i 160 e la politica di Narciso
L’abbiamo aspettato con ansia e puntuale è arrivato; puntuale come le disgrazie. L’immancabile immanchevole appello degli intellettuali e della gente che conta. Per ora sono solo 160 ma presto se ne aggiungeranno altri. Centosessanta nomi dell’Italia più bella, più ricca, più intelligente, più impegnata, più speranzosa che c’è. Tutti con Veltroni; 160 nomi eccellenti che rappresentano il paese migliore, quello che da sempre sta dalla parte del giusto agire e del retto pensare. L’Unità, il quotidiano del fu Antonio Gramsci da Ales, teorizzatore "dell’organizzazione della cultura" l'ha sparato a caratteri cubitali: "L'Italia che conta firma per Veltroni". Come a dire che c’è un'Italia che conta che sta con Walter e un'Italia che non conta un cazzo che sta dall’altra parte. Paradosso di un giornale che una volta era la voce della classe operaia e ora, che l'ha mandata in paradiso a votare per Berlusconi, preferisce essere la voce dell’Italia radical-chic.
Nell'appello ci sono scienziati, giornalisti, imprenditori, preti sociali, sportivi, quasi tutto il PVI (il Partito delle Vedove Illustri)… e poi comici impegnati come Giobbe Covatta, mogli di miliardari come Milly Moratti, autentici self made men come Matteo Montezemolo. Insomma la crème della società; per dirla sempre con l'Unità: "le energie migliori del paese". E attenzione: mancano ancora le truppe cammellate del cinema e dello spettacolo che Veltroni arruolerà a breve con fuochi d'artificio e passerelle hollywoodiane.
L'intento è nobile e ardito: "Fare un'Italia nuova, riunire gli italiani". E per unire gli italiani che si fa? Semplice li si divide tra quelli che contano e quelli che non contano un cazzo. Il ragionamento è chiaro: c'è un'Italia ricca, bella, intelligente, famosa e colta; e un'Italia che non è ricca (o lo è perché ha evaso le tasse), che non è bella (o lo è perché si è rifatta le tette), che non è intelligente, né famosa, né colta. Un’Italia patinata e sorridente che sta con Walter e un’Italia di merda e un po' volgarotta che ovviamente non sta con Walter. Di questa seconda Italia repellente e da rieducare ne faccio parte io, ne fa parte la leggendaria casalinga di Voghera che compra il depilatore coi teleacquisti, l'imprenditore di Treviso che la Mercedes se l'è fatta sfruttando il precariato, il pescatore di Trapani che vota centro-destra perché sicuramente è colluso con la “Cosca della tonnara”, il commerciante di Latina un po' nostalgico che chissà come si è costruito la casetta a Sabaudia vicino al villone della Ferilli.
Nell'appello ci sono scienziati, giornalisti, imprenditori, preti sociali, sportivi, quasi tutto il PVI (il Partito delle Vedove Illustri)… e poi comici impegnati come Giobbe Covatta, mogli di miliardari come Milly Moratti, autentici self made men come Matteo Montezemolo. Insomma la crème della società; per dirla sempre con l'Unità: "le energie migliori del paese". E attenzione: mancano ancora le truppe cammellate del cinema e dello spettacolo che Veltroni arruolerà a breve con fuochi d'artificio e passerelle hollywoodiane.
L'intento è nobile e ardito: "Fare un'Italia nuova, riunire gli italiani". E per unire gli italiani che si fa? Semplice li si divide tra quelli che contano e quelli che non contano un cazzo. Il ragionamento è chiaro: c'è un'Italia ricca, bella, intelligente, famosa e colta; e un'Italia che non è ricca (o lo è perché ha evaso le tasse), che non è bella (o lo è perché si è rifatta le tette), che non è intelligente, né famosa, né colta. Un’Italia patinata e sorridente che sta con Walter e un’Italia di merda e un po' volgarotta che ovviamente non sta con Walter. Di questa seconda Italia repellente e da rieducare ne faccio parte io, ne fa parte la leggendaria casalinga di Voghera che compra il depilatore coi teleacquisti, l'imprenditore di Treviso che la Mercedes se l'è fatta sfruttando il precariato, il pescatore di Trapani che vota centro-destra perché sicuramente è colluso con la “Cosca della tonnara”, il commerciante di Latina un po' nostalgico che chissà come si è costruito la casetta a Sabaudia vicino al villone della Ferilli.
