31 marzo 2006

eutanasia













Ideazione.com pubblica le analisi di Robinik e Harry sul Protocollo di Groningen... se ne consiglia vivamente la lettura.

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27 marzo 2006

se il weekly standard dà ragione a giovanardi...







Non è la prima volta che il Weekly Standard attacca la legge olandese sull'eutanasia. In un articolo del 12 febbraio scorso dal titolo "Death by Committee", Hugh Ewitt aveva scritto che il protocollo di Groningen "could have been an entry on the agenda at the Wannsee Conference" (la Conferenza a Berlino del 1942 in cui fu decisa la "Soluzione Finale").
Ora ci ritorna sopra in maniera ancora più esplicita. In
"Killing Babies,Compassionately"
, Wesley J. Smith prende spunto dalla polemica innestata dal nostro mitico Giovanardi-Fernandel-DonCamillo e rincara la dose. Certo, il Ministro italiano forse ha esagerato con il paragone "nazista" ... ma neanche tanto visto che la difesa da parte olandese "is not as persuasive as Prime Minister Balkenende would like to believe".
E allora, giusto per sgomberare il campo da ogni equivoco e far salire la pressione ai mortiferi di casa nostra e non solo, ecco che il Weekly Standard parte con una bella ricostruzione storica sulla "Eutanasia in Germania tra il 1938 e il 1945" per poi arrivare all'eutanasia infantile olandese dei nostri giorni. Ovviamente ogni collegamento è puramente casuale.
Alla fine dell'excursus storico Smith si domanda: è stato corretto Giovanardi nel paragonare l'eutanasia infatile olandese con quella tedesca del periodo '38-45? "No and yes". No and yes?...come no and yes... in Italia Giovanardi è stato linciato per quello che ha detto e questi cavolo di neocons americani si permettono di dire che un po' di ragione ce l'ha? Certo, non che l'eutanasia infantile in Olanda sia proprio nazista: alla base non c'è quel pericoloso darwinismo sociale che impregnava la cultura tedesca del tempo, né le motivazioni economiche che giustificavano l'eutanasia, secondo quello che predicavano fin dal 1920 giuristi come Karl Binding e scienziati come Alfred Hoche, le cui idee erano così piaciute a Hitler .
"But the Netherlands cannot escape this ugly fact: Dutch doctors kill scores of babies each year and justify this fundamental abuse of human rights upon the inherently discriminatory concept that they can decide that another human being's life is of such low quality it has no business being lived".
Niente male eh?
E arrivando a paragonare il programma di infanticidio olandese al caso "baby Knauer" nella Germania del 1938 conclude: "Unless we decide to revise our historical assessment of that crime and proclaim Hitler's authorization for the baby's euthanasia as compassionate and right, the systematic program of Dutch infant euthanasia should be loudly and universally condemned".

Insomma come essere d'accordo con Giovanardi... facendolo anche capire bene.
God bless neocons...


Update: che il Weekly Standard dia ragione a Giovanardi è cosa quantomai unica. Al contrario, che Marco Travaglio scriva stronzate gigantesche è cosa purtroppo risaputa. In questo
superbo articolo
pubblicato su quel cesso di giornale diretto da Furio Colombo, parlando del caso Giovanardi arriva ad affermare: "cosa c'entri il nazismo con l'eutanasia lo sa solo lui: non risulta che nel Terzo Reich vigesse l'eutanasia, a meno che lui non la confonde con l'eugenetica che è proprio il contrario"...
...da farci rimpiangere l’Unità di "contrordine compagni" raccontata da Guareschi.

Update2: l'Anarca consiglia vivamente di leggere un lucidissimo Robinik e di continuarlo a leggere nei suoi post successivi.

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25 marzo 2006

un brindisi e un grazie... a paolo!

