25 marzo 2006

un brindisi e un grazie... a paolo!

“Un brindisi a voi uomini e fiere e uccelli, per questa notte solitaria nella foresta! Un brindisi per l’oscurità e il mormorio di Dio tra gli alberi, per la dolce e semplice melodia del silenzio nelle mie orecchie, per le foglie verdi e per le foglie gialle! Un brindisi per il suono della vita che ascolto, un muso che soffia contro l’erba, un cane che fiuta la terra! (…) Un grazie per la notte solitaria, per i monti, per il rumore del buio e del mare che mormora dentro il mio cuore! Un grazie per la mia vita, per il mio respiro, per la grazia di vivere questa notte, un ringraziamento con tutto il mio cuore. Ascolta ad oriente e ascolta ad occidente, oh ascolta. E’ Dio l’eterno! La quiete che sento nelle mie orecchie è il sangue che ribolle, Dio che tesse la trama del mondo e di me stesso”.
(Knut Hamsun)

Un brindisi a Paolo… volato via un anno fa nel primo vento di primavera. Un grazie a Paolo… che leggeva Dio nella natura e non amava le idee ma le persone. Un brindisi e un grazie a Paolo Colli, perché il tempo non ci rubi l’ultimo conforto di immaginarlo ancora qui, tra le nostre rincorse e i nostri affanni.
Quando la carezza della morte lo ha conquistato, noi siamo rimasti un po’ sorpresi e gelosi… sapendo che stavolta non sarebbe tornato dal viaggio.
Con Paolo abbiamo camminato lungo quelle strade che uniscono spesso le vite e le passioni; c
i siamo divisi e ritrovati tante volte ai margini di un legame che superava le incomprensioni e le affogava dentro una risata o una battuta. Per Paolo abbiamo visto il pianto e il dolore scolpiti sui volti di chi non immaginavamo. Da Paolo abbiamo conosciuto il dono che si fa carne, riflesso nel mare blu dei suoi occhi e in quel sorriso beffardo.
Paolo rimane in ciò che ha costruito: nei ragazzi di Fare Verde e nel loro impegno, nei bambini bosniaci, nell’ospedale in Nigeria che porta il suo nome, nei diritti difesi per coloro che diritti non ne avevano, nelle battaglie condotte con l’ostinazione, l’ironia… la rabbia e l’amore... di chi sa che la vita è un dono troppo prezioso per sprecarlo dietro tante parole.
Ci resta il dubbio che il male che se lo è portato via sia stato un veleno raccolto in terra di Bosnia. Ma forse neppure questo è ormai importante…

Ora Paolo lo conserviamo nei ricordi senza fine che spesso svuotano i boccali di birra, come veterani di antiche battaglie, un po’ patetici nelle stagioni che passano; ricordi che muovono confusi tra i cortei, gli scontri di piazza, le guardie e i compagni, le vetrate in frantumi dell'università dove abbiamo imparato a conoscere il suo coraggio… in un tempo che sembra lontano anni luce; o laddove la nostra storia comincia, quando lui e Fabio riaprirono quella porta al mondo.

Io, Paolo me lo conservo anche nei pomeriggi passati a via Iside, tra un motorino scalcinato, una saracinesca rumorosa e quel “cialtroni!” che arrivava puntuale alle spalle, fragoroso e dirompente come la sua vita.

Paolo e Alessandro…Poldo e Macedone… in pochi mesi hanno cambiato la nostra storia, lasciandoci il dono della morte… della loro morte… accolta con dolore e grazia tra una solitudine necessaria e la pietà dei fratelli. E sui loro volti addormentati per sempre, noi abbiamo giurato che mai e poi mai potere, denaro, bassezze, egoismi avrebbero violato la nostra storia. Questo giuramento sta qui davanti a me, lo metto sotto ogni giacca e cravatta che sono costretto a indossare… davanti ad ogni palude che devo attraversare.
Noi continuiamo a camminare tra mille difficoltà... tra l’impazienza del fare e il dolore di non essere all’altezza.
Continuo a scorrere la pagina di Hamsun e ritrovo quella frase che con Mak e Federico stampammo sulle magliette e dentro i nostri cuori: “Io amo tre cose. Amo un sogno d’amore che ebbi una volta, amo te ed amo questo pezzo di terra”. Oggi la dedico a Poldo, con un groppo in gola: “Noi amiamo tre cose. Amiamo un sogno d’amore che continuiamo a inseguire, amiamo i fratelli che ci hanno lasciato e amiamo questo pezzo di terra che ostinatamente chiamiamo Patria”.

