Venditti: il compagno di scuola, compagno per niente...
Scena 1: l’Anarca è nella terra dei Bretti, la verde Calabria indoeuropea per la meritata vacanza piccolo-borghese. La mattina del 20 agosto, tradendo le promesse fatte alla partenza, cede alla tentazione di leggere un giornale e compra il Corriere della Sera ritrovandosi sdraiato in spiaggia a gustarsi la superlativa intervista ad Antonello Venditti sulle primarie del PD. Ognuno dovrebbe fare il suo mestiere e quando un cantante decide di parlare di politica la possibilità che dica stronzate è inversamente proporzionale alla dignità che acquisterebbe con il silenzio. Se poi a parlare è un quasi 60enne bollito che ormai non azzecca una canzone neanche per sbaglio, un senso di pietà ipocrita pervade l’animo dell’insensibile Anarca e lo induce a ritenere la vecchiaia non più una virtù ma una colpa inevitabile. Ma perché, se uno vuole dire cazzate, non apre un blog come ho fatto io, invece di rilasciare interviste?
Sia chiara una cosa, l’Anarca ha amato molto Venditti e forse lo ama ancora: "Roma Capoccia" meriterebbe un posto d’onore tra le canzoni d’autore del secolo. "Modena" è un gioiello inestimabile per l’ammissione sincera ("con le nostre famose facce idiote, eccoci qui") e per l’indimenticabile sax di Gato Barbieri. Eppoi tutte quelle donne, "Lilly", "Sara", "Giulia" che raccontavano amori e drammi, speranze e storie vive. Insomma, dispiace che uno come Venditti venga ricordato solo come "er Mameli della Roma", per quanto, quando la Sud intona imponente "Roma Roma Roma" pure ai tifosi del Liverpool scorre un brivido lungo la schiena.
E allora, passi la chicca su "Roma non è mai stata così bella" come con Veltroni e sulla raggiunta "qualità della vita", negli stessi giorni in cui Giuseppe Tornatore è stato pestato da tre balordi mentre passeggiava sull'Aventino; una piccola défaillance che si perdona ai poeti di corte perchè nessuno sa quanto è faticoso omaggiare il proprio sovrano.
Ma la rivelazione per l'Anarca è stata la vera storia della nascita del Pd. Dice Venditti: "del Pd con Veltroni ne parliamo fin dal 1976". Cazzo! Trentuno anni che ne parlano e ancora lo devono fare. Quando si dice il decisionismo! Siamo a metà degli anni '70 "eravamo a prendere il caffè da Vezio, il bar dietro a Botteghe Oscure. E io chiesi a Walter se non fosse il momento per i riformisti come lui (…) di andare oltre il Pci a costo di uscire dal partito, per costruire un partito nuovo aperto agli altri riformisti laici e cattolici". Niente male per uno che proprio nel 1976 scriveva "Nostra Signora di Lourdes" coglionando il compromesso storico e i primi tentativi di sintesi politica tra cultura comunista e cattolica di sinistra. Memoria corta del cantante bollito che continua: "Veltroni era un po' il nostro piccolo Budda. Quello che in futuro poteva trasformare il Pci a nostra somiglianza: meno settario, lontano da Mosca, attento ai diritti civili". Certo, lontano da Mosca ma ovviamente con i soldi di Mosca che finanziava non solo il partito dove il piccolo Budda lavorava, ma anche le feste dell’Unità dove Venditti andava a cantare. Dopo il 1976 ci fu Solidarnosc in Polonia, piazza Tien Ammen, il Muro di Berlino che crollò portando alla luce l’orrore del comunismo dell’est. Da un poeta cantautore "attento ai diritti civili e lontano da Mosca" uno si sarebbe aspettato negli anni una canzoncina, una strofa, almeno un ritornello su tutto questo. Niente. L’attenzione ai "diritti civili" si limitava alla chiacchierate al bar di Vezio. In compenso una bella canzone contro Berlusconi non poteva mancare nel repertorio del cantautore bollito. Eppoi ovviamente l'outing del bollito corretto: Veltroni "del comunista non aveva proprio nulla. Parlavamo di cinema, di musica e giocavamo a pallone". Non so se mi spiego: giocavano pure a pallone. Come si fa a dire che erano comunisti? E lo stesso Venditti, ovviamente mai stato: "io mi sono sempre sentito sia laico che cattolico". L'Anarca ha chiuso e si è tuffato nelle fresche acque greche di Sibari pensando incuriosito: ma se nessuno nel Pci era comunista, negli anni '70 i comunisti dove stavano? Nella DC?
