillo fascista più che ridicola è demenziale. C'è pure chi ha provato a rispolverare gli articoli del '19 su Il Popolo d’Italia per farne il paragone. Ma il problema non è politico… è estetico. Ma dico io, lo avete guardato bene? Avete studiato Beppe Grillo nella sua forma più informe? Volete mettere quel ditino moralista, quegli occhietti socchiusi, quella vocina striminzita… con i pugni sui fianchi, lo sguardo allucinato e la voce roboante dell’uomo della Provvidenza? State scherzando? Volete paragonare la polo azzurra che malcela il fisico adiposo e stancamente borghese, con la virilità della camicia nera che anticipava di 70 anni lo stile Armani? Siete pazzi!
La politica senza estetica è come una donna senza sensualità. Che sia bella o brutta diventa di poca importanza perché la banalità toglie il gusto del corteggiamento e dell’innamoramento; diventa puro tecnicismo sentimentale e semplice ginnastica erotica. E se togliete alla politica l’estetica, la private di volontà, desideri, voglie proibite. Anche la polemica deve avere un gusto estetico. Perché Polemos ama la bellezza, per questo gli antichi samurai si truccavano prima di ogni battaglia, per sconfiggere la bruttezza di una morte possibile. E allora la polemica senza estetica può essere un simpatico comizietto satirico ma certo non si trasforma in arte guerriera come seppero fare i futuristi.
La politica senza estetica è come una donna senza sensualità. Che sia bella o brutta diventa di poca importanza perché la banalità toglie il gusto del corteggiamento e dell’innamoramento; diventa puro tecnicismo sentimentale e semplice ginnastica erotica. E se togliete alla politica l’estetica, la private di volontà, desideri, voglie proibite. Anche la polemica deve avere un gusto estetico. Perché Polemos ama la bellezza, per questo gli antichi samurai si truccavano prima di ogni battaglia, per sconfiggere la bruttezza di una morte possibile. E allora la polemica senza estetica può essere un simpatico comizietto satirico ma certo non si trasforma in arte guerriera come seppero fare i futuristi.
E allora proviamo a confrontarla questa estetica: da una parte i volti livorosi e arcigni degli sbandieratori del Che, dall'altra le adunate gloriose piene di tricolori e di moschetti. Cavolo che robbbba! Lo stesso senso della presenza tradisce un’estetica diversa: la folla che seguiva il Duce s’inebriava nel sogno della grandezza d’Italia. La folla che segue Grillo al massimo sogna una pensione minima. Particolare di non poco conto, perché ha un valore estetico anche la massa: e dietro la pelata del Duce c’era una generazione ardita e legionaria plasmata nelle trincee della Grande Guerra; invece, se spostate quel cespuglio grigio di forfora e ricci ci trovate una generazione stanca e annoiata di studentelli del Mamiani, di cannaroli dei Centri sociali, di falliti del ’77, di frustrati sindacalizzati. Altra roba, altra bellezza.
Eppoi l’estetica dell’antipolitica, l’arte di una retorica trasformata in misera battuta. Ma per favore, siate seri! Dietro il giovane Mussolini c’era il sindacalismo rivoluzionario… il movimentismo … un cerchio di fuoco tra Sorel e Alceste De Ambris. Qui ci trovate il marciume del sindacalismo passatista… tra Cremaschi e Epifani.
Eppoi l’estetica del pensiero… altro che: prima di Giovanni Gentile (scusate se e’ poco) c’erano D’Annunzio, Pirandello, Marinetti e l’energia futurista. Dietro Grillo ci sono Sabina Guzzanti e Di Pietro.
Eppoi l’estetica dell’antipolitica, l’arte di una retorica trasformata in misera battuta. Ma per favore, siate seri! Dietro il giovane Mussolini c’era il sindacalismo rivoluzionario… il movimentismo … un cerchio di fuoco tra Sorel e Alceste De Ambris. Qui ci trovate il marciume del sindacalismo passatista… tra Cremaschi e Epifani.
Eppoi l’estetica del pensiero… altro che: prima di Giovanni Gentile (scusate se e’ poco) c’erano D’Annunzio, Pirandello, Marinetti e l’energia futurista. Dietro Grillo ci sono Sabina Guzzanti e Di Pietro.
No, niente eterno ritorno. La riflessione è più bassa e riguarda la crisi isterica di questa sinistra di fronte a un fenomeno prevedibile ed arginabile. E forse l’importanza eccessiva che si sta dando ad un fenomeno da baraccone è il segno del terrore con cui una classe dirigente vede le rughe comparire sul volto che si pensava intoccabile dal tempo. Una sorta di ritratto di Dorian Gray conservato in soffitta che improvvisamente disegna il tempo trascorso nell’incantesimo dell'immutabilità lanciato da incantatori intellettuali e potenti maghi del potere. Altro che l’immortalità del Cavaliere.
La sinistra ha imbalsamato la propria classe dirigente per passare indenne attraverso gli ultimi 30 anni di storia: gli anni che hanno cambiato il mondo. La stessa classe dirigente che ha attraversato Pci, Pds, Ds, Ulivo, Unione, falci, martelli, querce, arcobaleni… sempre gli stessi baffi, gli stessi nei, gli stessi sguardi smorti, le stesse sedute spiritiche; dai soldi sovietici a tangentopoli, dall’Iri alla Telecom, dalle bombe umanitarie in Kossovo al pacifismo militante in Iraq, senza mai un pentimento, un ripensamento, un obbligo di rendere conto degli errori commessi, una riflessione seria e dignitosa che provasse a capire come cambiava il mondo. E oggi questa classe dirigente legge la sua incapacità culturale di dare risposte vere ai problemi posti da questa fase della post-modernità. Risposte vere, non lezioncine retoriche sulla “bella politica”.
Beppe Grillo è solo il melanoma sulla pelle di una sinistra malata che pretende di insegnare la bella politica ma è troppo brutta per essere credibile. Una metastasi in un organismo fiaccato dall’eccesso di cazzate e ideologia. Uno schiaffone in faccia a chi crede che basta imbrogliare i sogni con la solitudine delle vecchiette e i bambini africani. Grillo è lo specchio di un fallimento generazionale, travolto dalla pretesa arrogante di essere “antropologicamente superiori” per poi scoprirsi come gli altri… e forse peggio; è un problema tutto interno alla sinistra, perché questa crisi della politica è essenzialmente la crisi di una cultura politica: quella post-comunista e del cattolicesimo democratico. L’imbroglio intellettuale che ha governato e governa con i suoi spasmi, i centri nevralgici del potere politico, economico e culturale. L’antipolitica di Grillo si limita a giocherellare con il teschio di una classe politica che non sa di essere morta.
