10 gennaio 2006

Una canzone per Fabrizio

Nicola, fratello di Fuori di Casa, mi ha mandato questo ...video... bello, bello, bello. Una canzone della Gulliver's band dedicata a Fabrizio Quattrocchi. Un video semplice e suggestivo... guardatelo, ascoltatelo e diffondetelo il piu’ possibile... questa canzone è un dono più grande di qualsiasi medaglia civile... è ciò che ferma il ricordo di un atto, ciò che lo fa esistere.
L’ascolto con amore e tensione... e mi vengono in mente le parole di Gottfried Benn: “
cio’ che non si esprime non esiste”.

COSI' MUORE UN ITALIANO

Fragile vita mia in un secondo
te ne stai andando da questo mondo.
Non riesco neanche più a disprezzare
chi alla mia vita sta dando fine.

Non ho più lacrime da versare
io sono un uomo che sa accettare.
Non m'interessa più la giustizia
il fucile punta già la mia testa

non voglio sapere neanche il perché
se era destino che toccasse a me.
Le palpebre pesano sopra i miei occhi
e mi rassegno al fatto che mai piu la rivedrò...

Davanti a me
C’e un grande prato di girasoli
io disteso guardo su.
Ferite non ho e dagli affanni,
sono lontano

Cosi’ muore un italiano...


Sbiadite immagini dei pensieri
mi mostrano i pianti dei miei cari.
Troppo difficile rassegnarsi
gli direi com'è qui se potessi

Perché conoscevo le probabilità,
sapevo dei rischi che questo lavoro ha.
Dio mio tu perdonali che anch’io lo faro’
ti prego fa in modo che si ricordino di me

Da quando sto qua, mi trovo a stare
sopra le stelle
e dormo sulle nuvole

dovunque io sia
c’e’ Lui che mi accompagna per mano


Davanti a me
c’e un grande prato di girasoli
io disteso guardo su.
Felice volo via dagli affanni
sono lontano

Cosi’ muore un italiano...

39 Comments:

Anonymous Anonimo said...

non c'e' tempo; facciamola girare. Se aspettiamo di sentirla nei circuiti ufficiali...
Carlitos

gennaio 10, 2006  
Blogger Otimaster said...

Amico mio sfondi una porta aperta, mi atrezzo subito per diffonderlo. Non ho ancora avuto modo di leggere il tuo precedente post troppo lungo per un giorno di lavoro, lo farò al più presto.
Ciao

gennaio 10, 2006  
Blogger faustpatrone said...

bella apologia di un mercenario...

ognuno è libero di fare il mestiere che vuole, anche il mercenario, ma che poi si pretenda di santificarlo...

a me personalmente fa davvero senso.

gennaio 10, 2006  
Blogger Martin Venator said...

ognuno e' libero di fare il mestiere che vuole, anche il vignettista al Manifesto come Vauro, il giornalista di Liberazione per conto di Hamas, la volontaria pacifista a 7000 euro al mese, ma che poi si pretenda di pensarla come loro...

a me personalmente fa davvero senso.

gennaio 10, 2006  
Anonymous Anonimo said...

il mercenario però è morto da epicureo;una frase dolce, tranquilla, pacata, di chi aveva un equilibrio,senza lacrime nè ira...non conta la frase,conta il modo.una bella morte,degna di rispetto non credi?

gennaio 10, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Ma poi questa storia del mercenario...
Caro Furio, FQ non è mica andato in Iraq ad ammazzare gente come un mercenario qualsiasi tipo Che Guevara. Fino a prova contraria FQ è andato in Iraq per scortare cose e persone, sorvegliare posti e fare un po' di soldi da riportare a casa. Sarà stata certo una scelta azzardata ma non c'è andato per vacanza, machismo e nè per massacrare dei poveri terroristi inermi. Faceva la guardia giurata! a meno che tu non la pensi come quelli che l'hanno ammazzato e cioè che fosse una spia della CIA o del Mossad o del Vaticano.
Caro Furio, continua pure a guardare la vita solo attraverso il tuo obiettivo.
Quando il saggio indica la luna, lo stolto gli fotografa il dito.

gennaio 10, 2006  
Blogger a man said...