Sia chiara una cosa, l’Anarca ha amato molto Venditti e forse lo ama ancora: "Roma Capoccia" meriterebbe un posto d’onore tra le canzoni d’autore del secolo. "Modena" è un gioiello inestimabile per l’ammissione sincera ("con le nostre famose facce idiote, eccoci qui") e per l’indimenticabile sax di Gato Barbieri. Eppoi tutte quelle donne, "Lilly", "Sara", "Giulia" che raccontavano amori e drammi, speranze e storie vive. Insomma, dispiace che uno come Venditti venga ricordato solo come "er Mameli della Roma", per quanto, quando la Sud intona imponente "Roma Roma Roma" pure ai tifosi del Liverpool scorre un brivido lungo la schiena.
E allora, passi la chicca su "Roma non è mai stata così bella" come con Veltroni e sulla raggiunta "qualità della vita", negli stessi giorni in cui Giuseppe Tornatore è stato pestato da tre balordi mentre passeggiava sull'Aventino; una piccola défaillance che si perdona ai poeti di corte perchè nessuno sa quanto è faticoso omaggiare il proprio sovrano.
Ma la rivelazione per l'Anarca è stata la vera storia della nascita del Pd. Dice Venditti: "del Pd con Veltroni ne parliamo fin dal 1976". Cazzo! Trentuno anni che ne parlano e ancora lo devono fare. Quando si dice il decisionismo! Siamo a metà degli anni '70 "eravamo a prendere il caffè da Vezio, il bar dietro a Botteghe Oscure. E io chiesi a Walter se non fosse il momento per i riformisti come lui (…) di andare oltre il Pci a costo di uscire dal partito, per costruire un partito nuovo aperto agli altri riformisti laici e cattolici". Niente male per uno che proprio nel 1976 scriveva "Nostra Signora di Lourdes" coglionando il compromesso storico e i primi tentativi di sintesi politica tra cultura comunista e cattolica di sinistra. Memoria corta del cantante bollito che continua: "Veltroni era un po' il nostro piccolo Budda. Quello che in futuro poteva trasformare il Pci a nostra somiglianza: meno settario, lontano da Mosca, attento ai diritti civili". Certo, lontano da Mosca ma ovviamente con i soldi di Mosca che finanziava non solo il partito dove il piccolo Budda lavorava, ma anche le feste dell’Unità dove Venditti andava a cantare. Dopo il 1976 ci fu Solidarnosc in Polonia, piazza Tien Ammen, il Muro di Berlino che crollò portando alla luce l’orrore del comunismo dell’est. Da un poeta cantautore "attento ai diritti civili e lontano da Mosca" uno si sarebbe aspettato negli anni una canzoncina, una strofa, almeno un ritornello su tutto questo. Niente. L’attenzione ai "diritti civili" si limitava alla chiacchierate al bar di Vezio. In compenso una bella canzone contro Berlusconi non poteva mancare nel repertorio del cantautore bollito. Eppoi ovviamente l'outing del bollito corretto: Veltroni "del comunista non aveva proprio nulla. Parlavamo di cinema, di musica e giocavamo a pallone". Non so se mi spiego: giocavano pure a pallone. Come si fa a dire che erano comunisti? E lo stesso Venditti, ovviamente mai stato: "io mi sono sempre sentito sia laico che cattolico". L'Anarca ha chiuso e si è tuffato nelle fresche acque greche di Sibari pensando incuriosito: ma se nessuno nel Pci era comunista, negli anni '70 i comunisti dove stavano? Nella DC?