La guerra asimmetrica di Grillo rende inefficace la sinistra, non la politica. Travolge il suo elettorato, alimenta le delusioni di quella nuova primavera ulivista che poteva esserci solo nelle fantasie dei più ingenui. Umilia una classe dirigente incapace che ha cercato il potere senza avere alcun progetto ma solo tanto odio verso il suo avversario di cui temeva proprio la vitalità e l’impressionate e indomita freschezza.
Ma è una parentesi breve, una scossa di terremoto che lascerà un po’ di macerie e qualche pavone intellettuale sotto. Non ce ne dispiacerà ma non è questo che segnerà un cambiamento. Lo attendiamo dentro un progetto che sappia parlare il linguaggio delle nuove sfide: identità, legalità, autorità; non la caricatura reazionaria di chi, per esempio, ha imposto l’ipocrisia di un solidarismo ideologico e buonista verso gli immigrati per poi ridursi a arrestare i lavavetri o a cercare di cacciare gli zingari da Roma dopo averla trasformata nel campo nomadi d’Europa. Schizofrenie! Ma la certezza di uno Stato in grado di imporre fermezza e regole certe a chi viene a casa nostra, anche con il coraggio di concedere diritti di voto a chi queste regole le rispetta.
Nell’attesa che qualcosa di nuovo batta, ci sarà solo il tempo di raccogliere i pezzi con la magra consolazione che ogni “grillata” è un mattone in testa al progetto del Partito Democratico e all’arroganza di questa nuova e già vecchia sinistra…
La sinistra ha imbalsamato la propria classe dirigente per passare indenne attraverso gli ultimi 30 anni di storia: gli anni che hanno cambiato il mondo. La stessa classe dirigente che ha attraversato Pci, Pds, Ds, Ulivo, Unione, falci, martelli, querce, arcobaleni… sempre gli stessi baffi, gli stessi nei, gli stessi sguardi smorti, le stesse sedute spiritiche; dai soldi sovietici a tangentopoli, dall’Iri alla Telecom, dalle bombe umanitarie in Kossovo al pacifismo militante in Iraq, senza mai un pentimento, un ripensamento, un obbligo di rendere conto degli errori commessi, una riflessione seria e dignitosa che provasse a capire come cambiava il mondo. E oggi questa classe dirigente legge la sua incapacità culturale di dare risposte vere ai problemi posti da questa fase della post-modernità. Risposte vere, non lezioncine retoriche sulla “bella politica”.
Beppe Grillo è solo il melanoma sulla pelle di una sinistra malata che pretende di insegnare la bella politica ma è troppo brutta per essere credibile. Una metastasi in un organismo fiaccato dall’eccesso di cazzate e ideologia. Uno schiaffone in faccia a chi crede che basta imbrogliare i sogni con la solitudine delle vecchiette e i bambini africani. Grillo è lo specchio di un fallimento generazionale, travolto dalla pretesa arrogante di essere “antropologicamente superiori” per poi scoprirsi come gli altri… e forse peggio; è un problema tutto interno alla sinistra, perché questa crisi della politica è essenzialmente la crisi di una cultura politica: quella post-comunista e del cattolicesimo democratico. L’imbroglio intellettuale che ha governato e governa con i suoi spasmi, i centri nevralgici del potere politico, economico e culturale. L’antipolitica di Grillo si limita a giocherellare con il teschio di una classe politica che non sa di essere morta.
La guerra asimmetrica di Grillo rende inefficace la sinistra, non la politica. Travolge il suo elettorato, alimenta le delusioni di quella nuova primavera ulivista che poteva esserci solo nelle fantasie dei più ingenui. Umilia una classe dirigente incapace che ha cercato il potere senza avere alcun progetto ma solo tanto odio verso il suo avversario di cui temeva proprio la vitalità e l’impressionate e indomita freschezza.
Ma è una parentesi breve, una scossa di terremoto che lascerà un po’ di macerie e qualche pavone intellettuale sotto. Non ce ne dispiacerà ma non è questo che segnerà un cambiamento. Lo attendiamo dentro un progetto che sappia parlare il linguaggio delle nuove sfide: identità, legalità, autorità; non la caricatura reazionaria di chi, per esempio, ha imposto l’ipocrisia di un solidarismo ideologico e buonista verso gli immigrati per poi ridursi a arrestare i lavavetri o a cercare di cacciare gli zingari da Roma dopo averla trasformata nel campo nomadi d’Europa. Schizofrenie! Ma la certezza di uno Stato in grado di imporre fermezza e regole certe a chi viene a casa nostra, anche con il coraggio di concedere diritti di voto a chi queste regole le rispetta.
Nell’attesa che qualcosa di nuovo batta, ci sarà solo il tempo di raccogliere i pezzi con la magra consolazione che ogni “grillata” è un mattone in testa al progetto del Partito Democratico e all’arroganza di questa nuova e già vecchia sinistra…
Immagine: Magnus Enckell, il ragazzo e il teschio, 1893
Etichette: sinistrerie
45 Comments:
Qualcuno disse che la storia non si ripete, ma va in rima. A noi, invece di una rima baciata è toccata una rima bacata.
D'altronde, Grillo è nato a sinistra; se fosse emerso da Destra, ci saremmo potuti aspettare perlomeno un Giannini, un gigante del pensiero rispetto a quello che ci tocca vedere oggi.
Infatti Anarca tu non sei banale...
Ma si riconosce la lacrimuccia del reduce, nell'ironica contemplazione dei passati fasti del ventennio... Dai che sai fare di meglio (come la seconda parte del post dimostra e rafforza...)
Come vedi non ti risparmio nulla... :-)))
Bello, anche se credo che la "Grillo mania " non sia solo un problema del vuoto al centrosinistra , ma anche del vuoto del centrodestra. E' innegabile che anche il post fascismo dovrà finire prima poi. Se riuscissimo ad uscire dalla "sbronza" ideologica che proviene dal dopo guerra(il troppo "stroppia" sempre) forse qualcosa si potrà fare. Per esempio il partito unico...
