07 marzo 2006

la ballata della doppia morale

Gino Severini, Pierrot musico, 1924Uno pensa che è il solito modo de fa' dei communisti:
nun è incoerenza o ingenuità, no....
è fa' le cose speranno de nun esse visti.
Come se chiama er metodo? Ah si "doppia morale":
se lo fai te è sbajato, se lo faccio io invece vale.

Prendiamo per esempio 'sto macello
de guerre, terrorismo, dittature, insomma 'sta baldoria

che ha rotto proprio sul più bello
er sogno arcobaleno di un mondo senza storia.

Ecco, se sto all'opposizione io scenno in piazza
co' Dario Fo e Nunzio D'Erme co' la mazza,
me metto intorno gente un po' impegnata,
seria, compita per niente rassegnata:


un prete, un bel sindacalista, 'na femminista,
uno scrittore un poco narcisista,
un giovanotto di buona società
con la kefiah al collo e l'auto di papà.

Con loro marcio convinto a più non posso
che il sol dell'avvenire è ormai a ridosso.
E me intortino addosso 'no straccio arcobaleno
e corro a braccia aperte verso er mondo
tranquillo che il domani più sereno
arriverà facendo un girotondo;

e mentre giro, giro e rido e ballo
me pija 'na smania de felicità
ficco Piovani davanti a un pianoforte e canto
Bandiera Rossa... ops, la Pace "la trionferà".

Je metto poi sul palco Gino Strada,
Veltroni, Zapatero e il Dalai Lama,
che je diranno: "aho fate attenzione
Osama nun se batte cor forcone.

Ce vole un bel consesso de nazioni
civili, progressiste e senza errore
che sappiano discute cor terrore".
E giu' applausi, ole' e battimani
pe' 'na morale senza piu' domani.

Se invece sto ar Governo è tutta un'altra aria.
Butto un po' de bombe sulla Serbia
in nome de 'na santa guerra umanitaria.
Tanto ar popolo bue faccio inghiotti' quello che voglio:
Uguaglianza, Pace e Libbertà.
Chi se ricorda che anche la bomba mia,
pure se de sinistra, va 'ndo coglio coglio?

Insomma, me sa che l'ho capita 'ndove sta
la doppia morale de 'sta furba società:
la legge della storia va rivista
perché la bomba bona è solo de sinistra.

Nun solo, ma poiché so' raffinato,
compagno colto e pure smaliziato,
e vengo da 'na scuola de partito
che m'ha insegnato che la menzogna è un'arte
degna de Brecht, Lenìn e Bonaparte,

racconto a quei poracci un po' fregnoni,
che ho trascinato in piazza contro Berlusconi,
che se un vichingo con la penna in mano
disegna Allah, Maometto o il Tamerlano
è giusto avvelenasse coi versi del Corano
sgozzando quarche povero cristiano.
Perché io so che "laico" è 'na parola strana,
da usa' a piacere cor salto della rana.

Ve dico ciò che penso veramente:
a me me fa un po' schifo questa gente.
Nun che la destra sia de molto mejo
ce poi scommette anche fino a cento.
Però arcune scelte le comprendi.
Certo qualcuno gira come er vento,
ma de qua è tutto un sali e scendi.

Io so' de destra e quindi un po' ignorante.
Nun scrivo libri, a malapena leggo.
Per me il teatro è cosa delirante,
Moretti ve lo dico nun lo reggo.

Per me un Baricco potrebbe esse' de tutto
'na bestia, un fiore tropicale, un tipo de prosciutto;
'na biblioteca è un luogo come un altro
e ai fogli stracci preferisco la palestra.
Lo so nun sto appari' pe' gnente scaltro,
dovete compati' io so' de destra.

Eppure ve lo dico senza induggio.
Me so commosso quanno quel ragazzo
davanti ar boia co' la morte in mano gli ha detto senza piagne
"guarda dotto' guarda.. come sa morire un italiano".

Glie avete detto che se l'è cercata,
che in fondo era solo un mercenario,
un fascio, un povero esaltato bono pe' l'ossario.
Che gente come lui so' 'na vergogna,
chissà laggiù che era annato a fa'.
Per me lui era solo un proletario che in Iraq era annato a lavora’.

Invece per quell'altra sgallettata,
la Sgrena, la contessina rivoluzionaria
elogi, battimani, commozione,
persino in Campidoglio quer faccione
che impegna senza scampo alla speranza;
ammonimento con obbligazione
ché qui pure er dolore è un'ordinanza.
Ve siete pure presi quer poraccio
che ha dato via la pelle lì in quel posto
e mo' lo utilizzate come fionda
pe' 'na squallida battaglia sottocosto.

