05 settembre 2006

vittime di chi? ...il nodo di Gordio

"I palestinesi erano stati più volti annientati non dal coraggio e dalla tracotanza degli israeliani, né dalle macchinazioni del giudaismo internazionale ma dall'inconcepibile stupidità dei loro capi, i quali, secondo la sempre valida definizione di Abba Eban, non avevano mai perso occasione di perdere un'occasione. Se solo avessero avuto l'intelligenza di accettare le deliberazioni della commissione Peel del 1937, adesso possiederebbero l'80% della terra allora chiamata Palestina. Se avessero accettato il piano Onu del 1947, starebbero per celebrare il cinquantesimo anniversario del loro Stato, composto da metà della Palestina, così com'era a quel tempo, e dalla città Vecchia di Geruslaemme. Se non si fossero consacrati alla distruzione dell'entità sionista, al terrorrismo improvvisato e alla volontà di buttare a mare gli ebrei, avrebbero prosperato in una terra che apparteneva alla progenie di Sara come a quella di Agar"
(Mordecai Richler, Quest'anno a Gerusalemme)

Questo cercava di spiegare Mordecai ad un giovane pacifista canadese in un caffè di Ben Yeudah nella "sudicia Tel Aviv, stappata alle paludi nella pianura filistea". Era il 1992 e ancora non c'erano stati gli accordi di Oslo (quando Israele offrì ad Arafat, Gaza, la Cisgiordania e il settore orientale di Geruslaemme per farci al capitale del nuovo stato palestinese)
e neanche il ritiro dal Libano, né quello da Gaza del 2004.
Mi sono venute in mente queste parole leggendo la lettera con cui Deborah Faith ha risposto a Ennio Remondino ed al suo pietoso articolo su Il Manifesto. L'idea che i palestinesi siano "vittime delle vittime" è un ottima figura letteraria, un concetto, un gioco intelletuale, niente di più; ma la storia è una cosa troppo complessa per lasciarla ai poeti... e agli intellettuali. Il problema palestinese tocca gli errori di Israele, certo ci mancherebbe, così come le ipocrisie della cosidetta "comunità internazionale" e il menefreghismo dei fratelli arabi. Ma qui stiamo ancora alla superficie della storia;
in gioco sembra esserci altro, qualcosa che travalica gli eventi, tocca la dimensione del mito e attraversa i secoli dentro i quali si disegnano altre storie, da Erodoto in poi, da quando la libertà greca si confrontò con i barbaroi orientali. In gioco c'è il secolare rapporto tra l'Occidente e l'Oriente, la contrapposizione perenne tra libertà e arbitrio. Questo è il "nodo di Gordio" che Ernst Jünger provò a sciogliere negli anni '50, in uno straordinario saggio di grande intuizione; quasi come se Europa e Asia, Oriente e Occidente, Levante e Ponente fossero "due residenze, due strati dell'essere umano che ciascuno reca in sé. (...) Nonostante tutti i mutamenti intervenuti nei rapporti di forza, vi è un dato infallibile per percepire le differenze tra Oriente e Occidente. Esso è collegato alla valutazione che si dà della libertà". Questo scriveva Jünger nel 1953.

Israele è un pezzo di quell'Occidente e di quella libertà conficcati nel cuore del dispotismo orientale. Forse da qui bisognerebbe partire per capire di chi è veramente vittima, da 70 anni, la dignità palestinese. Perché i nuovi scenari davanti a noi raccontano che nella continua oscillazione del pendolo, l'Oriente sta di nuovo dispiegando la sua forza: e forse le "vittime", sono anche carnefici e non solo di se stesse. Solo che stavolta l'Occidente sembra non capirlo.

update del 6 settembre: all'Anarca era sfuggito questo straordinario artcolo, pubblicato ieri da Il Foglio, di Ayan Hirsi Ali sul vittimismo islamico e su Israele, ma sopratutto sulla follia di un'Europa che ha paura di difendere la propria libertà... come ha avuto paura di difendere Ayan

33 Comments:

Blogger Robinik said...

una serie di cose:
a) Bentornato!
b) Segnalo questo post da me. E' in tema al mio di oggi
c) Avrei bisogno di contattarti via mail dove posso recuperare la tua (sempre se è possibile)?