Scena 2: è il primo settembre e l’Anarca è in fila sulla Salerno-Reggio Calabria. Alla quarta ora di lamiere e di sole implacabile decide di uscire nella Valle di Diano per evitare il termitaio degli autogrill. Approda nel ridente paesino di Sala Consilina in provincia di Salerno e lo scopre tappezzato di manifesti che annunciano il grande concerto di Antonello Venditti e della sua "great band". Un favoloso concerto in occasione della festa patronale della Madonna del Castello a Sala Consilina. Il romantico afflato raccontato al Corriere della Sera ha trovato ora il suo epilogo. Il sogno rivoluzionario è diventato sagra paesana. Dal '76 ad oggi, dal famoso caffè al bar Vezio, l’incontro tra i comunisti mai stati comunisti e i cattolici progressisti mai stati cattolici è finalmente avvenuto nel progetto del grande Partito Democratico. Il piccolo Budda si è reincarnato per la quarta volta, ha raccattato lungo la strada il peggio del cattolicesimo moralista e democratico (da Don Milani a Rosy Bindi) ed è partito alla conquista del mondo senza dimenticare i poteri forti. Il poeta di corte ormai bollito, è passato dalle Feste dell’Unità con Berlinguer alle feste patronali di Sala Consilina: il lungo viaggio verso il PD si è concluso, siamo pronti alla nuova era dei "diritti civili lontani da Mosca". Viene in mente una bellissima canzone di un famoso cantante che piaceva anche a noi e faceva così:
Compagno di scuola, compagno di niente,
ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola, compagno per niente…
Compagno di scuola, compagno di niente,
ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola, compagno per niente…
Etichette: sinistrerie, veltronismo
30 Comments:
Della triste serie del "quando si stava peggio"...sarebbe bello trovare uns colonna del corriere, un cantante missino, che nel 76 sognava il partito delle libertà con pinuccio...è aperta l'asta!
Martin bentornato, ti vedo in perfetta forma :-)
Carlitos
¡come si nota quando NON scrivi per un giornale!
Dai romanisti non ci si può aspettare niente di meglio... ;)
a.man.
post spet-ta-co-la-re...
Lucy
Ma dai, sei un grande davvero! Più andavo avanti nella lettura e più ridevo. :)
giù il cappello. Complimenti
Grandissimo. Ma i comunisti ante strappo o post strappo, perchè bisogna esser precisi.
Mthrandir
Venditti, tremendo Venditti!! Scusa la freddura Martin, ma non mi stupirò mai della faccia di bronzo di certi compagni. Stanno lì ad affannarsi a dire che loro, sì erano comunisti, ma quelli diversi. Cervelli puri, lucidi e penetranti che parlano di diritti civili e distinguo partitici con la charoveggienza da far invidia alle Sibille, ma tanto umani nella loro "divinità" da giocare teneramente a pallone. Ma bisogna capirlo il Nostro, per rifarsi una verginità ha bisogno di una strategia retroattiva che gli regali un alone da (ac)catto-comunista ante-litteram altrimenti come potrebbe passare così serenamente dalle feste dell'Unità a quelle dei Patronati? Vedrai che tra non molto lo vedremo a dirigere un concerto di chitarre dei Papa-Boys.
Ben tornato Anarca, durante la tua assenza ci sono state delle "infiltrazioni" poco in sintonia!
Ciao Corto, perchè c'erano cantanti missini nel 1976? Era il contrario. Nel '76 nessuno era missino...
Carlitos, si ottima forma. Sono dimagrito 3 chili
Ugo, io non ho mai scritto per un giornale, ho solo riportato un articolo di un tal Giampaolo Rossi.
Sindaco, lo sapevo che se sparavo su Venditti caricavi dalla Nord. Sempre scontate voi gallinelle d'acqua dolce...
Bentrovata Lucy, ma hai problemi di balbuzie?
Elly, :-)) ho proposto corsi di risoterapia sul blog. Non ho trovato un solo cliente. Dicono che se vogliono ridere basta sentire Prodi quando parla o Veltroni quando pensa. Niente da fare cesserò l'attività se non mi dai una mano tu che mi capisci. Accetto anche convenzioni con Asl....