“Un brindisi a voi uomini e fiere e uccelli, per questa notte solitaria nella foresta! Un brindisi per l’oscurità e il mormorio di Dio tra gli alberi, per la dolce e semplice melodia del silenzio nelle mie orecchie, per le foglie verdi e per le foglie gialle! Un brindisi per il suono della vita che ascolto, un muso che soffia contro l’erba, un cane che fiuta la terra! (…) Un grazie per la notte solitaria, per i monti, per il rumore del buio e del mare che mormora dentro il mio cuore! Un grazie per la mia vita, per il mio respiro, per la grazia di vivere questa notte, un ringraziamento con tutto il mio cuore. Ascolta ad oriente e ascolta ad occidente, oh ascolta. E’ Dio l’eterno! La quiete che sento nelle mie orecchie è il sangue che ribolle, Dio che tesse la trama del mondo e di me stesso”.
(Knut Hamsun)

Un brindisi a Paolo… volato via un anno fa nel primo vento di primavera. Un grazie a Paolo… che leggeva Dio nella natura e non amava le idee ma le persone. Un brindisi e un grazie a Paolo Colli, perché il tempo non ci rubi l’ultimo conforto di immaginarlo ancora qui, tra le nostre rincorse e i nostri affanni.
Quando la carezza della morte lo ha conquistato, noi siamo rimasti un po’ sorpresi e gelosi… sapendo che stavolta non sarebbe tornato dal viaggio.
Con Paolo abbiamo camminato lungo quelle strade che uniscono spesso le vite e le passioni; c
i siamo divisi e ritrovati tante volte ai margini di un legame che superava le incomprensioni e le affogava dentro una risata o una battuta. Per Paolo abbiamo visto il pianto e il dolore scolpiti sui volti di chi non immaginavamo. Da Paolo abbiamo conosciuto il dono che si fa carne, riflesso nel mare blu dei suoi occhi e in quel sorriso beffardo.
Paolo rimane in ciò che ha costruito: nei ragazzi di Fare Verde e nel loro impegno, nei bambini bosniaci, nell’ospedale in Nigeria che porta il suo nome, nei diritti difesi per coloro che diritti non ne avevano, nelle battaglie condotte con l’ostinazione, l’ironia… la rabbia e l’amore... di chi sa che la vita è un dono troppo prezioso per sprecarlo dietro tante parole.
Ci resta il dubbio che il male che se lo è portato via sia stato un veleno raccolto in terra di Bosnia. Ma forse neppure questo è ormai importante…

Ora Paolo lo conserviamo nei ricordi senza fine che spesso svuotano i boccali di birra, come veterani di antiche battaglie, un po’ patetici nelle stagioni che passano; ricordi che muovono confusi tra i cortei, gli scontri di piazza, le guardie e i compagni, le vetrate in frantumi dell'università dove abbiamo imparato a conoscere il suo coraggio… in un tempo che sembra lontano anni luce; o laddove la nostra storia comincia, quando lui e Fabio riaprirono quella porta al mondo.

Io, Paolo me lo conservo anche nei pomeriggi passati a via Iside, tra un motorino scalcinato, una saracinesca rumorosa e quel “cialtroni!” che arrivava puntuale alle spalle, fragoroso e dirompente come la sua vita.

Paolo e Alessandro…Poldo e Macedone… in pochi mesi hanno cambiato la nostra storia, lasciandoci il dono della morte… della loro morte… accolta con dolore e grazia tra una solitudine necessaria e la pietà dei fratelli. E sui loro volti addormentati per sempre, noi abbiamo giurato che mai e poi mai potere, denaro, bassezze, egoismi avrebbero violato la nostra storia. Questo giuramento sta qui davanti a me, lo metto sotto ogni giacca e cravatta che sono costretto a indossare… davanti ad ogni palude che devo attraversare.
Noi continuiamo a camminare tra mille difficoltà... tra l’impazienza del fare e il dolore di non essere all’altezza.
Continuo a scorrere la pagina di Hamsun e ritrovo quella frase che con Mak e Federico stampammo sulle magliette e dentro i nostri cuori: “Io amo tre cose. Amo un sogno d’amore che ebbi una volta, amo te ed amo questo pezzo di terra”. Oggi la dedico a Poldo, con un groppo in gola: “Noi amiamo tre cose. Amiamo un sogno d’amore che continuiamo a inseguire, amiamo i fratelli che ci hanno lasciato e amiamo questo pezzo di terra che ostinatamente chiamiamo Patria”.

Questa sera la passiamo con Poldo, tra risate e chitarre, ingordi e mai sazi di ciò che vogliamo; e come sempre… alzeremo lo sguardo per vedere l’aquila e tenderemo l’orecchio per ascoltare il suono del suo flauto…

a...rivederci Poldo...
In alto i cuori.


Update: anche il Barone Nero ricorda Poldo

24 marzo 2006

il pisciatoio e il politologo...