Doppia morale senza ritegno,
facendo finta de nun sta a capi'
che senza quer poraccio, quei sordati e 'sto governo
la contessina starebbe ancora lì.
Solo una domanda de passaggio:
ve ricordate voi che avete fatto
di fronte ai 30 morti del Cermis?

Io de morale doppia nun me intendo,
è robba da maestri dell'imbroglio.
Ma di una cosa sola io me vanto:
c'ho amici borgatari e pariolini.
Gente de onore e core, non stinchi de santo.
Chi studia, chi lavora, chi cerca la sua via,
ma nun li ho mai sentiti scenne in piazza
gridanno "10, 100, 1000 Nassirya".

L’anarca, poeta dialettale

Etichette: ,

35 Comments:

Anonymous Anonimo said...

STRAORDINARIA!
Carlitos

marzo 07, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Qui un clap clap da quella rompiscatole dell'inyqua te lo meriti....:-)))

marzo 07, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Caro Anarca, la rima dialettale alla Trilussa ti si addice...ma sei nato in borgata..???

anonimo parente di Sorel

marzo 07, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Non e' possibile! Hai messo in poesia quello che penso. Bravissimo!!!:-))))

marzo 07, 2006  
Anonymous Anonimo said...

nun so ne borgataro, ne yuppie o pariolino,
romano e romanista, core trasteverino,
sei forte, sei un gigante
e una cosa te la dico
so fiero e so orgoglioso di essere tuo amico!!!!

marzo 07, 2006  
Anonymous Anonimo said...

... ma non avevi detto che non ti piaceva la poesia? :-)
CJ

marzo 07, 2006  
Anonymous Anonimo said...

MA BRAVO COPI PURE LE POESIE ANAAARCA MA CHE FAI

editoriali: LA BALLATA DELLA DOPPIA MORALE
Postato il Wednesday, 11 May @ 15:22:46 CEST di atino


http://www.garbatella.it/modules.php?name=News&file=article&sid=183

marzo 07, 2006  
Blogger Martin Venator said...

all'anonimo ricercatore scaltro: in realtà sono i ragazzi di garbatella che hanno messo sul loro sito la ballata che avevo scritto io quache tempo fa anche per loro :-)))). L’anarca non può copiare… per lui è più facile creare; copiare è un atto riflesso… quindi frutto di elaborazione e ricerca e l’anarca non è in grado. Oggi la ballata è riveduta e corretta con la parte sulle vignette; perché le ballate popolari (non poesie cj!) sono voci in divenire... che accompagnano la verità quando questa si trasforma.
P.S.: atino è un fratello un po’ distatto ma l'anarca e bussola vivono la stessa identità... a volte in conflitto ma è la stessa.... e quel gabbiano che vedi volare sul cielo di garbatella.it è assai simile ai gabbiani citati su alcuni link di questo blog... dicesi "circolazione del pensiero". Per questo bussola, alias l’anarca può regalare il suo pensiero senza copyright a chi vuole… basta che ne faccia un buon uso.

:-)))L’anarca poeta dialettale e pensatore profondo

marzo 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

conosco l'anarca e conosco bussola. Da più tempo bussola che l'anarca.Stanno uno dentro l'altro come scatole cinesi.Conosco questa ballata che bussola, o l'anarca, scrissero qualche tempo fa e ci ridemmo insieme. Ripeto, per me è straordinaria; l'aggiunta sulle vignette poi è deliziosa.
Conosco ciò che scrivono e pensano, come fratelli siamesi ma l'anarca è un po' più libero di bussola: ha meno vincoli e più possibilità di vivere negli intertizi della storia. Mi fa piacere che su questo blog vi ho potuto incontrare entrambi, finalmente riuniti ;-)
Ciao,
Rollo

marzo 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

mah, a quanto mi dicono i miei stentati ricordi scolastici non sono due cose differenti: ballate, madrigali, canzoni, sono alle origini della poesia e - tu volente o nolente :-) ne fanno pienamente parte. Rassegnati, Anarca, sei un poeta (per quanto recalcitrante).
PS: Oggi sull'Unico Quotidiano Che Leggo è ricomparsa una tua vecchia amica: a volte ritornano?
CJ

marzo 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Carina, sobria e divertente; bravo martin

marzo 08, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Emanuelo... ben trovato! un piacere risentirti! Che aria tira nel bosco?

marzo 08, 2006  
Blogger Martin Venator said...

per cj: non mi trattare male la mia amica... grande intelligenza e sensibilita'. Ora che ci penso siete un po' troppe con questi difetti.
Sulla poesia mi hai dato un 'idea; inauguriamo il "ritorno dell'oralita'" a tocqueville. Una strofa per chi vuole... come le vecchie ballate... a formare un poema... aperto. Mmmmmmh ora elaboro.

