04 giugno 2007

né senso dello Stato, né senso del ridicolo

"Visco ha dato prova di senso dello Stato" (Romano Prodi sullo scandalo Visco-Gdf)
Si può essere comici involontari e tragici cantori della propria fine allo stesso tempo. In questa frase ridicola, che suona come uno scherno a chi lo Stato lo ha servito veramente, si legge l’epilogo di una delle stagioni più brutte della storia del nostro paese. In poco più di un anno la nuova primavera dell’Ulivo cantata dai cortigiani del potere intellettuale, elogiata dai saltimbanchi di redazione e dai padroni dei salotti confindustriali, è marcita nello squallore di una classe dirigente grigia, ossessionata da un potere nevrotico e arrogante come raramente si è visto. Il caso Visco e il modo in cui si è lacerato il rapporto istituzionale con un corpo dello Stato al solo scopo di salvare un governo in coma irreversibile, ha dimostrato una totale assenza di responsabilità e nello stesso tempo l’incapacità di questa classe dirigente di uscire dal pantano in cui si è infilata. La fine del governo Prodi è ormai questione di tempo. Bisognerà solo decidere quando e come; e l’opposizione ha le carte in mano per imporre trattative vincolanti a ciò che resta a sinistra di realismo e serietà politica. La volgare operazione Visco potrà rimandare di qualche mese la caduta, il tempo necessario a sistemare qualche altro imbroglio, ma ormai la strada è segnata. La conflittualità sociale è al massimo, il discredito internazionale pure. Le aree produttive e vitali del paese fremono e si agitano in maniera incontrollabile. Le ultime amministrative sono state più di una sconfitta; se si osserva il voto allargandolo oltre i capoluoghi di provincia fino ai gradi centri urbani e industriali spesso più importanti degli stessi capoluoghi, il centro sinistra è in rotta completa. Questo governo non è neanche più in grado di suscitare odio, sentimento troppo nobile per la pochezza della sua politica; al massimo suscita disgusto. Un disgusto che ora monta anche dalla propria parte. Coloro che lo hanno fiancheggiato determinandone l’ascesa, quei poteri forti che ruotano attorno al ciuffo di Montezemolo e agli editoriali farlocchi di Paolo Mieli, ora sono costretti ad inventarsi una "crisi della politica" per non dover ammettere la cazzata fatta e il fallimento della propria strategia.
La fine di questo governo segnerà il tramonto del percorso politico di Romano Prodi. Un tramonto incolore e indecoroso, degna fine di uno dei personaggi più equivoci della storia d’Italia. Dalla incredibile gestione dell’Iri negli anni di tangentopoli che solo una magistratura ideologizzata ha potuto ignorare, fino alle sedute spiritiche attorno ad uno dei più grandi misteri d’Italia. Passando per i intrecci più inquietanti di un potere che attraversa magistratura, grande finanza, sistema industriale, potere mediatico, che si interseca con le lobby tecnocratiche di Bruxelles a produrre uno spazio di negazione della politica a vantaggio di affarismi e clientele.

Ma il fallimento di Prodi è anche il fallimento epocale di questa sinistra e della cultura politica espressa in questi 15 anni. Della fine del Pci rimarranno le lacrime di Occhetto e la frustrazione di un sogno incapacitante dei suoi dirigenti: capire il mondo che cambiava. Gli eredi di Berlinguer si sono mostrati di una pochezza impressionante. Una classe dirigente assolutamente sopravvalutata, costruita a tavolino nelle redazioni dei giornali, nei cliché intellettuali, che è riuscita a perdere il contatto con il paese reale, con le sue esigenze, chiudendosi a riccio in un’autoreferenzialità che ora rischia di pagare cara. Incapace persino di pensare un leader riformista serio per battere la vitalità di Berlusconi, costringendosi per due volte a servirsi di un ambiguo boiardo di Stato e del suo sistema di potere. E questo vale sia per coloro che sono stati i protagonisti di questa stagione di governo, sia per quelli che se ne sono tenuti fuori a dare lezioncine sulla bella politica e ora volano come avvoltoi sulla carcassa di quello che rimane: in questo senso il baffo arrogante di D’Alema e i nèi intellettuali di Veltroni sono drammaticamente simili. Una generazione di vecchi 50enni noiosi nella loro arroganza intellettuale che dovranno provare a ricostruire da capo un progetto politico in grado di dare al paese una sinistra decente dopo questo fallimento; magari partendo dall'ammissione di errore di aver pensato che progetti, identità, fossero secondari rispetto alla strumentalizzazione dell’odio verso un avversario e alla sua demonizzazione. L’errore di non aver capito che a destra era sorto in questi anni qualcosa di più di un semplice "conflitto d’interessi". Un grande progetto, contraddittorio quanto si vuole, ma unico nel suo genere, in grado di disegnare una casa comune al popolo dei moderati: cattolici, laici, liberali, conservatori, federalisti, identitari, riformisti. Un progetto moderno che l’Italia non aveva mai avuto, chiusa tra l’egemonia democristiana, la marginalità di un cultura liberale inesistente e di una destra nostalgica e fuori dal tempo.