Marcel Duchamp, Orinatoio (Fontana),1917 da Il Foglio di oggi:
"Berslusconi si sta comportando come uno che ti entra in casa, si scopa la tua cameriera, palpa il culo a tua moglie, poi ti piscia nel lavandino e se ne va"
Edmondo Berselli direttore della rivista Il Mulino e politologo di sinistra

Del resto se Duchamp è un artista, perché Berselli non potrebbe essere un intellettuale?

20 marzo 2006

il cavaliere e il dottor semmelweis

In Confindustria erano tutti lì a sistemare i pezzi sulla scacchiera… l’alfiere di qua, le torri all’esterno, i pedoni avanti. Pronti con le regole fissate, le mosse ordinate da tempo immemorabile, sempre quelle… guai a chi sgarra! Poi sono arrivati insieme… il Cav. e la sua lombosciatalgia… e il tavolo è saltato; una sana e goliardica gomitata e giù…i pedoni sono rotolati per terra.
Berlusconi ha fatto capire che c’è una differenza abissale tra un imprenditore e un padrone; che gli imprenditori sono quelli che hanno contribuito a rendere libero questo paese, che hanno costruito la ricchezza, che l’hanno diffusa, che hanno rischiato e raccolto per loro e per gli altri.
I padroni sono quelli che dietro l’imbroglio della concertazione questo paese lo hanno reso schiavo delle logiche sindacali, dei corporativismi, dei boiardi da seduta spiritica, dei partiti.
Berlusconi ha parlato agli imprenditori… Prodi ai padroni.
Da una parte il cuore, il dolore e la passione; dall’altra l’evocazione spiritica del grigiore dentro cui rischia di tornare la politica italiana.
Non è importante sapere se il Cav. ha sbagliato e dove ha sbagliato; è importante cogliere il senso di quel gesto… il senso del rifiuto di un gioco sporco che altera da 10 anni le regole della democrazia.
Bertinotti e Visco hanno detto che “Bevlusconi è stato vovgare” con la evve che in genere si usa nei salottini rivoluzionavi.
Io dico che Berlusconi è stato dannunziano. Quello scatto e quel “mi piace di parlarvi guardandovi negli occhi”… è vitalismo allo stato puro, da inserire dentro la Carta del Carnaro quando si parla de “l’uomo rifatto intiero dalla libertà”.

Oggi il potere si è rimesso in moto…non quello virtuale ma quello reale, immenso e trasversale che lega insieme i potentati economici e finanziari, l’informazione manipolata, il terrore giudiziario, il parassitismo sindacale e politico; quel potere che mette dalla stessa parte i gessati blu di Confindusttria e le Nike ai piedi degli sfasciavetrine dei centri sociali.
Oggi che i giornali sono partiti al contrattacco, oggi che l’ipocrisia del politically correct ha ripreso con le sue insopportabili prediche…oggi, quel gesto, ci piace ancora di più.
Perché la politica non è solo metodo, logica, geometria, addizione e sottrazione di consensi e alleanze. La politica è passione, amore, irrazionalità… briciolo di follia: ed in questi anni è stato il sogno di una rivoluzione incompiuta che Berlusconi ha incarnato nelle sue grandezze e nelle sue miserie.
Fassino ha detto che quello di Berlusconi è stato “il gesto di un uomo disperato”. Sbaglia: è stato il gesto di un "grande" uomo disperato. Perché la disperazione fuori dalla grandezza è solo dolore e sconfitta. La disperazione dentro la grandezza è poesia.
C’è un bisogno di verità in questo paese che il Cav. continua a tirare fuori dalla melma di ciò che non si dice, dell’odio elargito a piene mani, dell’ipocrisia di questo potere e dei suoi lacchè che sottoscrivono inutili appelli a una libertà che loro sono i primi a violare.
Come il destino incompreso e perseguitato del dottor Semmelweis raccontato da Céline… “egli fuggiva e temeva il pressappoco, voleva la verità tutta intera”.

E ora se volete, rimettete pure sul tavolo i vostri scacchi; per quel che mi riguarda la partita non è ancora chiusa… e non lo sarà anche se, il 9 Aprile, riuscirete a darci scacco matto.

per fabrizio...