Ciao!

settembre 05, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

Caro Martin, ben tornato. Ottimo spunto, alla grande la pars destruens, completamente d'accordo, perfettamente inserita nel contesto. Ma poi non capisco la generalizzazione, lo scontro epico tra oriente ed occidente.Why?Per esempio se i Palestinesi son degli imbecilli e pericolosi, i sauditi sono furbi e pericolosi?Mi intendi?Per questo è bello essere ermeneutici!

Ci vediamo ad Atreju!Vengo solo per te!:)

settembre 05, 2006  
Blogger Martin Venator said...

ciao robi... grazie e puoi contattarmi tranquillamente; l'inidrizzo è anarcamartin@yahoo.it

settembre 05, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Emanuel, ti intendo ma non hai letto "il nodo di Gordio"... eppoi dove è finito il tuo sano realismo?
Mi sare aspettato questa obiezione da un dalemiano non da un evoliano :-)))
Troppo onore, ma perché solo per me?

settembre 05, 2006  
Blogger Paolo said...

:-)
«Il mito, che sempre coglie l'essenza delle cose in modo più preciso e essenziale della storia, descrive l'instaurarsi di una moralità superiore attraverso il trionfo degli dei dell'Olimpo sull'antico mondo dei Titani. Ed è un tratto meraviglioso, poi sublimato dal Cristianesimo, che la vittoria della luce possa avvenire soltanto con l'aiuto dell'uomo. Ercole, l'uomo, deve partecipare alla lotta, e soltanto allora si arriva alla caduta delle potenze terrestri che vengono relegate nel Tartaro. Anche in questo caso, il mito illustra un presente eterno: la vittoria non è definitiva. Viene di continuo messa in discussione. Perciò in ogni ciclo mitico incontriamo predizioni secondo cui l'antico serpente orrendamente libero srotolerà le sue spire, mentre il mondo incendiato fiammeggerà».
Ma l'uomo europeo si deciderà di partecipare alla lotta? O l'oriente dilagherà, perdendo se stesso (il suo senso), sorprendendolo dall'estetista (magari a depilarsi ;-)?

settembre 05, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Temo che non ci sia speranza che l'Europa (e il resto del mondo) capisca. Non ha mai capito finora e continua a voltarsi dall'altra parte :((

settembre 05, 2006  
Blogger Otimaster said...

Bentornato Anarca, mi mancavano i tuoi post, peccato che nel leggerli scopra quanto è sconfinata la mia ignoranza, però di volta in volta mi permettono anche di restringerne i confini.

settembre 05, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Spero che qualcuno si svegli prima o poi... Splendido post!

settembre 05, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

Solo per te?vabbè esagerazioni!Ho capito, ho capito, bello anche lo scritto di Paolo!vabbè facciamo così, se chiameranno per riconquistare il sepolcro del Re del mondo, voi dite che Emanuel era occupato con il sufismo, il tantrismo, la cabbala, Hiram...insomma quelle cazzate là, e che ci si vede quando sarete tutti d'accordo!Ok?:)...ho capito chi sono, regà: sono un ONU esoterico!eheheh!Un abbraccio!

settembre 06, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Ottimo post anarca. Junger insegnava a leggere sotto la storia là dove si muovono le forze che danno il senso del divenire.
L'Oriente ha sempre rappresentato il dispotismo, la tirannia (anche nella sua variante laica come il comunismo). L'occidente la libertà. Per questo i periodi di dittautra in occidente sono considerati colpe inaccettabili. Ma per Junger oriente e occidente non erano loghi fisici, aree geografiche definite; ma realtà culturali. Ecco perché dovremmo considerare Israele parte di questo occidente.
Carlitos

settembre 06, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

Ma amici cari, davvero pensiamo d'essere il bene?Possiamo sostenere con tanta semplicità una superiorità civilistica?Non tanto nei fatti d'attualità su cui si può discutere in sintonia secondo realtà(prima parte del post di Martin), ma nel complesso culturale, vi chiedo.La cosa mi spaventa, se davvero fosse così altro che tastiera, la responsabilità morale di ognuno di noi dovrebbe schiacciare ogni altro pensiero. Altro che tastiera, prendiamo in mano il moschetto!non a caso Junger pone Eumeswill in un limbo indistinto, dove nè Oriente nè Occidente esistono più.Dunque rimaniamo così, se passa il reclutatore ditegli che Emanuel s'è infrattato nel bosco o l'han visto vendere armi israeliane con Corto e Rasputin.(cazzata x cazzata...;-))

settembre 06, 2006  
Blogger Mariniello said...