Nei prossimi mesi per il centrodestra si apriranno praterie sconfinate da conquistare, se solo i suoi leader riusciranno a capirlo. Questo avverrà per la crisi della sinistra ma soprattutto perché le grandi sfide di questa fase della modernità sono quelle che si giocano nel campo della cultura politica di destra: la sfida dell’identità minacciata, il bisogno di legalità, il ritorno di polemos, il riemergere della religione nella dimensione pubblica, il valore dell’auctoritas come fondamento della politica. Aspetti su cui la sinistra non è in grado di porre contenuti, in Italia come in quasi tutto il resto d’Europa (la straordinaria vittoria di Sarkozy lo dimostra). Anzi quando lo fa (come è il caso di droga, immigrazione, famiglia, bioetica) o genera ultimi rimasugli di ideologia o è costretta a inseguire i linguaggi e i contenuti della destra con effetti inevitabilmente caricaturali.

Insomma, se questo è lo scenario, il caso Visco è uno degli ultimi colpi di coda di quello che verrà ricordato come uno dei peggiori governi della storia della nostra Repubblica. Sbeffeggiato dai suoi avversari, disprezzato dai suoi stessi alleati, Prodi rappresenta una maschera grottesca e perfida allo stesso tempo. Attendiamo la fine con pazienza riflettendo che se lui e i suoi sgherri non hanno mai avuto il senso dello Stato, ormai non hanno più neanche ciò che a volte è l’ultima barriera a difesa di un barlume di intelligenza e di dignità: il senso del ridicolo.

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18 Comments:

Anonymous Anonimo said...

La rappresaglia mafiosa di questi tristi figuri ai danni della guardia di finanza fa tremare persino me che sono siciliana....e pure di destra!! ;)

Lapeste

giugno 04, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Clap Clap! complimenti... post stupendo, come sempre!

giugno 04, 2007  
Blogger gabriele said...

A destra restano però i problemi che hanno impedito di governare.

In quella parte politica i problemi sono dei dirigenti, è l'organizzazione dei partiti, anzi proprio il modello di funzionamento politico, che lascia molto a desiderare. Ad esempio Fini e Berlusconi riescono bene a controllare i propri partiti, ma non sembrano in grado di cambiarli, di indirizzarli verso nuove politiche, gli mancano gli strumenti ed i collaboratori per fare quelle svolte programmatiche che personalmente hanno fatto, ma di cui non riescono bene a convincere i propri colleghi. E questo rende difficile fare le riforme "pesanti", inoltre nelle ultime amministrative ha rivelato che il centrodestra riesce bene a prendere ciò che era di sinistra, ma non a conquistare nuovi spazi, quelli che si sentono esclusi, come ad esempio i piccoli comuni.

Ed in questa direzione si parla, vedi Circoli, Federazione, Partito della Libertà, ma in concreto non si riesce a fare; servirebbe una mossa coraggiosa, uno strappo, che nessuno pare intenzionato a fare.

giugno 04, 2007  
Anonymous Anonimo said...

ehi Martin. Fino a ora ci hai sempre azzeccato. Spero continui così. Ma la domanda sorge spontanea: perché tu scrivi su un blog e Paolo Mieli fa il direttore del Corriere della Sera? :-)
Carlitos

giugno 04, 2007  
Anonymous Anonimo said...