Anarca, spiace che uno dei bloggers che stimo di più nel web abbia preso il mio post come se fosse stato scritto con la pretesa del paragone storico semanticamente corretto. Il senso non era quello, e mi pareva evidente. Eppure con la satira, anche quella estranea all'immediatezza di Zelig pensavo non sarebbe sfuggita almeno a chi ho sempre ritenuto una persona capace di leggere tra le cosiddette righe. Non so se abbia ragione inyqua parlando di certe nostalgie, magari è così. Il senso del post era esattamente quello che poi scrivi nella seconda parte: a fare il capopolo da un blog o da un giornale ci vuol dote di comunicatore, non dote politica. E, guarda caso, nella ricerca del consenso passano i lustri, ma gli schemi sono sempre gli stessi. Nessun paragone di altezza o di spessore, per quanto non abbia in alcuna simpatia il fu Benito. Per inciso, anche Mussolini giocò col teschio di una classe politica che non sapeva di essere morta. Lui ci giocò perchè il suo fine era "mè a voi cmandèr" - io voglio comandare, Grillo lo fa per amore del palco. Sei così certo, tanto per provocare ancora, che la gente sia così riluttante a tornare a spasso scandendo il passo dell'oca? Un saluto e il link tra la gente che piace rimane dov'è.:-)
Nell'ordine di critica:
DolceInyqua, io nostagico? Io con la lacrimuccia nostalgica (sigh!)?, io reduce piagnone?? io... ma proprio io che a 20 anni fui con quel manipolo di pazzi che s'inventarono da destra l'esperienza di Morbillo? Che inafamia! Sappi che io non piango mai. Io credo, io obbedisco, io combatto, ma io non piango! Altro che nostalgico...
Mithrandir, che dire. Chiedo scusa se ho travisato il tuo post. Ma non c'era una vena polemica particolare. La mia dolceinyqua ha sempre ragione, sopratutto quando ha torto. Forse il fascismo fu leggermente più complesso del grillismo ma non voglio violentare verginee coscienze democratiche.
Come vedi però... ti leggo spesso :-). Un abbraccio e ricambio la stima.
Ehi Chris... il neofascismo è morto da tempo. Forse non è quasi mai nato. Forse è nato ma poi è servito molto... a qualcun altro che non erano i neofascisti... forse tante altre cose, comunque... il partito unico a destra si farà e presto e senza ideologie e senza perdite di tempo su regolamenti e cazzate varie e senza Veltroni che se fosse per lui farebbe il candidato anche per il Partito delle Libertà, uno più uno meno...
John... se Grillo fosse nato a Destra non gli avrebbero dato Piazza Maggiore a Bologna....
Ciao Anarca. A costo di essere anch'io "sbrodoloso" come ha scritto qualcuno sul tuo blog ti dico che i tuoi post sono pura letteratura. Solo una nota ai tuoi commentatori: ma un po' di ironia no? A prendersi troppo sul serio ci si ammala di veltronite.
Carlitos
Personalmente trovo questo post assolutamente magistrale. E non lo dico in polemica con alcuni commentatori, ma perché é colto e tocca nel segno.
É cosi'. La grillitudine é il prodotto della sinistra, dei suoi demagoghi, dei centri sociali e dei girotondi.
Niente a che vedere con l'estetica d'annunziana.
La grillitudine é il rotolarsi nella polvere con il gusto dello sporco.
Ma perché si prende sempre ad esempio il fascismo invece di vedere nei capipopolo i figli legittimi dei rivoluzionari comunisti? ( non l'hai fatto tu, s'intende..)
Un abbraccio e complimenti!
Lontana
Carlitos, tu sbrodoloso? Con tutti i soldi che ti passo per i commenti?
Lontana, sei cosi' lontana che i tuoi commenti arrivano sempre in orari improbabili... riesco a risponderti solo quando la mia licantropia si fa sentire come stanotte e mi costringe a stare sveglio. Sapessi che fastidio pero' digitare con tutti 'sti peli sulla mano. Grazie, per la tua vicinanza lontana...:-)
:-))))))))))))
Ci mancherebbe, son cose che capitano, e non voglio nemmeno prendermi troppo sul serio. Rispondo solo a Lontana che lamenta l'eccesso di metafora fascista a scapito della sua presunta concorrente comunista. A lei ricordo che il fu Duce veniva dal massimalismo socialista e rimase in quell'area anche quando optò per una camicia meno sgargiante. Certo, ci annidò il nazionalismo, come il correo teutonico, ma lo stampino è sempre lo stesso. Proletariato corporativo di qua, nazional-"socialisti" di là, comunisti dopo la guerra. A me, sinceramente, tutta questa distanza sfugge. Sul piano estetico, nulla da obbiettare:-))))
Mio caro Anarca: c'è un reducismo non piagnone che è assai più subdolo di quello piagnone ed infarcito di saluti romani. C'è appunto il reducismo di cui tu sei uno degli esponenti più di spicco: quello che si avvale dell'intelligenza (per caso...)e quindi grazie a quella fornisce un 'piano inclinato' (ottima scelta terminologica no?) anche verso i deliri più propriamente piagnoni... E lo dimostrano molto bene anche qui alcuni tuoi commentatori. Come tu ben sai io apprezzo molto intelligenza ed ironia. E sapessi come mi scoccia verderla al servizio di certe brutture... (un abbraccio...)
Cara Inyqua, brutture??? Quel sano filo rosso che da via XX settembre giunge sino alla carta del Carnaro, quella strana commistione di anarchici, sindacalisti, reazionari,giacobini che seppero dare alle masse novecentesche qualcosa di più della misera "pensione minima" secondo Lenin...brutture? Ah se voi baluardi dell'ultimo ideologismo novecentesco usciste dal vostro stretto e polveroso circolo viennese, quanto amereste le prime righe dell'Anarca. Lacrime? Forse, quando al posto del Vaffa, si diceva " Come per andare più avanti ancora".
Buongiorno Anarca :)
Sono quasi felice perchè per una volta ho qualcosa da dire di diverso rispetto al solito elogio (che per la forma rimane comunque).
Senza la pretesa di voler paragonare Mussolini a Grillo o il Fascismo al Grillismo credo che la similitudine di questi giorni non isa così campata in aria come vuoi far credere.
Ci sono come paragnabili una classe politica (tutta... governo ed opposizione) latitante, inconcludente, incapace e volta solo a tutelare se stessa da un lato ed il pubblico italiano sempre pronto ad occludere le vene che portano ossigeno al cervello dall'altro. E non è poco.
Vuoi che si trattasse di spezzare le reni alla grecia, di cancellare le plutocrazie occidentali o di andare in piazzale loreto a sputacchiare un uomo morto ed una donna stuprata, uccisa e ristuprata da morta il bell'italico non si è mai tirato indietro. Siamo intelligenti noi. Siamo colti, siamo la patria di Michelangelo e Dante sai?