Il problema è che questi appelli, che a sinistra si sfornano con periodicità maniacale, individuano l'idea giacobina e molto "pol pot" che il popolo vada orientato, stimolato, sollecitato, solleticato da chi ovviamente si pensa abbia l’egemonia morale e intellettuale per farlo. Ed in questo malcelato disprezzo per tutto ciò che sa lontanamente di popolare, spuntano le asperità di quell'intolleranza antropologica che ha permesso al buon Walter, nel suo discorso di Torino, di far sua una cazzata del vecchio Vittorio Foa (non a caso primo firmatario dell’appello): "destra e sinistra? La prima, è figlia legittima degli interessi egoistici dell'oggi. La seconda, è figlia legittima degli interessi di quelli che non sono ancora nati". Come poi la sinistra abbia difeso gli interessi di quelli non ancora nati ce lo fanno vedere le macerie del comunismo e i fallimenti delle socialdemocrazie occidentali (di cui pagheranno il conto le generazioni future). Al contrario, su quanto "egoismo dell'oggi" ci sia nella destra basterebbe che Walter chiedesse al suo amico Blair che ha avuto la fortuna di governare dopo 10 anni di Thatcher o al compañero Zapatero che gli spiega 8 anni di governo Aznar in Spagna.
Per la sinistra post-moderna la politica dev'essere bella, non importa che funzioni, che abbia idee concrete sui grandi temi del mondo, importa che sia una politica che piace alla gente che piace. Sarà la gente che piace con un semplice gesto regale, sigillo di autorevolezza, a imprimere al popolo bue l'orientamento e l'educazione.
Alla destra fino ad oggi è andata bene, perché ogni volta che "l'Italia che conta" è scesa in campo con il suo armamentario di sorrisi patinati e intelligenze comode, l'altra Italia, quella che non conta un cazzo, ha vinto referendum e elezioni e quando le ha perse è stato come se le avesse vinte, dimostrando l’abisso che separa i firmatari degli appelli dal Paese reale. Forse perché Narciso non è mai stato un ottimo politico; e a forza di credere che la politica deve essere bella, a forza di pensare che si può governare un paese semplicemente innamorandosi della propria immagine riflessa sui media o su una maglietta dello stilista leccaculo di turno, si perdono di vista le cose essenziali e anche l’amore diventa in fondo ideologia.
Per la sinistra post-moderna la politica dev'essere bella, non importa che funzioni, che abbia idee concrete sui grandi temi del mondo, importa che sia una politica che piace alla gente che piace. Sarà la gente che piace con un semplice gesto regale, sigillo di autorevolezza, a imprimere al popolo bue l'orientamento e l'educazione.
Alla destra fino ad oggi è andata bene, perché ogni volta che "l'Italia che conta" è scesa in campo con il suo armamentario di sorrisi patinati e intelligenze comode, l'altra Italia, quella che non conta un cazzo, ha vinto referendum e elezioni e quando le ha perse è stato come se le avesse vinte, dimostrando l’abisso che separa i firmatari degli appelli dal Paese reale. Forse perché Narciso non è mai stato un ottimo politico; e a forza di credere che la politica deve essere bella, a forza di pensare che si può governare un paese semplicemente innamorandosi della propria immagine riflessa sui media o su una maglietta dello stilista leccaculo di turno, si perdono di vista le cose essenziali e anche l’amore diventa in fondo ideologia.
L'euro che intellettuali e vip hanno speso per la cinematografica lezioncina veltroniana su "Cos'è la Politica" ricorda la canzone del grande Liga: "un fascio di luce va dal proiettore per un sogno da 2000 lire". Un euro e un fascio di luce: troppo poco perché Narciso e la sua corte ci riescano a convincere che questa è politica.
Immagine: Caravaggio, Narciso, 1597-1599
Etichette: veltronismo
13 Comments:
Non (solo) per il mio ruolo di editor, ma (soprattutto) per proporti uno spunto non banale di riflessione: (nel caso non lo sapessi già) in spagnolo ed in francese, il termine "compagno" si traduce con "camarada" e "camarade".
Non fa pensare?
ops... non me n' ero accorto:
"THatcher"
Stavolta ho ragione, vero?
Vero che non mi licenzi?
come ti licenzio?... Una volta che stai facendo il tuo lavoro bene ti licenzio? Sarei pazzo. Anzi ti aumento lo stipendio: da "niente" a "doppio niente". :-)))
Sulla Thatcher-Tatcher è stato un errore di battuta dovuto alla fretta che mi hai messo per pubblicare 'sto post. :-))
In realtà ho trovato altri refusi che ho corretto da solo... Ora provvedo per la povera Margaret...Grazie :-)
Sono soddisfazioni. :-}
va bene l'editing caro Martin. Ma 20 giorni per aspettare un tuo post sono francamente troppi. In compenso il solito ottimo pezzo che sulla stampa faticheremmo a trovare anche perché la frase di Veltroni che ha fatto arrabbiare anche me e fa capire che razza di buonismo c'è negli appelli agli italiani è stata sorvolata da tutti.