A proposito del caso Visco sono stupito dalla disinformazione di questo Blog.
Ma non la leggete Repubblica?? Ormai lo sanno tutti che è stata una macchinazione della P2!! (Anche Mototopo e Autogatto sembra abbiano ammesso le loro responsabilità. Napo Orso Capo, invece, continua a negare.)

giugno 05, 2007  
Blogger ugofc81 said...

Ha ragione arte et marte, Martin, il complotto eversivo demoplutogiudaicomassonico in azione è evidente come il sole che splende sul deserto. Solo un uomo cieco o pazzo può negarlo.
Dovresti smetterla di leggere Il Giornale ed abbeverarti alle reali sorgenti della Verità, sull' unico Quotidiano perfetto.

giugno 05, 2007  
Blogger Lucius de Geer said...

Ottime considerazioni Martin, ma faccio da pungolo, come sempre, altrimenti se scrivo che sei bravo, non dico nulla di utile.
Quel che dici è vero, la CdL è stata un'intuizione meravigliosa, ma resta un'alleanza d'opposizione, di pancia, una macchina da guerra nel sfruttare le falle di un compromesso storico ormai "ridicolo"; epperò Berlusconi non è Sarkozy, l'Italia non è la Francia e Veltroni ( perdonami!!!) non è Segolene. Il Pd partecipato, nelle sue mani potrebbe rilanciare una questione "politica" importante che le formulette ormai vecchie di 15 anni della CdL non possono più comprendere. Qui non si tratta di ricostruire una vittoria elettorale, ma un progetto politico decisionista di alto livello.D'accordo, noi non abbiamo il presidenzialismo, ma dopo il voto che si fa, la Cirami bis?Sarkò sta approntando un piano per espellere 25.0000 immigrati...noi ne regolarizzamo 16.0000 con una sanatoria vergognosa. Bisogna fare attenzione, io credo...

giugno 05, 2007  
Blogger Martin Venator said...

Peste, che piacere ritrovarti. Ti davo gia' in clandestinita' ad armare le milizie anti cattoliciadulti ;-)

Carlitos, semplice: perche' io non faccio il giornalista.

artetmarteeugofc, non cadro' nelle vostre provocazioni. Io ho gia' asmesso da tempo di leggere il Giornale. Leggo solo il blog dell'Anarca.

Corto, il problema c'e' ed e' chiaro. Berlusconi non e' Sarkozy. Ma nello stesso tempo Sarkozy non e' Berlusconi e questo avvantaggia noi perche' l'Italia non e' la Francia. La fedelta' repubblicana da noi e' altra cosa. Ma il progetto esiste. Si chiama Partito Unico del cdx. Non un accordo di vertice e di burocrazie ma un progetto che gia' esiste nel comune sentire degli elettori e nella medesima antropologia che li accomuna. Va definita una classe dirigente, questo si, ma la situazione e' meno peggio di quello che c'e' dall'altra parte. Guarda il dato anagrafico dei sindaci che hanno vinto alle ultime amministrative a Reggio, a Lecce, a Verona ecc...; eta' compresa tra i 35 e i 40 anni. Guarda un mondo politico che ha un vicepresidente della Camera di 29 anni. Confronta questa nuova classe dirigente con le cariatidi o i grigi 50enni della sinistra.
Bisognerebbe un po' crederci... a partire dai nostri leader.

giugno 05, 2007  
Blogger Lucius de Geer said...

Mannaggia, che mi dimentico sempre che tu sei un Anarca...ma di quelli che credono! :D
Un abbraccio forte!

giugno 05, 2007  
Anonymous Anonimo said...

hai pienamente ragione su tutto, ma non scordardarti che noi abbiamo Fini colui che vuole piacere alla sinistra senza dire mai qualcosa di destra... altrimenti questi ma chi li vedeva più.

giugno 05, 2007  
Blogger Unknown said...