...Oggettivamente siamo superiori, Emanuel...
Se non altro perchè ci sono persone come te che si pongono dubbi sulla nostra superiorità. GM

settembre 06, 2006  
Blogger Catone Il Censore said...

Questo è il problema più grande: siamo ciecamente convinti di essere superiori, di essere il giusto e il bene.
Proprio per rispondere al tuo commento sul mio blog, ti allego quella che per me è la prova della volontà di Israele di non raggiungere la pace.
E pensare che solo lei potrebbe ottenerla...
http://archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2006/09/co_9_060905059.xml

Si notino parole come "benché al di là della linea verde", "il celebre «piano E1» della Grande Gerusalemme, contestato e denunciato dai palestinesi (e a più riprese anche dalla comunità internazionale) perché restringerebbe, «chiudendolo», il loro accesso a Gerusalemme"...
Ma non voglio rovinare la sorpresa.

settembre 06, 2006  
Blogger Catone Il Censore said...

Rimando il collegamento che è arrivato male:

http://archivio.corriere.it/
archiveDocumentServlet.jsp?url=/
documenti_globnet/corsera/2006/09/
co_9_060905059.xm

Ovviamente va copiato tutto attaccato.

settembre 06, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Anarca ma hai glissato sui commenti dell'ultimo post? mi aspettavo una riposta...
comunque vedo come la pensi, e ci risiamo: l'occidente illuminato, l'oriente...al buio (buffa inversione, dato che a oriente, in realtà, nasce il sole). ma non è troppo dicotomico? maniecheo? insomma...talebano a rovescio?
con affetto e bentornato
LADY OSCAR

settembre 06, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

...ovvero il nodo non andrebbe tagliato proprio...pena finire avvelenati a babilonia;)

settembre 06, 2006  
Blogger Martin Venator said...

allora, con ordine... perché siamo occidentali ed amiamo il "metodo” quando non lasciamo spazio all'elementare.
Saluto Paolo, fratello del limite del bosco, che prova a leggere la storia senza pattinarci sopra.
Un abbraccio a Oti, ogni tanto ci si rtrova e a Sailor e alle sue incursioni, a Carlitos e alle sue analisi e a Esperimento e al suo pessimismo.