Carlitos
Il PVI: Partito Vedove Illustri. Ahahahah ottima Anarca!
Sally
Nel caso non l' avessi già letto
Il sacro rito dell'unzione ci doveva scappare; io ero quasi in pensiero, perche' me lo sarei aspettato ad un massimo di giorni tre dalla "Rivelazione di Torino". Evidentemente, nonostante le possibilita' della elettronica, ci sono volute settimane per raggiungere tutti, sparpagliati come erano tra set cinematografici, mega-cantieri berlinesi, relais della bassa Toscana, giurie di premi letterari, campus bostoniani e congressi di genetica.
Ancora una volta, noi, legioni sinistrorse, il leader non lo abbiamo eletto per acclamazione, per prestigio e per onori conquistati sul campo di battaglia; ce lo siamo lasciato "certificare" da un gruppo di eminenti oligarchi che, come qualcuno ha avuto la faccia tosta di dire, sono usciti allo scoperto, come se in tutto questo tempo se ne fossero rimasti al chiuso.
Allo scoperto?!
Che personalita' come come la Montalcini, la Hack, Veronesi, Foa, Piano, Cacciari, etc. avessero firmato un qualsiasi appello per Ueltroni era scontato come sono scontate le corse che un malato di prostata deve fare alla toilette ogni 20 minuti.
Dicono che abbiano sottoscritto un appello per cambiare l'Italia.
Ah, si?
In quale tinello, in quale "2 camere e cucina", in quale officina di carrozziere, in quale studio di geometra o poli-ambulatorio di paese, in quale pizzicheria hanno trascorso tutti questi anni, cosi' lontani dalla stanza dei bottoni e da ogni possibilita' di reale cambiamento?
Dove stava ... Chicco Testa (altro grande firmatario) qualche anno fa? Lo sapeva che mentre lui lavorava come garzone in una frutteria, qualcuno, con il suo stesso nome, smanazzava bottoni all'ENEL in qualita' di mega presidente?
Questi nostri "appelli" avrebbero un senso se fossero controfirmati con il sangue politico, invece che con l'inchiostro simpatico della "cultuva".
Fallisce Ueltroni nel suo progetto?
Bene, Signori, che sgombrino l'aerea anche tutti questi peones cicisbei che sono venuti a raccomandarcelo senza rischiare in proprio nulla. Ci mettano l'ultima di faccia invece che la quintultima altrimenti i loro sono solo degli spot, dei "messaggi promozionali'.
Scorro la lista ancora una volta ... Oh mio Dio!
Non vedo la Dandini Serena - di anni 53, da Roma - cassiera alla GS Supermercati!
Mi si gela il sangue!! Ma come?
Si sono scordati di avvertirla? Non sanno che e' a Los Angeles?
La figlia ventenne gira un film con i Muccinos Brother.
Saluti.
Fa piacere vedere che la Bindi ha tutto un altro stile.
Buon per te, Martin, che riesci ancora a trovare un'intelligente ironia per questa tragedia politica tutta italiana.
Adesso che abbiamo,pardon...hanno trovato (ma ce lo sorbiamo tutti questo eterno bambino brizzolato con pancetta da cummenda) l'eccellenza della sinistra che ridarà fulgore al paese possiamo farci tranquillamente ridere dietro da tutto il mondo, comprese le ultime repubbliche delle banane (ma forse siamo rimasti solo noi). Ecco cosa conta. I 160 intellettuali che dall'alto dei loro poderosi cervelli hanno tracciato questa linea Maginot della cultura di plastica. E' il massimo della intuizione intellettuale osannare il mecenate di geni quali Ciprì e Maresco.
A proposito di film...svegliatemi quando l'horror è finito.
Al di la'delle etichette di comodo usate in funzione identificativa dei gruppi che si contendono posizioni di potere, esistono e sono sempre esistite a "sinistra" (si notino le virgolette) posizioni autenticamente di destra (stavolta in in senso proprio, cioe'di difesa di interessi di elite) cosi'come a "destra" (sempre tra virgolette) sono sempre esistite posizioni autenticamente di sinistra (si pensi alle origini di quel sistema di welfare che e'oggi rimesso in discussione dia dalla "destra" sia dalla "sinistra").
Quello che auspico e' che si smetta una buona volta di usare le categorie virgolettate di "destra" e di "sinistra" e si cominci a ragionare in termini di programmi, subordinando finalmente gli schieramenti ai programmi e non i programmi agli schieramenti. E questa e'una critica rivolta sia ai componenti della "sinistra" che a quelli della "destra". E chi ha orecchie per intendere intenda.
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