Per non parlare di quando bastava chiamare "Finestra" un commisario 36enne o di additare i problemi di una politica del lavoro vecchia e superata ad un giovane giuslavorista per trovarlo perpendicolare all'esecutore in una macchia di sangue che la memoria degli italiani cancella come nemmeno l'omino bianco.
Ecco... sta forse in questo il preoccupante paragone calzante. Nell'emergenza culturale in cui versano da sempre i neuroni tricolore c'è sempre spazio per un agitatore di folle dagli slogan facili. L'impossibilità di sostenere sulla base logica questi slogan non ha mai impedito al nostro senso civile da terzo mondo di produrre qualche esagitato che è passato ai fatti.
Se all'incapacità della classe politica e all'ignoranza del grillo di turno ci mettiamo la nostra "altezzosità" del volerlo ignorare o sbeffeggiare la cosa ci potrebbe sfuggire di mano.
Ti abbraccio
Rob
Da incorniciare! Godibilissimo. Molto più lucido, nella sua ironia, di tanti commenti che si leggono sulla stampa nazionale, con fior di politologi intenti a studiare il fenomeno grillista, come se si trattasse di una cosa seria. "Eppoi l’estetica del pensiero… altro che: prima di Giovanni Gentile (scusate se e’ poco) c’erano D’Annunzio, Pirandello, Marinetti e l’energia futurista. Dietro Grillo ci sono Sabina Guzzanti e Di Pietro". Troppo forte!
Riguardo a un Giampaolo nostalgico, posso testimoniare quanto fosse (e ritengo sia rimasto) estraneo a ogni forma di torcicollo. Nel '86 - quando ebbi modo di conoscerlo - era una specie di extraterrereste nel fdg romano. Devo essere sincero: pensai che con le sue idee non avrebbe resistito in un partito come il nostro, pieno di piccoli Goebbels in carriera, determinatissimi a far fruttare fino all'ultima lira (non c'erano ancora i centesimi) la rendita di posizione neo e post, una destra preconfezionata e sempre uguale a se stessa. Invece eccolo qua, il Giampaolo fatto anarca.
Un ultimo appunto: io nutro molte perplessità su un partito unico di centrodestra d'impronta berlusconiana. Vorrei, al contrario, che Fini trovasse il coraggio di sfidare Berlusconi - ma stavolta sul serio - come ha fatto Sarkozy con Chirac. Anche perchè le rughe avanzano, la calvizie mia e di Giampaolo anche, e Gianfranco non è più un giovanotto. L'eminente dignità del provvisorio - che Brasillach riteneva tale non oltre i trent'anni - con il passare del temp diventa smorfia. Non si può fare sempre l'eterno secondo e trovarsi in competizione con Brambillate nate in provetta. Vorrei, e concludo, che Fini osasse di più: sul multiculturalismo, sul diritto di voto degli extracomunitari in regola, sui diritti civili.
Da ragazzo mi appassionavo agli sfondamenti a sinistra che Pino Rauti ci prometteva, adesso mi accontenterei di superare 'sto 10% che ci condanna alla subalternità. Eccheppalle! Fissare pochi punti ma chiari e irrinunciabili, come Sarkozy ha fatto in Francia. Un progetto culturale e politico, ideale e pragmatico. E difenderlo, senza cedimenti e compromessi. L'alternativa è l'eutanasia della destra o l'ingresso, sostanzialmente, in forza italia.
Un abbraccio all'anarca, confidando in un saluto di persona, quanto prima.
Roberto
Una cortesia: volevo scriverti, ma non ho trovato la tua mail, ti lascio la mia, mi piacerebbe riprendere i contatti. robertoalfattiappetiti@hotmail.com
Ciao
Nn posso far altro ke esprimere i miei complimenti più sinceri per questo post. Mi permetto di linkarlo nel mio modestissimo blog.
Grazie e saluti.
KVX
Corto Maltese: adoro quando qualcuno fa il pesce in barile, ma con me non attacca: le brutture non solo solo quelle del 20ennio (che confermo ed accendo!) ma soprattutto quelle di certi squallidi squadristelli d'accatto di oggigiorno che da certe affermazioni traggono linfa nel far scattare quel saluto romano mentale che hanno tenuto in naftalina con la camicia nera.
Gentile autore,
ti comunichiamo che il tuo post, ritenuto particolarmente valido dalla nostra redazione, è segnalato nella homepage della Tv della Libertà, all'interno della sezione dedicata alla blogosfera.
Il fine è quello di segnalare ai nostri lettori i contenuti più validi rintracciati nella blogosfera, soprattutto sugli argomenti che saranno oggetto delle nostre inchieste.
Nel caso tu fossi contrario a questa iniziativa, ti preghiamo di segnalarcelo via e-mail a questo indirizzo chiedendo la rimozione del tuo post. Provvederemo immediatamente.
Distinti saluti,
La Redazione-web della Tv della Libertà.
web@latvdellaliberta.it
Ecco appunto. Ma se Grillo e' Mussolini, La TV della Liberta' cos'e'? Il Cinegiornale dell'Istituto Luce?... con affetto per Krillix s'intende :-)
DolceInyqua adoro la tua indole rissaiola degna dei migliori toscani dei tempi nostri: Papini, Montanelli, Fallaci... vabbe' ho esagerato ma te lo dovevo :-)
Robi, bentrovato. Non sono d'accordo e te lo spieghero' di seguito, appena riusciro' a scrivere un commento decente
Roberto, ti commissiono la mia biografia. Basta che non entri in particolari scabrosi. Se Veltroni a 50 anni ha scritto 2 libri su di se' (manco fosse Chuchill e Napoleone insieme) tu potrai scrivere 5 pagine su di me, no? E' il massimo che la mia noiosa vita consente. Pero' a un patto: che non ti azzardi a parlare di mie improbabili calvizie.
... ah si la mail: anarcamartin@yahoo.it
Kavdax il tuo "modestissimo blog" mi onora.
Le analogie con Mussolini, per me, si riducono a due:
-il proporsi come alternativa di una classe politica inconcludente, corrotta etc.
-la pretesa (che diventò fattuale per Mussolini e non per Grillo, per fortuna) di prendere il posto non solo della classe politica, ma del parlamento, delle istituzioni, dello stato.