Diffondere, diffondere, diffondere

a.man.

gennaio 10, 2006  
Anonymous Anonimo said...

E' una canzone splendida. Ho appena scritto alla redazione on line del Corriere sperando che le diano spazio.
Stasera le mie lacrime sono per Fabrizio, dovunque si trovi.

Domenico
www.ilmegafono.net

gennaio 10, 2006  
Blogger Simone Baglivo said...

Eh eh neanche la canzone di Piero è così profonda...Sfrutterei l'occasione di questi pochi momenti di piena emotività e sensibilità nei confronti della morte per sponsorizzare il mio pensiero NO WAR...No a tutte le guerre, cattive o giuste e un no alla morte...

Simone

gennaio 11, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Caro Simone, no... non e' profonda... e' solo bella... e scomoda. Se questa canzone l'avessero dedicata a Silvia Baraldini (come ha fatto Guccini)oggi sarebbe ascoltata su tutte le radio d'Italia; De Gregori e la Mannoia l'avrebbero arrangiata per i loro concerti chic... e gli autori sarebbero intervistati da Fabio Fazio.
Invece due ragazzi torinesi anonimi l'hanno scritta come semplice omaggio per un atto che li aveva colpiti profondamente. L'hanno lasciata appesa ad un indirizzo web sconosciuto per oltre un anno... e li' e' rimasta come tutte le cose belle... e anonime. Nicola l'ha semplicemente trovata e ne ha fatto dono a tutti noi... e noi non facciamo altro che regalarla a chi vuole.
Fabrizio oggi e' lontano... e' volato via dalle beghe misere dei nostri dibattiti, dall'odio violento dei pacifisti, dalle ipocrisie... ci ha lasciato un dono... forse ne avrebbe fatto a meno... perche' le strade delle nostre paure sono tante. In quella frase c'era dignita' e anche rassegnazione. Non abbiamo sentito la voce di un fanatico, di un mostro di ideologia come molti di quelli che riempiono le piazze con i loro slogan; abbiamo sentito la voce di un ragazzo che forse aveva paura di morire come ne avremmo io e te, ma che ha offerto ai suoi assassini il dono della dignita', un pezzo di amore per la sua terra che forse in quel momento rimpiangeva e tanta rassegnazione...
Non c'era bisogno di ammazzarlo due volte con le vignette e gli articoli indecenti... bastava un po' di silenzio...
Per il resto sono d'accordo con te... lo urlo anch'io... NO WAR... perche' so che la guerra e' terribile, ma so anche che il miglior antidoto alle guerre e' la liberta' su cui puo' costruirsi una pace che non sia finzione... senza liberta' non c'e' pace. E' la liberta' a volte va difesa... e non con le bandierine arcobaleno.
Un abbraccio.

gennaio 11, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Caro Martin, questa canzone mi ha emozionato e ho pensato a tutti gli eroi che ci sono nel mondo, che nel loro anonimato, danno la loro vita a qualcuno, per qualcuno. Non so se Fabrizio era li' per fare l'eroe, non credo proprio, ma è morto con grande coraggio e dignità. Una bella lezione, e anche molto scomoda, per chi se ne sta seduto su una poltrona di pelle a urlare, sbraitare, predicare, pulirsi la bocca di frasi retoriche, scontate, vuote, insensate. Pace, non sanno neanche cosa voglia dire questa Parola!!!
A proposito di eroi, vado a ruota libera, a casa ospito due donne polacche che hanno dato la loro vita per far conoscere la Speranza a chi non ce l'ha piu, ai ricchi come ai poveri. All'aeroporto di Prigi ho visto una normale, giovane, borghese famiglia con in braccio un bambino piccolo, troppo piccolo per la sua età. Rideva, era contento di stare in braccio al suo papà. Eroi...silenziosi eppure cosi' scomodi per questi mediocri, ipocriti, ignoranti che popolano i circuiti massmediatici.
Eroi che se ne fregano degli applausi, che neanche sanno di essere eroi. Che hanno dato un senso alla loro Vita e alla loro Morte.
Evviva questi eroi, che possiamo vederli nelle nostre vite sempre piu' spesso!!! Chissà che anche noi un giorno non siamo chiamati a dare la nostra piccola e insignificante vita per Qualcuno.
Ops, è un po' lungo, ma mi stai contagiando.

gennaio 11, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Così vive un italiano. Onore a te, Fabrizio Quattrocchi.

gennaio 11, 2006  
Anonymous Anonimo said...