Luciano, "giù il cappello" mi ricorda uno skecht spettacolare di Fabrizi con Totò. Ma come fai a portare il cappello con questo caldo?
Mith, in realtà i comunisti non sono mai esistiti. Sono stati una nostra proiezione... dico di noi reazionari. Come il dio di Feuerbarch. Per favore, finiamola con questa storia e pensiamo alle cose serie. Per esempio: chi glielo dice a Diliberto che è solo una proiezione dell'inconscio dell'Anarca?
Morrigan, ma te pare che i Papa Boys se fanno dirige da Venditti? Ma li hai visti a Loreto, tanti, belli, determinati? Quelli si che daranno una mano a cambiare il mondo. Mica si ritroveranno tra 40 anni tristi e bolliti, sul Corriere a dire che loro non sono mai stati cattolici perchè giocavano a pallone in parrocchia e che sognavano un Papa "lontano dallo Spirito Santo". Lo sanno anche loro che il Papa "è pagato" dallo Spirito Santo...come il Pci era pagato da Mosca...
Salve,
lo sapevate che il debito pubblico è una truffa colossale ai danni del popolo sovrano e che consiste nella stampa e nella emissione a costo zero, dal nulla e senza copertura, di denaro, da parte delle banche centrali (BCE., FEED, Bankitalia S.P.A, ecc. - banche private e non pubbliche come vorrebbero farci credere), che viene poi prestato al suo valore nominale e con gli interessi, agli stati nazionali i quali, anzichè stampare moneta "preferiscono" farsela dare in tal guisa dai banchieri, per i bisogni della collettività?
Lo sapevate che le tasse che sborsa il popolo "bue" per pagare questo debito-truffa e i relativi interessi servono SOLO ad arricchire le banche e chi ci sta dietro e... a lato?
Se non ci credete, cercate su internet la parola "signoraggio".
Scoprirete una realtà sconvolgente!
Grande post!
Se l'hai persa, mi permetto di allegare l'intervista rilasciata il 19 agosto al medesimo Corriere da Francesco De Gregori. Altra pasta. Altra musica.
De Gregori: amico di Walter, non lo voterò
Il cantautore: il modello Roma? Città bellissima non certo per merito suo. Alle primarie del Pd sosterrò la Bindi
Francesco De Gregori, tutti i giornali la arruolano sotto le bandiere di Walter Veltroni. È davvero così?
«È vero che sono amico di Veltroni, da tantissimi anni. Se mi metto a contarli, sono più di trenta. Ma essere arruolato mi dà un po' fastidio. Un conto sono gli amici, un conto i simpatizzanti ».
Lei non simpatizza?
«Mi piacerebbe fare il tifo per lui, se lo capissi. E finora non l'ho capito. Non sono molto d'accordo con certe cose che Veltroni dice e fa. Lui ha una grossa capacità di comunicare, di proporsi come elemento di novità. Ma quel che dice spesso è difficile da afferrare, da decifrare. Usa un linguaggio aperto a ogni soluzione, dice tutto e il contrario di tutto. Mostra una grande ansia di piacere, di essere appetibile a destra e a manca, che magari gli porterà molto consenso ma è poco utile a capire cosa sarà davvero il Partito democratico».
Lo sa che lei sta scendendo dal carro del vincitore?
«Mi rendo conto che accade di rado. Nel mondo della canzone, poi. Ma nel vincitore annunciato, ammesso che sia tale anche alla fine, non trovo una linea chiara. Sento un gran bel parlare, belle promesse, i riferimenti coltivati da sempre, Kennedy, don Milani, Olof Palme. Ma non riesco a ricondurlo a una chiara intenzione politica. E vedo che non sono l'unico ad avere questa difficoltà».
Che cosa in particolare non la convince nel suo linguaggio?
«Questo appellarsi di continuo al sogno, a un mondo migliore, ora vedo pure all'amore. Per carità, come si può essere in disaccordo, meglio basarsi sull'amore che sull'odio. Ma viviamo in un paese pieno di problemi. Buttare tutto sui sentimenti, cancellare le differenze, non significa dare risposte operative alle questioni di oggi».