Perciò, la filiazione che invece salta agli occhi è quella da Mani Pulite, disastro terribile che evidentemente ha insegnato poco.
Sull'assenza di qualsiasi estetica sono d'accordo, e questo è un segno tipico della sinistra italiana, che l'estetica l'ha eliminata da tempo dal suo orizzonte, in favore di una presunta superiorità morale. Con un orgoglio che ha del patetico.
vincenzillo.splinder.com
anarca, avrei voluto scrivere un post cos�. siccome non l'ho saputo fare, lo copio. muahaha
Caro Anarca,
sarebbe bello se ti occupassi di un problema immenso che affligge da molto tempo il popolo sovrano.
Tu sai che il debito pubblico è una truffa colossale ai danni del popolo sovrano e che consiste nella stampa e nella emissione a costo zero, dal nulla e senza copertura, di denaro, da parte delle banche centrali (BCE., FEED, Bankitalia S.P.A, ecc. - banche private e non pubbliche come vorrebbero farci credere), che viene poi prestato al suo valore nominale e con gli interessi(in cambio di titoli di stato), agli stati nazionali i quali, anzichè stampare moneta "preferiscono" farsela dare in tal guisa dai banchieri, per i bisogni della collettività?
Tu sai che le tasse che sborsa il popolo "bue" per pagare questo debito-truffa e i relativi interessi servono SOLO ad arricchire le banche e chi ci sta dietro e... a lato?
Sarebbe bello se anche tu provassi ad occuparti di questa cosa!
Un saluto ed un ringraziamento a nome di tutti coloro che sono arrivati al limite della disperazione e del suicidio per insolvenza!
hmmm l'istituto luce è quello con l'aquilotto e tutto in bianco e nero?
la tv della libertà è a colori!
A scanso di equivoci specifico il senso di una mia frase infelice. Quando dico "che diventò fattuale per Mussolini e non per Grillo, per fortuna", intendo che sono contento che Grillo non legiferi per l'Italia. Quanto a Mussolini, non rimpiango l'epoca in cui arrivò a farlo.
vincenzillo.splinder.com
Sicuramente è cosi come hai descritto tu, caro amico, Grillo è un fenomeno sinistro figlio di cultura esteticamente brutta e ideologicamente moderogiacobina, nulla a che vedere con quella follia primitiva folle e sincretica che era rappresentata da quel romagnolo (non ha citato Corridoni..unico vero esempio per M).
Tuttavia è un fenomeno complesso che attrae folle e incala energie, e rischia con un capitombolo di rigenerare la sinistra e di darle slancio dopo una "lavata"..
Grillo ha azzeccato il mezzo di comunicazione e secondo me dietro viene amplificato ad arte per scompaginare la politica nel Suo insieme (toglie argomenti all'opposizione...e disarciona la classe dirigente di sinistra..magari per sostenere gruppi nuovi si sinistra o gruppi economici che vogliono una Politica debole nel Suo insieme)
La verità che dobbiamo trovare il ns Sarcozy, o meglio il ns Cincinnato l'uomo pubblico che con umiltà e disponibilità si mette a servizio di tutti incarnando la tradizione e costruendo la modernità...
NT
Beh... per una volta ci può fare pure bene :)
Attendo paziente la risposta dell'anarca ;)
Ciao!
Anarcuccio: io rissaiola? ma se con te mi tengo sempre...Ho un debole lo sai: adoro sempre chi sa scrivere e se è di destra ancor di più....e se poi è un uomo raffinato ancora di più e di più. Che t'assicuro, in giro di uomini di destra raffinati se ne incontrano sempre meno... Quelli di sinistra non lo sono per scelta (ed impossibilità costituzionale...). Chi resta quindi? Resta pescare qua e là le menti migliori, sottrarli all'influenza dei peggiori e cercare ciò che unisce e non divide. Insomma il progetto fusionista iniziale di Tqv che era un gran bel progetto.
Ma ci capiamo lo so... :-)))
Insomma tutto 'sto casino per un po' di ironia. Comunque il post serviva solo per dire questo: Grillo e' un fenomeno che si esaurira' presto; mediatico e umorale tutto interno alla sinistra. Il problema e' li' in quell'emisfero dove permane la solita tendenza a pensare le proprie nevrosi come crisi del paese mentre basterebbe mettersi sul lettino dal proprio psicanalista e non rompere i coglioni al resto del mondo. E' questa sinistra fallimentare a essere in crisi altro che la politica. E' Paolo Mieli e il corrierino a non saper piu' che pesci prendere; e' la Confindustria prodiana di Montezemolo genuflessa ai vecchi poteri a non saper piu' che fare. E' quella parte di classe intellettuale che per 5 anni ci ha rotto le palle con il pericolo totalitario e oggi rimane in un imbarazzante silenzio di fronte allo sfregio continuo delle regole istituzionali e democratiche. Ecco e' tutto questo che e' in crisi. Andatelo a dire ai 2, 3, 10 milioni di tricolori in piazza nel dicembre scorso; andatelo a dire ai milioni del Family day che la politica non c'e' piu'. La politica e' morta nelle piazze vuote dei sindacati e dei loro pensionati e nei teatri deserti dei finti capipopolo moralisti del nuovo Pd. E allora dopo che per anni ci hanno descritto con i loro giornali, i loro cabarettisti, i loro registi da cinema d'essai, i loro scrittori, i loro funghi allucinogeni, l'Italia peggiore del mondo e hanno promesso che ora tutto cambiera' e si ritrovano con questo deserto di valori e di idee, dove arrivano a volere i lavavetri in galera... beh e' normale che a qualcuno sia venuto in mente che la figura del coglione l'abbia fatta veramente nel votare questi. I 30.000 in piazza a Bologna sono tutti, uno per uno, elettori del csx. E' questo che sta seminando il panico. E' questo che spinge a urlare al nuovo fascismo per esorcizzare un elettorato ormai disincantato e deluso. Fate un giro per i blog di sinistra, quelli piu' intelligenti tipo questo e leggete lo sfaldamento morale ed emotivo. E' questa la paura, oltre le primarie gia' costruite a tavolino... la morte della politica a sinistra. Qualcosa di piu' grave dell'antipolitica molto politica di Grillo...
P.S.: cavolo questo commento meritava un post! :-((
Ci sono solo due analogie tra Grillo e Mussolini. la prima riguarda l'interlocutore: un'Italia con le palle piene. La seconda la professione: entrambi comici.