.....che differenza fra le ultime parole dette da Fabrizio e l'appello da vigliaccona e cagasotto della giornalista del nazifesto, eh?.....

gennaio 11, 2006  
Blogger Simone Baglivo said...

Guarda Martin, già il tuo blog è più carino rispetto al resto della città dei secondini principalmente per il nome il quale rispetto in pieno. Poi ho notato la pacatezza delle tue affermazioni e dei tuoi interventi che ti rende un gradino superiore alla serie di commenti che generalmente leggo da queste zone, scusami se ripeto una cosa che sembrerebbe antiquata e alla quale oramai ci si è difesi in tutti i modi, ma ogni giorno più del precedente con tutti i distinguo che si possono fare, ma una marea di fascisti sta secondo me conquistando un posto importante in questa città. Per carità è anche normale che come moltissimi comunisti della prima ora si affaccino in blog o siti più democratici e liberali, anche molti fascisti vedano di buon occhio la città dei secondini. Quindi ad ognuno i suoi insomma....
Il tuo intervento in risposta alla mia piccola provocazione lo trovo adeguato anche se Silvia Baraldini ha una storia leggermente diversa diciamo, non è stata di certo rapita o uccida da nessun terrorista integralista, ci son discorsi molto più ideologici e politici dietro e insomma se di quella storia Guccini o non so chi si è interessato e ha scritto qualcosa ben vengano le canzoni, soprattutto se belle. La canzone del gruppo torinese, l'ho ascoltata e come arrangiamento musicale, con la bella voce della ragazza non mi ha fatto una cattiva impressione. Certo non posso dire che è un pezzo d'alta classe ma merita come tante altre se non di più di alcune che son pessime in tutto, testo e musica. A parte questo però, trovo veramente di basso livello per voi del centrodestra, visto che oltre al titolo ho anche trovato l'iconcina Blog4cdl, iniziativa a mio avviso di cattivo gusto per un gruppo di persone liberi e indipendenti, il cercare di portare avanti questo discorso di riposizionamento storico del caso Quattrocchi. "I morti sono morti e la migliore cosa da fare è di lasciarli in pace" diceva Pinocchio nel film della Comencini di un pò di decenni fa. Secondo me, metterlo in pasto alla critica, mettendola sulla questione politica, è un grosso errore. Dovreste fare lo stesso del sign. Calipari, eroe a tempo pieno, o quello visto che è stato ucciso dagli americani fa meno presa politica? O lui non avrà avuto il tempo di dire, vi faccio vedere come muore un italiano? Probabilmente sarebbe stato necessario dire SONO ITALIANO per non essere ucciso, ma non lo ha avuto questo tempo. La morte di un uomo deve essere rispettata in tutti i casi, e lo dice uno che è contrario alla pena di morte sempre e comunque. Non possiamo fare i distinguo sul punto di morte, non possiamo considerare più coraggioso un uomo che piuttosto che piangere o urlare, dice "Vi faccio vedere come muore un italiano". Ma come vuoi che muoia un italiano? Ma come tutti, si ferma il cuore e via...Condanno fermamente le battute e le critiche su questo episodio sia che esse possano giungere da un vignettista, bravissimo tra l'altro, sia da chi cerca di sfruttare l'occasione per far avanzare la sua ideologia nazionalista e da ONORE E GLORIA. Si mette in confronto la Sgrena con il Quattrocchi e cose del genere...ma dove siamo, la Sgrena non è di certo andata in Iraq per impugnare un'arma, è andata per fare il suo lavoro, quello a cui tiene, e il sign. Quattrocchi è andato per fare il suo lavoro, quello in cui crede e che gli permette di vivere dignitosamente, considerata l'occasione, abbastanza dignitosamente (poi ognuno può avere una propria visione e dedicare più attenzione ad un lavoro piuttosto che all'altro, io per esempio quello fatto da Quattrocchi lo reputo abbastanza squallido come lavoro visto che dovrebbe occuparsi l'esercito o le forze dell'ordine della sicurezza di un privato o di una azienda e non un'altra azienda armata insomma ma vada ben..). Non è una mercenaria la Sgrena, lei è una giornalista, può o non può essere un mercenario il Quattrocchi, di certo non è questo che cambia la morte di un uomo da rispettare al pari di tutte le altre. In una guerrA non c'è vinti ne vincitori nella morte, stesse lacrime versono i famigliari, siano essi guerriglieri o soldati. Nella visione più individualista dell'uomo non possiamo permetterci di distinguere gli eroi perchè dichiarano di essere lo stereotipo del comportamente sul punto di morte dell'italianove i vigliacchi perchè piangono di fronte ai fucili. Ognuno reagisce diversamente davanti a quest'atto che va al di fuori del normale raziocinio che possiamo fare qui noi. Di certo rispecchia la mentalità dell'individuo e la sua storia. Pieno rispetto dunque per le parole e per la morte del Quattrocchi, ma da qui a farne un caso perchè voi di CENTRODESTRA avete bisogno di attaccarvi a queste vicende per sentirvi VIVI e forti delle vostre idee, mi sembra una strumentalizzazione feroce. Stessa cosa nell'attacco del "mercenario" Quattrocchi di giornali, politici o altro.
"e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere"