Francisco Goya, il Colosso, 1810, Madrid Museo del Prado Agenzia Asca delle 14.01:
Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, ha conferito, secondo quanto si apprende, una medaglia d'oro al valor civile alla memoria di Fabrizio Quattrocchi, l'italiano sequestrato e ucciso in Iraq il 14 Aprile del 2004.


"Vi erano ancora tra di noi uomini nobili e nel loro cuore viveva sempre la conoscenza dell'ordine e dei valori di cui la loro nobiltà ci era conferma (…) avrei preferito morire in solitudine tra uomini liberi piuttosto che trionfare in mezzo a un branco di servi"
(Ernst Jünger)

Onore ai giusti!

19 marzo 2006

profezia, lucidità o follia?

Jean Guitton"Quando gli islamici saranno in possesso di armi atomiche (...) il pericolo diventerà molto grave e il terrorismo potrà dominare l'Europa. Il prossimo grande dramma dell'umanità è, infatti, il terrorismo"
(Jean Guitton, 1994)


12 marzo 2006

la comicità al potere...

Museo d'Illustrazione Comica a Grottamareuahahahahah... uahahahahha ahahahahahahah... non è possibile.... l'ha detto!... ahahahahah ... Ferrante l'ha detto!!!... ahahahahahah... il candidato sindaco del centrosinistra... ahahahaha, l'ex prefetto... ahahahaha.... l'ha detto, l'ha detto, l'ha detto... ahahahah.
La colpa degli incidenti di Milano? "Del Comune incapace di prevenire"...... mmmmh.... UUUAAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!

update: seguo il consiglio dell'anonimo e leggo su Il Messaggero l'intervista a Dario Fo, premio Nobel per le cazzate dell'anno; stavolta sarò serio....................... UUUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!.... scusate è stato più forte di me.

07 marzo 2006

la ballata della doppia morale

Gino Severini, Pierrot musico, 1924Uno pensa che è il solito modo de fa' dei communisti:
nun è incoerenza o ingenuità, no....
è fa' le cose speranno de nun esse visti.
Come se chiama er metodo? Ah si "doppia morale":
se lo fai te è sbajato, se lo faccio io invece vale.

Prendiamo per esempio 'sto macello
de guerre, terrorismo, dittature, insomma 'sta baldoria

che ha rotto proprio sul più bello
er sogno arcobaleno di un mondo senza storia.

Ecco, se sto all'opposizione io scenno in piazza
co' Dario Fo e Nunzio D'Erme co' la mazza,
me metto intorno gente un po' impegnata,
seria, compita per niente rassegnata:


un prete, un bel sindacalista, 'na femminista,
uno scrittore un poco narcisista,
un giovanotto di buona società
con la kefiah al collo e l'auto di papà.

Con loro marcio convinto a più non posso
che il sol dell'avvenire è ormai a ridosso.
E me intortino addosso 'no straccio arcobaleno
e corro a braccia aperte verso er mondo
tranquillo che il domani più sereno
arriverà facendo un girotondo;

e mentre giro, giro e rido e ballo
me pija 'na smania de felicità
ficco Piovani davanti a un pianoforte e canto
Bandiera Rossa... ops, la Pace "la trionferà".

Je metto poi sul palco Gino Strada,
Veltroni, Zapatero e il Dalai Lama,
che je diranno: "aho fate attenzione
Osama nun se batte cor forcone.

Ce vole un bel consesso de nazioni
civili, progressiste e senza errore
che sappiano discute cor terrore".
E giu' applausi, ole' e battimani
pe' 'na morale senza piu' domani.

Se invece sto ar Governo è tutta un'altra aria.
Butto un po' de bombe sulla Serbia
in nome de 'na santa guerra umanitaria.
Tanto ar popolo bue faccio inghiotti' quello che voglio:
Uguaglianza, Pace e Libbertà.
Chi se ricorda che anche la bomba mia,
pure se de sinistra, va 'ndo coglio coglio?

Insomma, me sa che l'ho capita 'ndove sta
la doppia morale de 'sta furba società:
la legge della storia va rivista
perché la bomba bona è solo de sinistra.