Gollum...azzo! prendila bassa. Ironia, leggerezza... era un gioco innocente mi hai risposto con un trattato sociologico. Semttila di pensare a quel diavolo di anello... tanto lo sai come va a finire. E' tutto scritto, segnato... come il 9 aprile! Su...datti pace.
Sul presunto pacifismo di Giovanni Paolo II e della Chiesa, spero di avere il tempo di scrivere un post... perche' di cazzate se ne continuano a dire in abbondanza. Se solo uno perlomeno leggesse il catechismo... non dico le encicliche...

marzo 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

L'anima guascona ogni tanto esce fuori! Bravo Anarca-Bussola, non è proprio una passeggiata tradurre in ballata romanesca dotte dissertazioni sulla morale a intermittenza della sinistra (oppure pensi in rima baciata e poi traduci in italiano corrente quando parli?). Ma bravo soprattutto Martin Venator che oggi dai microfoni di una radio privata ha distrutto il Prodipensiero (non era difficile) e l'Ecopensiero (già più complicato, perché - motori di ricerca a parte - fra tanti truffatori del pensiero è difficile tenere il conto degli scivoloni di questo e di quello...).

marzo 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

E' un'aria divertente; prendo ogni cosa per quel che è. E' divertente vivere senza categorie!Già, tornayo! Il tuo blog spesso ha sane intuizioni( a parte il jihad this). Interessante il tuo post sulla vita!Purtroppo dissento dalla linea teo-con ma che ci vuoi fare!Sono sempre Emanuelo!

marzo 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

NEANCHE IO FACCIO LE RIUNIONI CON TUTTI!

marzo 08, 2006  
Blogger Otimaster said...

Se il 17 sarò a Roma per buona parte è merito di chi mi ha detto che ci sarai anche tu, non so perchè ma la cosa mi emoziona, ho sempre trovato un affinità elettiva con quello che scrivi.
Un abbraccio.

marzo 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

un'affinità è femmmina, si scrive con l'apostrofo. Notte

marzo 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Grande grande affabulatore Martin, penna magnetica che attrae e seduce...conduce a se...

marzo 09, 2006  
Anonymous Anonimo said...

L'amico mio è proprio grande fico so vent'anni che lo penso e jelo dico
le rime mo s'è messo a fa
tra un po' lo troverò pure a cantà.
Ma c'è da dire, stavolta seriamente, che è un grande onore conoscere sta mente, è una ricchezza per la comunità è la risorsa per la nostra libertà.

marzo 09, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Bellissima questa poesia, l'ho messa anche sul mio blog, ringraziandoti!

marzo 09, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Io so' de destra
'na vorta ero fascista
poi ce fu Fiuggi
e Fini pe' du voti
dai camerati fece er fuggi-fuggi

Ma alla finestra nun ce vojo sta
e quanno sento l'afrore communista
me pija er nervoso,
devo da sbottà

Sti zozzoni co' la farce e martello
a loro sì che je piace er manganello
che se potessero, st'Italia mia
la farebbero diventà 'na Nassirya

mo' se so' 'ntruppati coi salotti
ma tra Luxuria e Nichi Vendola
du' libri avranno letto, e pure brutti...

che poi: "Kurtura", che ne sanno?
Ezra Pound pe' loro era mi'nonno

Vonno fa' l'intellettuali, i saputoni
ma è tutta 'na questione de sordoni:
dalla Continua Lotta, ar Corriere...sti fii de'na mignotta senza onore.

marzo 10, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Mi sto sempre più convincendo che l'idea del poema aperto per ripristinare la sana tradizione orale a tocque-ville sia geniale; ehi gigimassi... ci sei il 17 vero?

marzo 10, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Sempre geniale
Ermanno di Salza

marzo 11, 2006  
Anonymous Anonimo said...

...argh: no, ma a malincuore.

marzo 11, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Martin sei straordinario.

Il Pasquino di destra, li hai castigati tutti alla grande.

Dovresti farlo più spesso, me la copio perchè è troppo tutto:)))

marzo 11, 2006  
Blogger Martin Venator said...

bentrovata zizzi'...hai limato il pungiglione? Ci aspettano giorni di lotta e ironia.... :-)

marzo 12, 2006  
Blogger akelathewolf said...

Ecco che mentre Otimaster viene a Roma il 17 marzo devo annà aMMilano pè lavoro, e nu ce posso stà...