Saluti

gennaio 12, 2006  
Blogger Simone Baglivo said...

VEDERE GLI OCCHI DI UN UOMO CHE MUORE...

gennaio 12, 2006  
Blogger faustpatrone said...

caro Martin,

Vauro sarà anche un vignettista (se lo dici tu) mediocre, falso, imbecille...

ma non è li per ammazzare delle persone!

le volontarie saranno delle succhiasoldi (se lo dici tu...)

ma non sono li per ammazare delle persone.

non difendere l'indifendibile e non paragonare mestieranti mediocri a mercenari!

per favore. un vignettista penoso non ammazza nessuno. un mercenario si.

cordialmente

gennaio 12, 2006  
Blogger faustpatrone said...

a fuoridicasa

io non mi sono permesso di darti dello stolto, come fai tu.


prima di pontificare per il rispetto a Quattrocchi, impara a rispettare gli altri.

io rispetto Quattrocchi in quanto morto con coraggio, ma non posso farene un eroe o un martire o un santo, è morto da guerriero e con coraggio, glielo riconosco) e non posso trasformare le sue motivazioni in eroismo.

ma se ti piacciono gli insulti, caro "fuoridicasa", qualcuno potrebbe consigliarti di cambiare nick. se insisti, te ne conglierò uno veramente appropriato.

cordialmente e con rispetto (che tu non hai)

gennaio 12, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Caro furio, scusa se mi permetto, ma non mi pare che Quattrocchi e gli altri tre abbiano ammazzato qualcuno, sono guardie giurate... non killer, al limite difendono... oppure sono mercenari ed assassini i poliziotti, i carbinieri, i finanzieri, le guardie giurate davanti alle banche... credo sia un po' confuso... oppure c'è una certa impostazione culturale che allora ti prego di esprimere in modo un po' approfondito così possiamo capire qual'è il tuo ragiunamento. Inoltre, per esperienza, una persona che ha un rispetto così profondo come te, sa benissimo che le parole, le frasi, le menzogne, possono ammazzare una persona...

gennaio 12, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Furio scrive: "bella apologia di un mercenario... a me fa davvero senso".
Caro Furio, lo chiami rispetto questo? Ma puoi star tranquillo, ti rispetto molto meno di quanto pensi.