Questa sera la passiamo con Poldo, tra risate e chitarre, ingordi e mai sazi di ciò che vogliamo; e come sempre… alzeremo lo sguardo per vedere l’aquila e tenderemo l’orecchio per ascoltare il suono del suo flauto…

a...rivederci Poldo...
In alto i cuori.


Update: anche il Barone Nero ricorda Poldo

21 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ciao paolo fratello nostro.Che il sonno ti sia lieve.
Rolli

marzo 25, 2006  
Anonymous Anonimo said...

I cuori sono in alto!
Carlitos

marzo 25, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Fare bene il proprio dovere in questo consiste l'onore
Onore a questi uomini
Ermanno di Salza

marzo 25, 2006  
Anonymous Anonimo said...

I cuori sono in alto. Poldo per 1000 anni!
Nico

marzo 25, 2006  
Anonymous Anonimo said...

caro martin io non conosco te ma leggo spesso queso blog e ogni tanto scopro qualcosa di incredibile. Credo che quel gabbiano è qualcosa di molto bello e prezioso.
Roberto

marzo 26, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Non c'ero il 25, ero fuori ma in una città spagnola piena di vita, nella sua splendida cattedrale abbiamo pensato a te, abbiamo pregato ed acceso un lumino pensando al tuo cuore immenso e ai nostri fratelli che uniti Ti ricordavano. Abbiamo aspettato l'aquila e ascoltato le note di un flauto a noi caro. Ti abbiamo portato in Spagna con noi ed una parte di te brilla anche lì.

marzo 27, 2006  
Blogger akelathewolf said...

una fredda domenica mattina di tanti anni fa... ...la spiaggia di Ostia... un gruppetto di persone io, Paolo e Frodo gli unici maschietti in tutto 7/8 persone non di più...rastrelli, guanti, sacchi neri di plastica...

...e lattine, siringhe, cartacce, e un vecchio frigorifero buttato sul bagnasciuga... con le onde che vi si infrangevano, come se il mare lo respingesse, lo rimandasse al mittente come oggetto non gradito...

...era grande... enorme sto frigorifero... ..."non ce la faremo mai a portarlo via dalla spiaggia"... ..."fra poco arrivano i camion dell' AMA... se vogliamo che lo portino via dobbiamo avvicinarlo al marciapiede"...

...era grande...enorme sto frigorifero... ..."non ce la faremo mai a portarlo via dalla spiaggia"...

PAOLO MI GUARDA NEGLI OCCHI... "DAI CHE CE LA FACCIAMO!"...

...il mare l'aveva rimandato al mittente... e noi abbiamo ritirato la posta non gradita...

...Oggi...quando qualche cosa mi sembra impossibile...ripenso sempre a Paolo e mi dico.. DAI..CHE CE LA FACCIAMO!

GRAZIE POLDO... grazie per avermi fatto essere una persona migliore...

IN ALTO I CUORI!

marzo 27, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Martin riesci sempre a sorprendermi.
Bellissimo ricordo che arriva al cuore di chi legge anche se il protagonista mi è sconosciuto.


Un saluto:))

marzo 27, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Se non lo avete ancora fatto, date un'occhiata ai giornali di oggi che parlando di Angelo D'Arrigo, morto ieri mattina sui cieli di Comiso mentre volava su un ultraleggero per una banale trasvolata acrobatica. Una beffa del destino, lui, il "funambolo del cielo", l'ultimo dei romantici, l'Icaro dei nostri tempi che aveva sorvolato con le sue amiche aquile in deltaplano le vette dell'Everest e il deserto del Sahara. "Volteggiare tra le nuvole per me è un bisogno ancestrale", diceva l'ex maestro di sci, istruttore di volo acrobatico, che viveva con la moglie e i suoi tre fili ai piedi dell'Etna. Grande coraggio, grande cuore... un Angelo. A Poldo sarebbe piaciuto, chissà, forse stanno già insieme lassù dove è tutto più leggero.

marzo 27, 2006  
Anonymous Anonimo said...

grazie paolo per tutto quello che ci hai dato.

marzo 27, 2006  
Anonymous Anonimo said...

ciao cialtrone...

marzo 27, 2006  
Blogger Martin Venator said...