Veltroni in campo rappresenta comunque una novità.
«Veltroni si presenta come un uomo nuovo, ma lo è fino a un certo punto. Veltroni è uomo navigato. Ha percorso abilmente la politica italiana degli ultimi trent'anni. Ora la sua candidatura è stata avanzata e sostenuta da poteri forti e consolidati, sempre gli stessi degli ultimi decenni. Non è l'homo novus tanto atteso. Mi convince poco anche questo clima di aspettativa, per cui tutti a dire che Veltroni è una risorsa, che Veltroni è l'uomo della Provvidenza... Non è scontato che sia il più adatto a fare voltar pagina al Paese; così come non dovrebbe essere così scontata la sua vittoria».
È un buon sindaco di Roma, no?
«Tutti parlano di modello Roma. Ma Roma mi pare sempre più una città che cerca di nascondere lo sporco sotto il tappeto. I grandi problemi di una grande città — traffico, sicurezza, legalità — sembrano più spesso elusi, che affrontati e risolti. Va da sé che Roma è bellissima, da San Pietro al Colosseo; ma certo non è merito di Veltroni».
De Gregori, le sue parole non passeranno inosservate. Lei è considerato uno degli artisti da sempre più vicini a Veltroni.
«Gli voglio un bene dell'anima. Abbiamo pranzato, cenato, siamo andati insieme in vacanza, sono stato suo testimone di nozze. Però non abbiamo mai parlato di politica. Anche quando dirigeva l'Unità e ogni tanto mi chiedeva un articolo, io glielo mandavo, lui mi diceva se gli era piaciuto o no, ma non c'è mai stata interferenza reciproca, né lui si è mai sognato di chiedermi consigli. Io lo prendevo un po' in giro per la storia dell'Africa: "Guarda Walter che non ci crede nessuno". Lui teneva il punto: "Ti dico che vado in Africa!". Almeno su questo, per ora ho avuto ragione io».
Dubita della sincerità con cui si vota alle varie cause?
«No. Veltroni magari è sincero. Ma la sincerità dei politici non ci deve riguardare. Appartiene solo alla loro coscienza. Ci riguarda la loro capacità. Quel che dicono, quel che fanno. E Veltroni risponde solo di quello che fa. Roma è raffigurata come il fantabosco. Non è così. La cultura è migliorata; ma la cultura è una ciliegina sulla torta. Non si fa una torta solo con le ciliegine, e non se ne parla parlando solo di ciliegine ».
Vede anche pericoli per Veltroni?
«Lui sa coltivare la sua immagine. Ha una grande potenza mediatica. Molti giornali fanno il tifo per lui. Proprio per questo, dovrebbe guardarsi dalla sovraesposizione ipertrofica. Deve stare attento ai veltroniani. Perché a volte i veltroniani sono controproducenti».
Chi sono i veltroniani?
«I Bettini, le Melandri, quando partono lancia in resta contro i nemici. "Chi attacca Walter semina veleni...". Ma dai! La ragazza deve stare attenta prima di parlare. E poi i Tardelli... Come si fa a essere contro Tardelli, il vincitore del Mundial? Ma l'Italia oggi è un paese sbandato, che ha bisogno di ricette meno spettacolari e più amare. E non so se Veltroni sia in grado di proporle. Al Lingotto non l'ha fatto. Forse lo farà da qui al 14 ottobre. Me lo auguro, perché l'idea del Partito democratico non è affatto male. La parola è bella, affascinante; ma non ci si può limitare alla scorza. La si deve riempire di contenuti, perché la gente vada a votare».
Quindi il progetto del Partito democratico la interessa?
«Sì. Mi auguro che le primarie abbiano successo. Che il nuovo partito ci porti fuori dalla politica stagnante di questi anni, non dia risposte ma ponga domande, conquisti credibilità, sappia chiedere sacrifici. Che stia lontano dalle paludi e dai pascoli consociativi, e nello stesso tempo stia lontano da una sinistra fondamentalista, sempre più decrepita e deprimente».
Lei voterà alle primarie?