Mariniello ha colto il problema cari EmanuelGollumLady. L'Occidente (con tutte le implicazioni e le approssimazioni che questo termine presuppone) ha in sè una tale e radicata idea della libertà da essere l'unica cultura in grado di mettere in discussione se stessa; l’unica cultura che inventa un pensiero che arriva a negare essa stessa. Voi ne siete un esempio. Il problema non è morale, nonostante il vostro realismo dichiarato scivoli sempre nel moralismo. Il tema non è l'illuminazione (valutazione moralistica che lascio volentieri agli elettricisti del pensiero); il tema è libertà e arbitrio… e cioè ciò che fonda, nella dimensione del politico, l'auctoritas. Junger si limita a dire che Occidente e Oriente hanno dato nel corso del tempo risposte diverse. L'Occidente ha seguito il percorso della liberta', l'Oriente, quella dell'arbitrio. O meglio, l’Occidente privilegia l’idea che l’auctoriats si fondi sulla libertà, l’Oriente sull’arbitrio. E’ ovvio che questi due principi hanno avuto trasformazioni e evoluzioni nel tempo. Junger scrive "il nodo di Gordio" nel 1953. Due anni dopo gli risponde un altro grande del '900, Carl Schmitt, che interpreta la contrapposizione "storica", non morale, tra Oriente e Occidente secondo il suo nomos.
In realtà l'analisi di Junger non e' dicotomica... anzi. Presuppone le contaminazioni (l’esempio di San Paolo che lui fa come sintesi tra Oriente e Occidente è emblematico). Roma viene conquistata dall’Oriente con una dottrina che annunciava la libertà dell’uomo dalla schiavitù (religiosa del peccato ma non solo da quella); ma quell’annuncio nato in Oriente, l’Oriente ad un certo punto lo rigetta; l’Occidente lo fa suo perché il senso della storia era stato digerito dai romani tanto che mandarono in soffitta la mitologia che per i greci era rimasta fondante nonostante Erodoto).
Libertà e arbitrio possono non essere categorie morali… o meglio Junger non si preoccupa di questo. Ma ha talmente ragione nella sua analisi, che voi, per dire che manco di pluralismo e di rispetto della diversità (per i poveri orientali bistrattati) mi date del “manicheo”… cioè, in qualche modo, dell’orientale… chissà perché.
Allora si risale in superficie, laddove la storia è più facile da leggere o solo da scrutare… e si vede cosa? Che oggi l’Oriente islamico (ma è una casualità storica) non è democratico (tranne i casi forzati in cui l’Occidente ha provato ad infilare germi di democrazia occidentale (e solo il tempo ci farà capire se ha sbagliato o no). Ma se la democrazia (non l’idealtipo che non esiste Emanuel… te l’ho già spiegato, ma quel sistema di regole che si usano per provare a organizzare meglio una comunità) è, nell’epoca moderna, criterio di libertà (o meglio di maggiore libertà, senno’ Emanuel va in fibrillazione) o meglio ancora: se la democrazia è oggi il sistema di società che tutela di più libertà individuale e collettiva, diritti e benessere, allora, la non democrazia diventa criterio di meno libertà e maggiore arbitrio (e in effetti non ci vuole poco a capire che in Italia, nonostante il blog dell’anarca e gli altri biechi occidentalisti intolleranti, i diritti personali per Lady Oscar sono meglio tutelati che se lei andasse a vivere in Arabia o in Algeria). Guarda caso nessun paese islamico è democratico… e nel senso attuale della storia l’Islam lo definiamo Oriente.
Nel fluire della storia, oggi Occidente ed Oriente si scontrano… ma s’incontrano nello stesso tempo. Perché sia un incontro di cosa c’è bisogno? Che l’Occidente rinunci alla sua libertà o che l’Oriente rinunci al suo dispotismo? Io penso che l’Occidente non dovrebbe rinunciare alla sua libertà (imperfetta, volgare, decadente, nichilista ecc.) e invece credo che l’Oriente (cioè l’islam di oggi) dovrebbe rinunciare al suo dispotismo. Se le civiltà fossero ferme potremmo dire…’sti cazzi. Ma siccome hanno l’abitudine di agitarsi dentro quella vasca da bagno piena d’acqua che chiamiamo storia, bagnando il pavimento e schizzandosi negli occhi, il problema c’è eccome. Continuare a credere che l’Occidente sia colpevole di nefandezze e che al contrario l’Islam sia vittima del senso di superiorità dell’Occidente può far comodo per risolvere l’atavico senso di colpa che un cristianesimo moralista (e falso rispetto al messaggio “immorale” che Gesu’ portò).Per questo Cato, che non è cieco, a differenza di noi occidentali non coglie il problema. Proprio non ce la fa. L’Occidente è semplicemente un luogo (ma soprattutto un non luogo), un’entità culturale che ha privilegiato la libertà sul resto. E’ così scandaloso affermarlo? Si può pensare che questo non è giusto, che la troppa libertà guasta; si può discutere sulla natura della libertà, o meglio su cosa essa sia (da Platone a Papa Ratzinger l’Occidente si è interrogato), su come la libertà incontra il moderno (tecnica, economia, politica). Si puó persino dire che è meglio un burqa ad una minigonna, ma negare che il tema della libertà sia centrale in Occidente ed in Oriente leggermente di meno mi sembra una cazzata.
O forse ha ragione Emanuel: il nodo non andava proprio tagliato, quell’Alessandro è stato un incauto, arrivare fino a Babilonia ed oltre, che roba… vuoi mettere… se ne rimaneva in Macedonia a pascolare pecore… ragazzaccio eppure capellone!

Per Cato, è pessima cosa leggere la storia volendola piegare alla cronaca: l’update al mio post spero ti illumini un po’ se provi a leggere Ayan.

P.S.: Lady... a volte non ho tempo per rispondere a tutti credimi... a tempo perso lavoro pure. Ho visto però che ve la siete spassata in mia assenza eh? Certo almeno una pulita per terra la potevate dare... ho trovato un casino. Le chiavi del blog non ve le lascio piu'!