:-))) si...il "cialtrone" ci manca!

marzo 28, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Un pensiero a te caro Martin, immenso, perchè continui a sorprendermi ogni volta che parli o scrivi comunicando il tuo essere; profondo, come il più blu degli oceani che spinge ognuno di noi a riprendere il meglio di se sepolto da strati e strati di quotidianità; grande, come un uomo poco comune che in ogni piccola cosa trasmette delle emozioni indescrivibili. Ci ho ripensato questa notte, sono tornata a leggerti e, ancora una volta ripetendomi ahimè, ti ringrazio per essere mio amico e vorrei che il mondo tutto lo facesse insieme a me.

marzo 28, 2006  
Anonymous Anonimo said...

"con Paolo nel cuore"
Questa frase si può leggere nella home page del sito di Fare Verde. Sta lì ormai da 1 anno. Se ci clicchi sopra si apre un mondo: i messaggi di chi l'ha conosciuto e di chi ne ha sentito parlare e ha magari conosciuto le sue "imprese".
Non Immaginavo io e neanche chi l'ha scritta quanto fosse vera quella frase: a 1 anno dalla sua morte Paolo è esploso nel cuore di tante tante tante persone che magari lo conoscevano, che magari ne avevano sentito parlare, ma non si erano mai rese conto di chi fosse e soprattutto quanto facesse nella sua vita...
Oggi un ospedale in Nigeria porta il suo nome, perché è lui che l'ha voluto, lui che ha portato i materiali fino lì, lui che ha trovato i soldi che servivano. Oggi in Kosovo ci sono bambini di etnie diverse che giocano insieme nella scuola e nel parco giochi voluto e costruito materialmente da lui, e lì in Kosovo, probabilmente Paolo ha lasciato la sua vita, venendo a contatto con l'uranio impoverito (forse, non lo sappiamo con certezza e non ne saremo mai sicuri). Oggi tante persone hanno nel cuore il suo sguardo limpido ma determinato, e nelle orecchie il suo ritornello "cialtroni!" Fa ancora male la sua mancanza, ma fa ancora male quella telefonata quel mercoledì: non sentivo bene, la linea era disturbata, ti richiamo gli ho detto e non ho capito che stava lottando con la morte, non ho capito che stava in ospedale, solo un senso di angoscia: sto' matto starà in Nigeria, ho pensato...poi il venerdì la notizia: Paolo è morto! Ero al parco coi bambini, mi sono seduta per terra e ho iniziato a piangere...stava bene: le analisi erano perfette...
Paolo e i cotton fioc, Paolo e il mare d'inverno, Paolo e i campi antincendio, Paolo e la protezione civile, Paolo e il compost, Paolo e le lotte contro le ingiustizie, Paolo che fa attacchinaggio, Paolo che va in giro con la sua bottiglia di Materiale riciclabile, Paolo che sta sempre al cellulare, Paolo che beve solo coca cola, Paolo che è sempre disponibile, qualunque cosa gli chiedi, Paolo che mi chiama per ringraziarmi ( Paolo voleva chiamare Simona, ma sbagliava numero " 'a Paolo, hai sbagliato un'altra volta!), Paolo... Potrei continuare....
Ma ora Paolo c'è: è nel mio cuore! E non mi lascerà più!
Cinzia

maggio 10, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Paolo e voi... che siete il suo regalo piu' bello!

maggio 11, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Poldo nel cuore. Per 1000, 1000 1000 anni!

luglio 07, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Paolo, ti vogliamo bene. Che il tuo sorriso accompagni sempre le nostre battaglie.
Luxis

marzo 27, 2007  
Blogger nicol said...

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gennaio 14, 2010  
Anonymous Anonimo said...

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