..ma ho già parlato cor Barone, quello nero, no quello rosso, che sta a organizza...

...nà scappata ce la faccio, se posso, alle 18 e 30... tutto qua...

tanto so solo un lupo e se fossi venuto pè magnà..

co la compagnia quella bona, de Tocquvillani e sapientoni, cari amici tutti quanti, na ciotola tirava l'altra..

... mamma mia che sarebbe successo dopo, ar momento de pagà?

Mejo che vado alla convention de quelli che vennono la pubblicità..

..che pe magnà co l'amici ci sarà occasione ancora...nun lo posso dubbità...

...ve vojo di solo da lupo che cor core ce starò anch'io...

...e so sempre felice de fa parte der vostro monno, e qualche volta lasciavve l'ululato mio...

..me raccomanno alla cena de venerdì fate un brindisi pure pè me... e gridate IN ALTO I CUORI...
..che in mezzo ai vostri, er mio, ce lo metto sempre pure io!

na zampata da akela er lupo dialettale ;)

marzo 13, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Chissà cosa ne penseranno i vostri alleati "padani"di tutto sto' dialetto di roma ladrona,magri vi tolgono il saluto.Vi saluto "romanamente": ce vedemo!

marzo 19, 2006  
Anonymous Anonimo said...

ehi, Martin, non sapevo fossi anche poeta! è proprio vero che riesci bene in tutto!
poi sul mio blog avevo letto solo una strofa: questo è un poema!
bravo, bravo, bravo bravissimo:-))
un abbraccione
fabry

marzo 30, 2006  
Anonymous Anonimo said...

L'Ho appena postato sul sito Palazzo Apostolico:
In proposito allego questo articolo: “Incredibile ma vero: per il sistema cooperativistico comunista esiste il privilegio di non pagare le tasse e anche la libertà di licenziamento- «Oggi solo una delle imprese del sistema cooperativistico comunista, la Lega COOP, ha un fatturato di 51 mila miliardi di lire (dati del 1998) e cioè pari a quello di una multinazionale come la Sony. Il vero «partito-azienda» sono i comunisti/postcomunisti il cui sistema di potere lo scrittore Valerio Riva così sintetizza: "duecentocinquantamila dipendenti. Quattro milioni e mezzo di soci. Centinaia di migliaia di impiegati. Milioni di «soci» che godono del privilegio di non pagare le tasse"» (Ugo Finetti, La verità sui finanziamenti sovietici, Studi Cattolici 467, Milano, Gennaio 2000, anno XLIV, pp.49-50 (p.50)). «La legislazione che permette alle cooperative di evadere il fisco è rappresentata da tre articoli di legge: l'articolo 12 DPR 601/1973 che consente per le cooperative la riduzione di un quarto sia dell'IRPEG che dell'ILOR; l'art.7, 4 comma, DPR 599/1973, che consente l'abbattimento dell'imponibile per le deduzioni spettanti ai soci delle cooperative; l'art. 12, legge 904/1977 che permette alle cooperative di eludere il reddito imponibile delle somme destinate a riserva indivisibile» (Valerio Riva, Oro da Mosca, I finanziamenti sovietici al PCI dalla rivoluzione d'ottobre al crollo dell'URSS, con 240 documenti inediti degli archivi moscoviti - in collaborazione con Francesco Bigazzi, Mondadori Milano 1999, p.556) Il sette marzo 2001, Presidente del Consiglio Giuliano Amato, viene approvata la legge Treu, legge n.142, articolo 2, che abolisce l'articolo 18 per le COOP: i padroni del partito-azienda possono licenziare liberamente i dipendenti delle cooperative. La CGIL non protestò e Cofferati non disse nulla (cfr Emanuele Fontana, Amato abolì l'articolo 18 per le Coop Ma Cofferati non disse nulla, Il Giornale 29 gennaio 2003, p.10).”
Ermanno di Salza

marzo 30, 2006  
Anonymous Anonimo said...

A parte che il link colla Fallaci nun se pò vede,
A parte che IO STO CO ISRAELE me fa corre al cesso
Cento volte bravo, poche volte fesso
e mi fai chiedere, dubitare che
quelli di Destra e di Sinistra sian poco sani
e che Destra e Sinistra siano termini per un piacere privato,
legati alla scelta delle mani.

Complimenti sinceri, BRAVO.

Tommaso

giugno 09, 2007  
Anonymous Anonimo said...

necessita di verificare:)

novembre 29, 2009  
Anonymous Anonimo said...

Si, probabilmente lo e

novembre 29, 2009  
Blogger Unknown said...

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giugno 08, 2018  

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