settembre 06, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Caro Anarca,
la prossima volta puliremo virtualmente il tuo blog!
mentre aspetto la metamorfosi di Gollum (a me piacerebbe essere, semmai, Biancaneve) insisto, come un piccolo grilletto rompipalle (ci stai a fare Pinocchio?)che, ben lungi da essere qualcosa di simile alla coscienza, ti fa solo da specchio...inverso.
Ma davvero pensi che noi occidentali siamo liberi? questa, secondo me, è la fregatura che ci hanno dato. visto matrix? ci provi mai a uscire dal programmino "Occidente perbene e democratico"?
Guarda che a me piacciono molte cose dell'Occidente, anche questa ignorante schioavitù (ignorante nel senso che ignora realmente se stessa). Mi spaventa, solo, quando le persone sono troppo tassative, assiomatiche, come te. Attento che la realtà più sfumata
con molto affetto "occidentale"
LADY OSCAR

settembre 06, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

Ahi, ma allora sono proprio la tua coscienza...poi dici a me dell'intellettualismo!Tra l'altro credo di non andare troppo distante dal tuo atterraggio.Come ti ho già scritto reputo le basi del tuo ragionamento perfette, l'ho scritto fra le altre cose anche a Lady Oscar ed Epimeteo nel post precedente, io non parlo come Miguel Serrano, conosco bene il fattore "libertà". Semplicemente mi vien diffcile confondere la libertà stessa con la mia identità occidentale(idealtipo..scusa!!)poichè sono certo di poter incontrare nel vicino-medio-estremo oriente singoli individui che non sono democratici ma possiedono elementi culturali d'incontro;ossia non ho una visione etnocentrica della libertà.Nè in particolar modo della Tradizione.Certo scommetto che Lady Oscar in Algeria dovrebbe guardarsi le spalle(caspita è anche androgina!poraccia!), ma perchè ci dovrebbe andare in Algeria?Per il bene del mondo?Per dimostrare che l'illuminismo che non vuoi sentir tuo aveva ragione?E' questo il senso del Breviario Pagano!Non amo Achille, amo Ettore, il nodo non va tagliato poichè guardare l'oriente significa non vedere, non capire, significa innalzarsi verso gli Dei per poi cadere inesorabilmente.Alla mia libertà ci tengo caro MArtin, ma solo alla mia... Voltaire mi provoca solo il mal di stomaco.

Non sapevo di questo scritto jungeriano, poi ti chiedo de visu!Un abbraccio

settembre 06, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Lady oscar deve guardarsi le spalle, ma non solo in Algeria.
Gli stupri qui da noi non sono mica così rari!
Comunque a me piacciono sia voltaire, per alcuni versi, sia Junger, per altri. ma tu, anarca, sei illuminista senza essere...candide.
LADY OSCAR

settembre 06, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Anarca ben tornato e come sempre cominci alla grande
Ermanno Di Salza

settembre 06, 2006  
Anonymous Anonimo said...

amate troppo filosofare, trovo più bello appassionarsi alla realtà.
L'Occidente mi costituisce, non sono perfetto, ma di questo sono fatto, di questa carne e mi voglio bene.

settembre 06, 2006  
Blogger Martin Venator said...

grazie fausto.
Io ci rinuncio... lascio le chiavi del blog al portiere. Chiedetele a lui. Alla fine pero' spegnete almeno la luce... che pago io. :-)

settembre 07, 2006  
Blogger Fabio said...

Da un punto di vista pragmatico, é patetico vedere un popolo che prende tutte le decisioni strategicamente sbagliate, e poi si lamenta se le cose vanno male.

settembre 07, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

segnaolo: letteramaltese.blogspot.com

Chi sarà mai sto Corto?

settembre 07, 2006  
Blogger Martin Venator said...

"infine, contesto di dover spegnere la luce, lasciare tutto pulito, buttare la spazzatura, ricordarmi di passare dal portiere..."
vecchio vizio di voi terzomondisti... andare a casa degli altri e fare come cavolo vi pare...

Ti faccio notare che la parola "male" non è mai comparsa in questo post né in altri. E' un concetto morale che ponete voi che siete moralisti. Qui si parla di storia.

Non ci provare... è Smeagol che assomiglia ad uuno dei 5 dei 7 nani...

settembre 07, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Due sensazioni sorgono spontanee alla lettura di ciò.
1- sconforto conseguente alla presa di coscienza della incolmabile distanza che, nonostante i miei sforzi, continua ad aumentare, tra le cose che so e quelle da imparare

2- perchè quando leggo queste cose mi coglie l'istinto di farne manifesti da appiccicare dappertutto e obbligare la tv, i politici, i giornalisti ma soprattutto la gente comune a leggere?
Avrò tendenze dittatoriali latenti?

settembre 07, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Due sensazioni sorgono spontanee alla lettura del tuo commento:

1- nessuno sconforto perché quella "incolmabile distanza", che è anche la mia, è la nostra salvezza in questo vortice che è l'esistenza... perché quando la conoscenza supera il desiderio di conoscere... la vita è finita.