«Credo di sì. E penso che voterò per Rosy Bindi, che mi sembra la vera novità di tutta questa storia. Dà l'impressione di essere più propositiva, più incisiva, più dirimente, più chiara. Più disposta a rischiare l'impopolarità. Più in grado di farsi dei nemici. Perché abbiamo bisogno di un leader che sappia farsi anche nemici, non solo amici».
Mi perdoni la malizia: non è che voi amici della prima ora siete un po' ingelositi dagli scrittori, dagli sportivi e da tutti questi ammiratori arrivati dopo, con cui Veltroni ha molto legato?
«Lei mi fa un torto intellettuale se pensa che possa essere geloso della Melandri o di Tardelli ».
Aldo Cazzullo
Martin, la canzone di venditti continuava cosi':
compagno di scuola, compagno per niente/ ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?/
Forse era meglio entrare in banca che ridursi a cantare in una festa patronale.
Ronny
Martin, ho le lacrime agli occhi. Grazie.
Per la verità, le lacrime erano cominciate fin dal sottotitolo del blog, ma erano di nostalgia. Jünger è una mia grande passione, che coltivo fin dall'università. Poter dialogare con Martin, con Lucius, con l'Anarca, mi dà quasi un senso di vertigine... :-)
E grazie anche a david locke, mi ero perso l'illuminante intervista.
vincenzillo
(se vuoi mi trovi su vincenzillo.splinder.com)
...a malincuore ti dico... gran bel post!
Solegemello
"Solo un pianista di piano bar!" lo defini' De Gregori una volta tramontati i bei tempi del Folkstudio. Oggi non basterebbero 3 scudetti di seguito, 2 Supercoppe e 3 Champions per fargli scrivere qualcosa che sia, almeno sentimentalmente, valido.
L'ultima cosa bella di Venditti l'ha scritta il suo ... imitatore (Guzzanti) che non ha fatto altro che arrangiare insieme i 5 giri armonici che usa da sempre, le 100 parole e le due tematiche dei suoi testi.
E cosi', il povero Antonello, si deve limitare a elemosinare "rubini" ( nemmeno tanto puri) dalle tasche di qualche importante e rubicondo prelato che incrocia le strade della sua "magnifica" citta'( che e' tale solo nelle sue private visioni).
Eh, si!
Me la immagino proprio la scena da Vezio alle Bottheghe Oscure, davanti a una spuma e a un chinotto Neri. Ualter, regazzino ventenne, senza arte ne parte, con in tasca uno striminzito diploma di cineoperatore, candidato consigliere alle comunali, ascoltare a bocca aperta le "visioni profetiche" del Venditti, che in pieno compromesso storico e con un PCI che a Roma si prepara a governare quasi da solo, propone al piccoletto di dare fondo alla sua anima riformista (?), di uscire dalle "pezze calde" del partito e ... di mettersi in proprio. Me lo immagino proprio il vivo interesse del Veltroni jr ( jr nel senso del fratello, piu' che del padre!), la voglia di sganciarsi da quella macchina da guerra che era il PCI romano di allora, di unire i transfughi delle sezioni FGCI e i ribelli della Comunita' di San Paolo e dar vita ad una formazione che avrebbe raccolto lo 0,1 % alle comunali!
Romanescamente mi viene in mente quanto scrissero, con caratteri cubitali di vernice bianca, all'indirizzo del Prof Argan, quei ragazzacci maneschi della sezione del Fronte di Via Ottaviano, sui muri di Piazza Risorgimento, 23 anni fa, dopo la beffa di Livorno, e mi vien voglia di declinarlo per il povero Antonello:
" VENDITTI CAZ..RO!"
David, grazie per l'informazione. De Gregori continua a regalarci grandi canzoni e attimi di poesia. "Il cuoco di Salo'" e' un pezzo di grande bellezza e forti emozioni. Quell'intervista conferma la differenza che c'e' tra uno spirito libero e uno spirito bollito.
Ronny, la canzone continuava proprio cosi'. Non e' che per caso lavori in banca pure tu?
Vincenzillo, Eumeswill non e' molto grande... a volte ci si incontra, basta cercarsi.