Elifas
Martin non ti agitare!!!Hai provato ad esorcizzare il fascismo cattivo con quello buono, e ti è andata male...vecchio retaggio dell'anti...lascia che si lamentino...resta loro Lamberto Dini...
Corto... tu non sai chi e' Elifas. :-))) ti sorprenderebbe perche' la sua critica in realta' e' evoliana.
P.S.: non mi agito mai. Troppo pigro per farlo :-)
Mi basta che non sia Giuli!!! :D
Grande Martin, stoicismo nel tramonto di eumeswil!!!!un abbraccio
Caro Mthrandir,
lo so, lo so che il fascismo e il nazionalsocialismo erano socialismi, ed é proprio l'argomento che uso con coloro che lo ignorano qui dove vivo io, quando paventano l'arrivo della "destra" ( i conservatori).
La destra che é sempre cattivissima e contiene tutti i mali del mondoe cioé tutti gli "ismi" inventati per bloccare qualsiasi cambiamento e le libertà individuali.
Volevo solo lamentare il fatto che dappertutto nel mondo si usa la parola fascismo per illustrare tutti i soprusi o le dittaure, quando ci sono altri grandi colpevoli nella storia.
E il fascismo fu invece un'esperienza si' terribile e drammatica, ma molto circoscritta alla realtà italiana.
Nessun rimpianto, anzi, ma basta con questo linguaggio che ci fa ripiombare in un'epoca che nemmeno abbiamo vissuto.
Qui abbiamo un capopopolo, un comico, da quattro soldi che aizza le folle scontente della sinistra. (Faccia pure, forse é l'ultima spiaggia degli elettori della sinistra)
Invece agli inizi il fascismo ebbe , come ha ben scritto il nostro Anarca, tutt'altri ideologi, altra grandezza, seppur poi nefasta.
Ma non me la prendevo con te direttamente, assolutamente! :-)
Martin e' vero.
E' la sinistra che sta rifluendo nelle piazze elettroniche. L'agitazione di questi giorni e' certamente un fenomeno interno a quella parte politica che dal naufragio di questo sistema ha ricevuto un colpo di grazia definitivo, tra "capo e collo", come si dice dalla nostre parti.
Coscienti in massima parte del fatto che il Pd nasca gia' vecchio e che non rappresenti nulla la somma di due niente, torniamo stanchi e carichi dei nostri conflitti insoluti verso i nuovi punti di accumulazione della rete o della piazza.
Su questo non ci piove.
Ma c'e' un velato sillogismo nascosto non tanto nel tuo pezzo principale quanto nel tuo ultimo commento ai post che non condivido e che trovo ardito. Tu, per certi aspetti, riempi un vuoto a destra con un "non pieno" che arriva da sinistra. Mi spiego meglio. Rimanendo sacrosante le osservazioni che fai sulla sx, attribuisci, con uno strano senso del contrappasso, manifestazioni opposte, complesse e coniugate, alla nostra destra contemporanea. Se la sinistra e' in preda a delle convulsioni terminali, la destra non mi sembra scoppi di salute e non bastano a me, che ho mangiato pane e parrocchia per 20 anni, quattro sbandierate organizzate con l'aiuto del consiglio pastorale o dei conti numerici su elezioni perse per finta per convincermi del contrario. Se da una parte si cerca ancora il proprio Blair tra gli scarti di lavorazione di una fabbrica fallita, questo non significa automaticamente che dall'altra si sia identificato un Thatcher nella esperienza fallimentare di 5 anni di un governo che avendo fatto del liberismo economico una bandiera non ha saputo poi nemmeno liberalizzare le licenze di taxi, in preda come era di lobbies partitiche interne.
Non e' la logica del bilancino la mia: niente di qua ma anche niente di la. Quello che dico e' che la crisi e' proprio politica perche' entrambi le parti vivono momenti critici con identita', manifestazioni e eco differenti, poiche' sono differenti le nature. Se e' Grillo la "novita' antipolitica" di una parte, esplosa solo oggi perche' solo oggi il fallimento appare con tutta la propria ineluttabilita' alle persone oneste, e' stata chiaramente Berlusconi la novita' antipolitica analoga dall'altra, la materializzazione del malessere, l' occupazione di uno spazio lasciato vuoto da una fuga.
Il paragone quindi non e' tanto tra G. e M. quanto tra G. e B. e in questo ultimo caso sono convinto che il tuo forte senso estetico ti costringera' a riequilibrare i giudizi, perche' i giro panza lardosi non sono poi tanto peggio delle bandane ferragostane ( Si scherza, eh!)
Tu mi dirai: "Ma il B. c'e' da 13 anni, non si puo' rappresentare un conflitto, una malattia, una crisi per 13 lunghi anni." Lo si puo' fare, rispondo io, purche' ci si scelga i nemici migliori.
Grazie per i tuoi post, sono flebo di glucosio che arrivano dritte al cervello.
P.S. Struggente il grido di dolore del volenteroso boy-scout che hai linkato. Se lo nota qualcuno della "cricca" ne fa il soggetto per un film.
Lo sapevo che si sarebbe arrivati al paragone Berlusconi-Nullità grillesca.
Ma allora a sinistra non avete imparato la lezione!
Il mal comune-mezzo gaudio del commento qui sopra é quanto mai sfasato.
I problemi della destra sono minimi, normali e gestibilissimi.Noi abbiamo un leader ancora molto forte e che non é stato travolto come speravano i suoi detrattori.
É ancora un gran punto di riferimento, mentre dall'altra parte si annaspa nel vuoto.
E non facciamo paragoni tra un gran imprenditore, amministratore, organizzatore, seppur bandanato e giovanilista, e un ometto grasso che sfrutta la debolezza della sinistra.
Lontana sei una negazionista. Puoi mettere la testa sotto la sabbia ma negare che la destra sia nonostante tutto in profondissima crisi e' negare l'evidenza.
Antonio
Caro Pietro, da una parte ci sono i PROGETTI POLITICI, la capacità cioè di rendere concreta un'idea di società, una visione d’insieme e organica di cosa fare. Dall'altra ci sono le CULTURE POLITICHE; è qui il problema è diverso. Il “progetto politico” è in crisi da entrambe la parti e per questo entrambe le parti cercano di riorganizzare soggetti politici nuovi e diverse articolazioni del sistema. La “cultura politica” è in crisi sostanzialmente da una parte sola. O meglio è per lo più la cultura politica della sinistra (con la complessità di questa definizione) a non avere i contenuti e neppure i linguaggi per capire ed accogliere le trasformazioni in atto.
