11 febbraio 2008

il 10 febbraio di Walter.

10 Febbraio 2008, Spello, Umbria, Italia, Europa, Mondo. Dal particolare all’universale. Un occhio al borgo italico medioevale e l’altro a Obama e al grande sogno americano. Commistione di sensazioni, viaggio nel tempo, divagazione tra spazio e emozione. Il "discorso per l’Italia" di Water Veltroni ha toccato anche le nostre corde, quelle più logorate dalle urla della politica che divide e non unisce; e le ha fatte vibrare dicendo poco o nulla ma dicendolo talmente bene da farlo sembrare tanto o tutto.
Una domenica bella, solare con lo sfondo scenografico di un paesino arroccato su una verde collina, teso verso il cielo come il futuro. Eppoi quel vento che soffiava e scapigliava e scompigliava e dava un'idea di aria nuova, fresca, pulita. Una domenica importante, "una domenica italiana” da ricordare. Una domenica serenamente e pacatamente patriottica, ma anche mistica. Vittorio Taviani lo ha paragonato a San Francesco, santo e guerriero, fede e determinazione; e di fronte ad un paragone del genere le provocazioni di Oliviero Toscani non ci toccano: “… mi metto il colletto su o giù? Mi metto a parlare sull’erba o vado nell’eremo? Neanche fosse Gesù Cristo”. Gesù Cristo ancora no. Ma non è detta l’ultima parola: perché "uno che vuole passare per nuovo ma dice le stesse cose con la stessa faccia da 30 anni", non va disprezzato con il solito qualunquismo, perché vuol dire che porta con sé un messaggio universale.
La location di Spello era azzeccatissima, se solo avessero indovinato le inquadrature. Forse qualche cipresso di troppo ma anche questo è un segno della storia perché se "dobbiamo capire bene dove il mare della storia ci sta portando", il passaggio dalla quercia al cipresso ce lo indica molto bene: la sinistra trapassa e la svolta arborea è ancora più netta di quella politica.
Un discorso intenso, un po' retorico ma necessario, per metterci "in sintonia con le correnti profonde della storia". Un discorso che parla alla gente ma senza la gente, perché sono più importanti le telecamere. Veltroni si rivolge al "destino dell’Italia, alla sua struggente e meravigliosa bellezza". Un discorso vivo, che parte "dalla bellezza dell’Italia, dalle coste del Mediterraneo, attraverso le colline e la grande pianura, fino alle Alpi"; un discorso che cita Moro, Spinelli ma fa pensare a De Amicis; un discorso che tocca "l’orgoglio di essere italiani”, che ricorda che "la qualità è l’Italia. E l’Italia è qualità”. Un discorso innovativo che cita 56 volte la parola "Italia", 26 volte "italiani" e manco una volta "compagni". Un discorso con cui “guardiamo negli occhi l’Italia e le diciamo: comincia un tempo nuovo”. Un discorso che sembrerebbe scritto a destra ma anche a sinistra perché noi dobbiamo essere "uniti sotto il tricolore, sotto la bandiera italiana. Uniti nella Resistenza”. Un discorso sulla "memoria che si fa speranza”. Appunto.
10 febbraio, era anche la giornata del ricordo. Veltroni non se ne è ricordato. Ci saremmo aspettati almeno un passaggio, una breve citazione, anche solo una piccola emozione buttata tra una riga e l’altra di un discorso fumoso; magari là dove ha parlato del “silenzio dei deportati” e “dei tanti giusti che seppero aprire la porta a chi cercava aiuto”. Ricordando quella parte d’Italia che la porta non l’aprì ai nostri fratelli perseguitati e cacciati dalle terre di Istria e di Dalmazia, relegandoli anche fuori dalla propria coscienza. Ed anche la città che lui governa e che ospita una delle più grandi comunità di esuli giuliano-dalamti, ha negato anche un piccolo gesto istituzionale di riconciliazione.
Il 10 febbraio di Veltroni è stata un’occasione perduta, una distrazione colpevole. Ed ora, ripensandoci, a vederlo lì, tra un tricolore ammainato e un cipresso, il leader di questa nuova sinistra che non ha "paura del nuovo perché il futuro è l’unico tempo in cui possiamo andare”, non da’ neanche una grande idea di novità, di coraggio, di speranza. Ma molta, troppa mestizia...

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13 Comments:

Blogger Chris said...

Che guazzabuglio medioevale. Anzi, nel medioevo erano molto più avanti!

febbraio 12, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Beh, i cipressi ci stavano a puntino, visto che in fondo alla piazza, nascosto da pudici teloni, ci stava il cimitero di Spello.
R.I.P. caro PD...

Se Prodi era il "muro di gomma" Veltroni è "melassa" allo stato puro: se ci cadi dentro resti invischiato e ne se quasi felice, tutto immerso in tanta dolcezza... un po' nauseante alla lunga, però.

febbraio 12, 2008  
Blogger Variatio5 said...

"Ed anche la città che lui governa e che ospita una delle più grandi comunità di esuli giuliano-dalamti, ha negato anche un piccolo gesto istituzionale di riconciliazione".

Non è vero. Veltroni ha presenziato a Roma a una cerimonia per la Giornata del Ricordo, proprio nel pomeriggio di domenica.

febbraio 12, 2008  
Blogger David Locke said...

All'ombra de' cipressi e dentro l'urne (elettorali) confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?

febbraio 12, 2008  
Anonymous Anonimo said...

ma se il futuro è un ponte sullo stretto (mafia contenta), niente intercettazioni delle forze dell'odine (casta contenta), divieto legislativo dell'aborto (vaticano contento) forse mi convincete ad aggrapparmi al passato!

febbraio 12, 2008  
Blogger Martin Venator said...

emanuelito,
bastasse presenziare per mettersi a posto la coscienza. La manifestazione di cui parli non e' stata organizzata dal Comune di Roma e neanche patrocinata. E' stata realizzata direttamente dalle organizzazioni degli esuli istriano-dalmati. Nel quartiere di Roma che da loro prende nome, e' stato inaugurato un mounmento alla presenza del sindaco di Roma e del Vice presidente della Camera Giorgia Meloni. Al contrario, il Comune ha ceduto alle pressioni violente dell'estrema sinistra contribuendo a far annullare un convegno al teatro Brancaccio degli studenti romani; grazie al coraggio pusillanime dell'assessore alla cultura Di Francia. Ci sarebbe da vergognarsi se gia' la nostra vergogna non avesse superato il limite del politicamente corretto.

febbraio 12, 2008  
Blogger gianmario mariniello said...

Appello ad uno dei miei blogger preferiti: fatte la barba! :D

febbraio 12, 2008  
Blogger Fabio said...

"Water Veltroni" (5a riga): refuso, lapsus freudiano o scelta?

febbraio 13, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Giù le mani dalla barba dell'Anarca!!! E' bellissimo così e guai se se la taglia...

febbraio 13, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Veltroni che si presenta come il nuovo che avanza è una barzelletta per non parlare della sua fallimentare amministrazione di Roma.
ErmannoDiSalza

febbraio 16, 2008  
Blogger arachesostufo said...

conto sull'intelligenza dei veneti e i tutti gli italiani... su veltroni e i suoi sinistri fallimentari compagni non spreco parole.

marzo 16, 2008  
Anonymous Anonimo said...

Si, probabilmente lo e

novembre 16, 2009  
Blogger Unknown said...

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febbraio 22, 2016  

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