Con la vicenda Visco il governo Prodi ha toccato il fondo, bisogna tornare in piazza a protestare, negli ultimi anni ci siamo imborghesiti, serve che la gente torni ad avere dei punti di riferimento e bisogna tornare a FARE FRONTE(tema molto caro all'Anarca) contro questo degrado e questo lassismo che è la politica oggi.

giugno 05, 2007  
Anonymous Anonimo said...

è vero anarca, c'è un sentire comune di centrodestra, liberale, cattolico, un sentire comune "conservative" che si basa antropologicamente su un'idea di uomo, di persona, di società, di rapporti tra i cittadini e lo stato diversi da quelli della sinistra. ma non possiamo sperare solo nell'avvento del leader carismatico perchè questa unità sottotraccia diventi progetto politico e sia in grado di costruire qualcosa. finito un leader non è detto che ne arrivi un altro, ed allora?
bisogna costruire cultura, politica, buona amministrazione, impresa, comunicazione dove ci si possa riconoscere. il partito unico in mano alla mvb di turno dura poco, a meno che la mvb non sia una iscritta alla rinata p2!!!
grazie, un saluto

giugno 06, 2007  
Blogger Martin Venator said...

Hobbit...non mi provocare... voi del clan Somma29 siete i soliti rissaioli. Non ho piu' l'eta'. Tranne quando mi portate in affissione... ;-)

Fausto, guarda che la P2 non e' mai morta. A Tocqueville siamo tutti iscritti. Tu no?

giugno 06, 2007  
Anonymous Anonimo said...

D'accordo fino ad un certo punto. Non può certo essere Berlusconi la "valida" alternativa a Prodi & C. Se si sostenesse questo, si ricadrebbe again, nella medesima logica: antiberlusconi vs antisinistra. E noi continueremmo ad essere allo sbando. Lo sò che sono più utopista che anarca, ma solo una realtà diversa, non composta da politici di professione, bensì da persone con la voglia di rimboccarsi le maniche, per un bene che non riguardi solo loro stessi, potrebbe forse, portarci fuori da questo pantano... se qualcuno avesse poi la forza di votarli, senza farsi condizionare dalle solite chiacchiere mediatiche

Con affetto

Mario

giugno 06, 2007  
Blogger Unknown said...

Caro Martin venator a noi del "clan" farebbe un gran piacere sentirti parlare di persona nelle storiche stanze, dove hai scritto pagine di storia...
quindi quando puoi passa a trovarci

giugno 07, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Che il fallimento di questo governo sia un fallimento epocale e' vero e chiaro come il sole che nascera' domani ma sul caso Visco-GdF bisogna essere onesti. Non c'e' bisogno di essere un buon investigatore per scoprire la verita', basta avere qualche buon amico al ministero e per chi abita a Roma la cosa non e' affatto difficile. Quello che l'amico vi dira' e' che : " E' vero! C'era una cupola lombarda nella GdF che faceva riferimento all'ex comandante del SISMI. Non si muoveva foglia che Pollari non volesse ed era molto pericoloso non solo mettersi contro il Generale ma persino non essergli servilmente riconoscente."
Dove ha sbagliato Visco?
Dove e' stato disonesto?
Non certamente con quel fetentone di Speciale!
Lo stesso amico al ministero vi raccontera' che Visco non ha solo eliminato qualche ufficiale neo-piduista della GdF in quota Pollari ma con l'occasione si e' anche sbarazzato di qualche bravo funzionario in quota CdL che negli ultimi anni aveva svolto un ottimo lavoro.
Visco non ha fatto fuori dei servitori delle istituizioni che avevano osato indagare sull'affare Unipol, no! Visco ha praticato il piu' miserabile degli spoils system, mandando via o isolando e rendendo impotente della bravissima gente e dei funzionari capaci solo perche' erano stati messi li dal suo predecessore, fregandosene di competenze, meriti e successi raggiunti e peggio, sostituendoli con dei perfetti incapaci, cresciuti nelle file di partito.

Volete dei nomi? Beh andateli a leggere sul sito della Gabanelli, lei (che e' di sinistra) le puttanate (vere) di Visco le ha fatte vedere una settimana prima di quelle (finte) de Il Giornale.

giugno 11, 2007  
Anonymous Anonimo said...

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Anonymous Anonimo said...

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