Nun solo, ma poiché so' raffinato,
compagno colto e pure smaliziato,
e vengo da 'na scuola de partito
che m'ha insegnato che la menzogna è un'arte
degna de Brecht, Lenìn e Bonaparte,

racconto a quei poracci un po' fregnoni,
che ho trascinato in piazza contro Berlusconi,
che se un vichingo con la penna in mano
disegna Allah, Maometto o il Tamerlano
è giusto avvelenasse coi versi del Corano
sgozzando quarche povero cristiano.
Perché io so che "laico" è 'na parola strana,
da usa' a piacere cor salto della rana.

Ve dico ciò che penso veramente:
a me me fa un po' schifo questa gente.
Nun che la destra sia de molto mejo
ce poi scommette anche fino a cento.
Però arcune scelte le comprendi.
Certo qualcuno gira come er vento,
ma de qua è tutto un sali e scendi.

Io so' de destra e quindi un po' ignorante.
Nun scrivo libri, a malapena leggo.
Per me il teatro è cosa delirante,
Moretti ve lo dico nun lo reggo.

Per me un Baricco potrebbe esse' de tutto
'na bestia, un fiore tropicale, un tipo de prosciutto;
'na biblioteca è un luogo come un altro
e ai fogli stracci preferisco la palestra.
Lo so nun sto appari' pe' gnente scaltro,
dovete compati' io so' de destra.

Eppure ve lo dico senza induggio.
Me so commosso quanno quel ragazzo
davanti ar boia co' la morte in mano gli ha detto senza piagne
"guarda dotto' guarda.. come sa morire un italiano".

Glie avete detto che se l'è cercata,
che in fondo era solo un mercenario,
un fascio, un povero esaltato bono pe' l'ossario.
Che gente come lui so' 'na vergogna,
chissà laggiù che era annato a fa'.
Per me lui era solo un proletario che in Iraq era annato a lavora’.

Invece per quell'altra sgallettata,
la Sgrena, la contessina rivoluzionaria
elogi, battimani, commozione,
persino in Campidoglio quer faccione
che impegna senza scampo alla speranza;
ammonimento con obbligazione
ché qui pure er dolore è un'ordinanza.
Ve siete pure presi quer poraccio
che ha dato via la pelle lì in quel posto
e mo' lo utilizzate come fionda
pe' 'na squallida battaglia sottocosto.

Doppia morale senza ritegno,
facendo finta de nun sta a capi'
che senza quer poraccio, quei sordati e 'sto governo
la contessina starebbe ancora lì.
Solo una domanda de passaggio:
ve ricordate voi che avete fatto
di fronte ai 30 morti del Cermis?

Io de morale doppia nun me intendo,
è robba da maestri dell'imbroglio.
Ma di una cosa sola io me vanto:
c'ho amici borgatari e pariolini.
Gente de onore e core, non stinchi de santo.
Chi studia, chi lavora, chi cerca la sua via,
ma nun li ho mai sentiti scenne in piazza
gridanno "10, 100, 1000 Nassirya".

L’anarca, poeta dialettale

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02 marzo 2006

la manina e la manona...

Questa manina ha 21 settimane... ed è la mano di Samuel. Una storia straordinaria che molti conoscono.... ma molti altri no. La storia di un bambino con schiena bifida operato nel grembo materno a 5 mesi di vita, perchè fuori da esso non sarebbe sopravvissuto. Questa manina uscì all'improvviso afferrando la manona del dott. Bruner che lo aveva operato... come un grazie inconsapevole; ma anche un saluto alla vita che non era scappata via.
Non voglio aprire discussioni sull’aborto. Dico solo che oggi Samuel c'è e sta bene e che questa storia, che ci racconta il Barone Nero sul suo blog, va letta, perché diceva un pazzo 2000 anni fa, “la verità vi farà liberi”.

La mano della speranza

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01 marzo 2006

manifesto vs manifesto

il Manifesto dei liberi
il Manifesto degli idioti
... chi non vuole leggere il secondo manifesto per intero... perlomeno si legga questa chicca:
"(...) nelle radici europee che Marcello Pera brandisce con la stessa mentalità identitaria e monolitica con cui guarda all'Islam, c'è tutto e il contrario di tutto. C'è l'inquisizione e c'è l'illuminismo, ci sono le guerre di religione e c'è il sincretismo, c'è il razzismo fascista e ci sono le costituzioni antifasciste. Senza radici non si vive, ma di radici marce qualche volta si può morire". Ida Dominijanni
...e c'e qualcuno che dentro Tocque-ville sta ancora facendo i distinguo... bah!