Sole, a malincuore? Perche?
Pietro, ricordo la scritta ad Argan per lo scandalo dei falsi Modigliani. Come no. Ma credimi, quei ragazzacci di via Ottaviano non erano maneschi. Forse erano un po' grezzi e sentivano il peso di una brutta memoria. Li' vicino a quella scritta, nel 1975, un loro amico, un giovane studente greco, era stato ammazzato come un cane dai figli di papa' della rivoluzione... si chiamava Mikis Mantakas.
che bel blog, che bella voce nella rete. ciao, ti seguirò assiduamente.
surjak
grande anarca, ma ti sei scordato Grazie Roma... da te non me l'aspettavo proprio.
Manu
Non posso restare insensibile al grido di dolore... :-)
A me Venditti m'è sempre stato sulle pelotas...anche se alcune canzoni devo averle canticchiate sotto la doccia...Ops, si può dire 'sotto la doccia' in questo blog????
Ciao anarcuccio, torno ai miei embrioni....
Finalmente vi ho trovati!
Io che ho passato gli anni 75-80 nella FGCI finalmente ho trovato un porto...
A presto.
Io sono un cittadino di Sala Consilina.... e quasi me ne vergogno!!! Qui si trovano i soldi per venditti (soldi pubblici... provincia e regione...) ma non vi sono risporse per i servizi sociali e la sanità!!! Sfido che Venditti aderisce al P D.!!! Lo fanno campare alla grande, inserendo le sue manifestazione nei circuiti delle varie province e regioni gestite daii "compagni"m biancorossi!... che schifo.
Cittadino di sala consilina.. poco ridente ma scoprchissima cità in provincia di salerno
Francesco De Gregori, almeno, gliel'ha cantate, al Veltroni (più passa il tempo e più mi convinco che sia una specie di cartone animato, una specie di Jessica Rabbit al maschile). Fino a rinfacciargli: ma non dovevi anna' in Africa? E poi quel voler piacere a tutti... che è comprensibile, intendiamoci, ne abbiamo sofferto tutti, ma poi si cresce e si accetta a malincuore l'idea di coltivare sane antipatie, giustamente ripagate con la stessa moneta.
A proposito di simpatie, invece, Giampaolo, mi ricordo una nostra chiacchierata - vent'anni fa? che impressione dire "vent'anni fa" - vicino all'ingresso della Sapienza, frequentavo Sommacampagna ma durò poco, la pigrizia e l'Abruzzo mi richiamavano a casa. Siamo invecchiati, bene o male non sta a noi dirlo, ma siamo irrimediabilmente invecchiati. Che dire? Ti seguo, ho ascoltato con piacere il tuo intervento nell'ultima "sessione" del forum delle idee. Bello il blog, se non ti spiace lo linko.
Un abbraccio.
Roberto
Surjak, bello il blog, bella la voce... ma non sai quanto sono bello io!
Manu, Grazie Roma è un imbroglio. Venditti ne sa qualcosa...
DolceInyqua, è bello sapere che raccogli il mio dolore :-))
h, eri nella Fgci negli anni '75-80? E come hai fatto a uscirne indenne? :-) Bentrovato, a presto anche a te.
Cittadino della poco ridente Sala Consilina, che dire? Trasferisciti a Roma e vedrai che da ride qui ce ne è veramente tanto...
Roberto, questo è un piacere, sul serio. E dimostra due cose: 1)che si può invecchiare irrimediabilmente rimanendo giovani. 2)che la blogosfera è un veramente un paesotto.
Abbraccio ricambiato, a presto.
Acuto, ironico e vero.Però stai attento con l'ironia.Ti possono richiedere dal Vernacoliere.
e' un rischio che mi sento di correre...
a onor del vero va detto che la Madonna di Castello non è la Santa patrona di Sala Consilina che invece da sempre si affida all'arcangelo Michele.
Dopodic.. a leggere i tuoi post sul pd mi viene da dire una cosa che si dice a roma.. te rode.. e parecchio pure.
ninest123 16.02
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ninest123 16.02
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