I grandi processi di modernizzazione che hanno attraversato il '900 sono stati prevalentemente governati da "destra" (e questo escludendo il fascismo che in Italia realizzò la modernizzazione del paese); questo paradosso che si lega alla capacità di queste culture politiche (conservatrici, liberali, popolari, identitarie) di concepire la politica non come ideologia ma come reale governo della polis. Capacità di capire che la politica non dev'essere "bella" come ci insegnano i professorini del futuro PD, ma deve funzionare.
Se penso alle leadership che hanno saputo nel '900 governare le trasformazioni e spesso anticiparle, definire autorità o cambiare linguaggi e tempi della politica e della società, mi vengono in mente Churchill, De Gaulle, Adenauer, De Gasperi, Thatcher, Khol, Aznar... ora Sarkozy. Con l'eccezione di Mitterand e Blair (che tanto di sinistra non erano( non mi ricordo altri leader europei di sinistra... tanto che Veltroni, che ha sempre bisogno psicologicamente di papà di riferimento, si è dovuto andare a cercare Olaf Palme come leader storico del nuovo PD. Non so se mi spiego.
La sinistra italiana paga il suo retroterra ideologico con cui non ha mai voluto fare i conti, sperando che il tempo cancellasse la memoria e risolvesse in maniera neutrale il riciclaggio ideologico della sua leadership. Ma la mancanza di fondamento lascia superficialità. E’ questa la sensazione di oggi. Una superficialità sui grandi temi del nostro tempo, che lascia senza parole.
A destra hai volgarità (sicuro!), sciatteria (sicuro!), non eleganza (sicuro!), ma almeno hai culture politiche che se inserite in un progetto sensato sanno dare risposte sui grandi temi del nostro tempo: nuova laicità dello stato, guerra al terrorismo, collocazione internazionale, immigrazione, legalità, bioetica, economia. E’ già un passo avanti rispetto a chi vuole rifare la breccia di Porta Pia, a chi pensa che il terrorismo sia un’invenzione di Bush, a chi va a braccetto con Hezbollah, a chi ha distrutto la Bossi-Fini per poi arrestare i lavavetri…
P.S. Grazie per i tuoi commenti sempre molto sensati.
Giù il cappello. Una piacevole lettura anche se è (quasi) notte fonda.
Elly
a me sembra incredibile che così tanti italiani abbiano bisogno di un leader come beppe grillo, che sentano la necessità di un giullare che pensi e parli per loro; mah... dirà pure cose giuste, ma a me sembra che abbia scoperto l'acqua calda. ma insomma, ma c'è davvero bisogno dell'intervento di beppe grillo in codesto paese per risvegliare un minimo di coscienza e dignità nella gente?
all'estero tutta questa storia viene presentata come il solito teatrino tragicomico italiano, curioso e buffo. che tristezza
Anche se ho solo 16 anni mi interesso di politica e controinformazione volevo solo rendervi partecipi del mio pensiero.. una persona che FA' NOME E COGNOME dei malviventi che ogni giorno ci governano, che rappresenta tutti i piccoli azionisti rovinati dalla telecom italia, che riesce a denunciare la maggior parte del marciume che inonda il nostro paese..beh.. di certo preferisco essere rappresentato da lui e non da bossi o calderoli. ma vi rendete conto che persone che stanno al parlamento europeo si permettono ancora di discriminare le popolazioni, e lo fanno soltanto in base all'etnia e alla tendenza sesusale.. Via i negri e i culattoni dal mio paese, questo è quello che ha detto un esponente della lega nord in un discorso ufficiale.. ma aprite gli occhi e fate funzionare il cervello atrofizzato dai troppi reality show e dai culi delle veline! ragionate bene, e capirete.
ringrazio tutti quelli che arriveranno a leggere fino a quì quella che è solo un opinione, un opinione diversa dalle vostre,ma che và ugualmente presa in analisi.
saluti, Damiano
Ma si vergogni a pubblicare solo commenti favorevoli e a censurare ogni critica. Lei è un miserabile.
Ricordando che l'ascesa di Grillo è stata preceduta da D'Alema e la crisi della politica, e anche dal libro sulla casta che tanto sta giustamente indignando, chi come me ha vissuto gli anni dell'impegno politico (70/80) sa che la crisi non è negli uomini o nei partiti, ma degli ideali e delle sfide che la società deve affrontare e anche per questo la sinistra è in crisi, sono anni che sotto il vestito "niente".
Personalmente diffido dei telepredicatori e dei disfattisti che fanculizzano tutto e tutti fornendo come alternativa il nulla.
Quando vedo uno con condanne penali che si scaglia contro i pregiudicati in Parlamento o un giornalista che parla di una casta cui lui non deve essere proprio estraneo per aver fatto cotanta carriera, mi rendo conto che ci troviamo nuovamente in quella situazione falsamente inquisitoria che ha prodotto quella barbarie chiamata Tangentopoli.
La definisco una barbarie perché, come scrive Carlo Giovanardi nel suo bellissimo libro "Storie di straordinaria ingiustizia, arrestati, infangati e prosciolti", l’80 % dei politici del pentapartito (Dc-Psi-Psdi-Pri-Pli e guarda caso non del Pci) incappati nel ciclone di Mani Pulite, sono stati assolti dopo essere stati distrutti dal punto di vista morale, familiare e politico.
Quando si crea un clima di questo genere, non c’è mai la serenità per fare una seria analisi delle criticità ma si finisce quasi sempre per instaurare la legge del taglione e la dittatura di chi urla e fanculizza di più.
Intendiamoci, non mi sognerei mai di proclamare il dogma della verginità della politica ma mi rendo conto che i privilegi degli Onorevoli ci sono sempre stati ( e per una sorta di deferente rispetto per le Istituzioni Patrie di cui dovrebbero essere degni rappresentanti li giudico in parte giusti) ma oggi vengono mal sopportati per l’immobile, truffaldina e spocchiosa incompetenza che questi dimostrano nel fingere di interessarsi ai problemi della gente.
Il vero problema è l’assenza della Politica vera e non le velleità golpiste di certi saltimbanchi.
I nostri politici sono superficiali ed incapaci di analizzare a fondo i problemi del Paese, di elaborare risposte adeguate, di andare oltre la battutina ad effetto o lo slogan recitato in tv con l’espressività dello scolaretto che dice la poesia.
Pensano che la politica consista nell’andare da Vespa o da Mentana a fingere di inalberarsi per le affermazioni del contendente cercando di coprire con urla alla Platinette il già povero ragionamento dell’avversario … in poche parole non sanno come si fa girare la macchina dello Stato e cercano di sopperire con il presenzialismo e la logorrea comunicativa.