2- un po' di sane tendenze dittatoriali non guastano e ci aiutano ad apprezzare meglio e a riconoscere la libertà anche dentro di noi.
;-)

settembre 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Caro Gollum,
io dico che mi vedo Biancaneve se tu pensi di essere jeeg robot...ma se restiamo gollum e lady oscar va benissimo...almeno per me! Mi chiedo, Gollum, quando ti addormenti nella tua garconniere con quale delle due parti scisse sogni? O anche i sogni si alternano?
comunque mi stai troppo simpatico!
Anarca: non sarà che sei tu il moralista? Caro, carissimo Anarca, anche il Gollum, il mio caro amico nonché clone di un...sette nano!, provava a dirti, in un attimo di rilassamento dal confliggere dei suoi due Sè, che c'è troppo manicheismo, e non puoi cavartela solo senza citare la parola male! Di fatto, il pensiero è proprio questo. Occidente il bene, Oriente il male. Sei troppo intelligente per cavartela senza usare quella parola!!
LADY OSCAR

settembre 08, 2006  
Blogger Catone Il Censore said...

Neanche a dirlo: analisi di indubbia levatura culturale sulle differenze tra Occidente e Oriente, per quanto io continui a non accettare questa dicotomia... O forse a non comprenderla, come dici tu.
Fermo restando che la democrazia è a mio modo di vedere un grave passo indietro per la civiltà. Democrazia (intesa all'"occidentale", non all'ateniese) significa corruzione, privilegio, ingiustizia sociale, significa - guarda un po' - arbitrio. Anche se sicuramente è un sistema partorito da una spasmodica ricerca di questa "libertà" su cui come noti tutti si interrogano e che è tipica del'Occidente. E' che io non sono così sicuro che la libertà debba farsi idolo.
"Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. Hanno occhi e non guardano, hanno orecchi e non ascoltano, hanno mani e non palpano. Sia come loro chi ripone fiducia in essi" recita il salmo.
Ebbene questa libertà che ci trasforma in vitelli d'oro, incapaci di amare se non i nostri soldi, il successo, l'abbronzatura sfoggiata in palestra, il numero di amplessi... Questa libertà fattasi idolo produce la morte dello spirito, la caduta della morale, l'individualismo anglosassone...
In Oriente la libertà non è cercata non tanto per superiorità, ma per una diversa impostazione culturale. In Oriente la gerarchia è ancora cosa naturale, come l'arbitrio.
So che si vive peggio laggiù. Sono contento che la mia ragazza possa girare senza burka e ritengo chi indossa il burka ad un grado di civiltà senza dubbio inferiore al nostro.
Ma è proprio in virtù di questa nostra "superiorità" che aumentano le nostre responsabilità. Siamo noi a dover dimostrare che la libertà di cui ci facciamo bandiera vale anche per il popolo palestinese, e che non per forza deve essere una libertà democratica.
Se non siamo in grado di regalare la libertà a coloro che dipendono da noi - possibilmente nel rispetto della differenza che ci distingue - non possiamo poi permetterci di usarla come cartina tornasole autoreferenziale.

settembre 08, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

Ahia, il problema di voi identitari, non cambierete mai!Che c'entrano le storture di questo mondo(abbronzatura e co) con la democrazia?La democrazia non è un valore, sono biglietti in un'urna con il buon intento di non massacrarsi.Pacifico direi. Stessa cosa per la gerarchia, essa non è un valore (ehi martin, idealtipo!si!si!), non la trovi in un posto si e nell'altro no a seconda delle culture. La gerarchia sei tu, ed il tuo grado nella società che tu stesso, in parte, non son un soggettivista come quel fanatico di Popper, ti crei, vuoi sotto l'urna, vuoi sotto il minareto.In altre parole l'era del cinghiale bianco non arriva da sola, nè sta in oriente, l'hai tu se lo vuoi, pure in democrazia!Che è meglio!

settembre 08, 2006  
Anonymous Anonimo said...

molto intiresno, grazie

novembre 26, 2009  
Blogger Unknown said...

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giugno 08, 2018  

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