Il giochetto, essendo tale, dopo un po’ finisce e se non ci sono contenuti politici la gente si stanca della Politica fatta a Buona Domenica e reclama risposte.
Ma perché la politica non fornisce soluzioni?
Ci sarebbero una moltitudine di cause a spiegare tale situazione.
Probabilmente Tangentopoli ha sancito la scomparsa prematura di una classe politica che non ha avuto il tempo di selezionarne una nuova facendo piazza pulita di gente che, tra mille difetti, aveva il pregio di conoscere bene il funzionamento delle leve da utilizzare per avviare la macchina dello Stato.
Sicuramente il Pentapartito ha avuto la grave colpa di accumulare un debito pubblico che rende ingestibile il nostro Paese ma è inaccettabile che l’Italia pretenda risposte da Pallaro, Cosimo Mele, Turigliatto, Schifani, Pecoraro Scanio (Conveniunt rebus nomina saepe suis che tradotto in italiano: Spesso i nomi sono adatti alle cose cui appartengono), Santagata, Rutelli o Calderoli.
Un’altra causa risiede nel fatto che ormai la politica non si rivolge più alla gente nella ricerca del consenso ma cerca apparentamenti con lobbies in grado di coagulare consensi e contributi economici divenendone schiava… ed in questo anche noi cittadini ci lasciamo strumentalizzare da centri di potere nella speranza di ottenere qualcosa in cambio non comportandoci meglio dei politici che definiamo corrotti..
In uno scenario in cui c’è la totale assenza di valori sia tra gli elettori che tra gli eletti si inseriscono a mò di sciacalli i paladini dell’antipolitica che al grido costruttivo ed edificante di andatetuttiaffanculo non favoriscono un’analisi attenta e costruttiva ma tirano fuori la parte più becera e forcaiola che risiede nell’ animo di ognuno di noi.
Sia ben chiaro che anche Grillo ha la sua buona dose di ragioni ed infatti molte delle cose che dice sono largamente condivisibili ( gli sprechi, il malaffare, l’incapacità della classe dirigente).
Certo nella foga retorica e forcaiola dice anche cose meno condivisibili tra cui mi piace ricordare il doppio mandato e l’ineleggibilità dei pregiudicati.
Sono contrario al doppio mandato perché se ci fosse un turnover ogni dieci anni ci troveremmo quotidianamente ad affidare le nostre sorti ai neofiti della politica mentre sarebbe opportuno che tale compito fosse affidato a chi ci capisce; non amo questo nuovismo stupidino.
Avremmo mai conosciuto le capacità di De Gasperi, Almirante, Berlinguer, Remo Gaspari, Andreotti, Spadolini ecc se fossero stati mandati a casa dopo due mandati?
Sull’ineleggibilità dei pregiudicati, rivendico ( da incensurato) il diritto dei cittadini di scegliersi i rappresentanti indipendentemente dalle condanne.
Poi la vedo una cosa pericolosa perché, con i tempi che corrono, l’arma giudiziaria potrebbe essere usata per eliminare l’avversario politico.
E poi dove sono le alternative allo stato attuale delle cose che questi paladini dell’antipolitica propongono? Mi pare che facciano solo tanta demagogia-
Un’ultima parola la voglio dire su quello che oggi appare come il capro espiatorio della casta: Clemente Mastella.
Personalmente mi è simpatico, mi sembra il più ragionevole nell’attuale maggioranza ma a mio avviso si è fatto inspiegabilmente strumentalizzare dai suoi alleati.
In un Paese in cui Lidia Menapace vuole abolire le Frecce Tricolore e poi usa voli militari per spostarsi da Roma a Lecce, in un Paese in cui Bertinotti pensa di aver moralizzato il Palazzo portando il costo del barbiere della Camera dei Deputati da 8 a 15 euro, in un Paese in cui Follini incassa i voti a destra e li porta a sinistra, in un Paese in cui i leaders conservatori parlano della famiglia e sono tutti divorziati, nel Pese del dalemiano “ dai Consorte facci sognare” e del Fassiniano “ abbiamo una banca?”, ma quali volete siano le particolari colpe del Clemente nazionale?
Gramsci teorizzava di occupare le casematte del potere al fine di ottenere un consenso forte e duraturo.
Peccato che l’attuale sinistra, non essendo all’altezza dei comunisti di un tempo, ha perso il totale controllo dei saltimbanchi e musici foraggiati per anni i quali hanno pensato bene di mettersi in proprio e di farsi largo anche a danno dei propri mecenati.
La casta dei giornalisti invece, per ovvie ragion di stipendio, è rimasta fedele alla parte politica da cui bene o male dipende.
Siccome anche i buffoni hanno un’etica, i vari Grillo e Guzzanti, non se la sono proprio sentita di risparmiare frecciate all’attuale maggioranza che vive tale attacco come un dramma in quanto non abituata a campagne medianiche i denigratorie.
Capisco anche che quando per anni ti presenti come chi incarna la parte eticamente e geneticamente migliore dell’Italia non deve essere facile riscoprirti dipinto a fare affari come un volgare appartenente alla CDL e ad amministrare la Cosa Pubblica come Cuffaro qualsiasi.
Però devi anche capire che chi oggi ti attacca dipingendoti in quel modo, è un prodotto disorientato ed imbufalito del superomismo che tu hai predicato per anni… è un mostro che hai creato tu dirigente della sinistra.
Allora qual è il modo migliore per evitare che questo fiume di … detriti.. ti sommerga?
Massìììì facciamo dire ai nostri sodali giornalisti che è tutta colpa di quel porco di Mastella!!!
E allora chissenefrega se l’indulto lo ha votato l’82% dei Parlamentari: è colpa di Mastella.
Chissenefrega se in affittopoli ed in svendopoli sono coinvolti tutti: è Mastella che ha arraffato gli appartamenti.
Chissenefrega se sul famosissimo aereo di Stato c’erano Mastella e figlio, Rutelli e famiglia, Lusetti e famiglia: è il solito Mastella.
Chissenefrega se le mogli di molti politici hanno posti nel palazzo: è la Signora Mastella il vero scandalo!!!
L’unico dubbio che mi attanaglia è il seguente: ma perchè Mastella (che non è certo nato ieri) non si sottrae a questo abbraccio mortale?
Ma davvero un Ministero vale l’annientamento politico?
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