gennaio 12, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Ho visto morire un mio amico in un letto d'ospedale al termine di una lotta senza fine con il cancro, una persona speciale che ha donato tutta se stessa alla cultura libera. Lo abbiamo accompagnato fino alla fine e, l'ultima frase che mi ha detto è: "ci vediamo presto". Ha aspettato che tutti ci allontanassimo per parlare con i medici e, con discrezione, è volato via. In un attimo. Laciandoci sbigottiti e commossi per la sua estrema generosità. Morire non è uguale per tutti come non lo è vivere, come non lo è combattere per un'idea, come non lo sono le guerre. Niente è uguale se si ha la voglia di conoscere a fondo ogni cosa ed ogni persona. Dietro ogni uomo ed ogni donna c'è una storia che merita rispetto, che si può condividere, biasimare, apprezzare o non apprezzare, ma è anche bello cogliere, in questo mondo mediocre e piatto, privo, nelle sue manifestazioni più evidenti, momenti di passione, di coraggio nelle scelte, di coerenza, momenti di generosità e di pulizia. Non so nulla di Fabrizio Quattrocchi, della sua vita, come nessuno di noi lo sa... so che non era un mercenario perchè non è andato a combattere una guerra qualsiasi per soldi. Come ho fatto per il mio amico lo ringrazio per la sua generosità.

gennaio 12, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Bisognerebbe richiederla alle radio...si creerebbe interesse al riguardo.

Comunque non era un mercenario che uccide per vivere...era lì per difendere la vita di qualcuno, anche se a pagamento.

gennaio 12, 2006  
Blogger Martin Venator said...

caro anonimo... anche se non so chi tu sia, credo di sapere chi e' quel tuo amico... lo abbiamo accompagnato insieme vero?

gennaio 12, 2006  
Blogger Martin Venator said...

C'e' un problema di fondo. So che alcuni dei biechi reazionari, fascisti, amici di mercenari (e amici miei) che scrivono i commenti su questo blog fanno anche volontariato internazionale...a Bucarest, come in Afghanistan. Volontariato sul serio... non a 5000 euro al mese. Potranno confermare o meno quello che dico; qualche giorno fa parlavo con una mia cara amica giornalista...de l'Unità... che s'interessa da anni di Africa. Mi raccontava della situazione spaventosa che c'e' lì e del fatto che vi sono aree intere di quel continente completamente svuotate di leggi, ordine, regole... dove gli Stati non governano e dove il volontariato laico, per poter operare, deve dotarsi di supporti di difesa. E mi raccontava di alcune ong (ad es. in Ruanda o in Mozambico) costrette ad utilizzare guardie private per poter portare aiuti umanitari. Incredibile a dirsi! Guardie private... non mercenari... guardie private per difendere cose e persone... in pratica quello che faceva Fabrizio Quattrocchi; guardie private per scortare viveri, medicinali, o vigilare strutture... laddove le forze multinazionali non possono o non devono intervenire. Questo solo per dire come questo mondo stia cambiando troppo in fretta per i nostri schemi, per le nostre battutine ironiche. E’ tutto molto più complicato di ciò che sembra e i confini non sono mai così netti. Fabrizio Quattrocchi non era un mercenario semplicemente perché faceva un altro mestiere… se invece vogliamo continuare a chiamarlo così facciamo pure ma è un’occasione persa dalla nostra intelligenza.

gennaio 12, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Caro Martin,
si, lo abbiamo accompagnato insieme.

gennaio 13, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Mi spiacerebbe davvero turbare con qualche parola inadatta chi vuole raccogliersi, ma la rabbia che mi sale nelle vene per chi, oltre a non comprendere, non comprende di non comprendere, rischia di surclassare i miei buoni propositi.
Perché scegliere questo momento, questo spazio per sparare banalità? Perché portare la propria incapacità neuronale anche qui? Perché ostinarsi, ostinarsi a non pensare prima di parlare - e di scrivere?

Insomma:
- Dare del mercenario a Quattrocchi e ai suoi compagni è esattamente l'equivalente che beatificarlo, cosa che qui non è stata fatta; è stata invece ammirata la sua tenue e pure resistente serenità di uomo che, prima di morire, ha pensato al suo paese. E scusate se è poco.
- "Noi del centrodestra" siamo abbastanza vivi da accorgerci di questi dettagli, non si può dire altrettanto per gli altri. Siamo abbastanza vivi da conoscere ancora il significato dello spirito. Lo siamo abbastanza da sapere cosa significhi - senza la retorica che ci si vorrebbe attribuire, questo sì propagandisticamente - onore, patria e gloria; e non c'è bisogno di scriverli con la maiuscola. Lo siamo abbastanza da conoscere e provare l'ammirazione, che ad altri - preda di meschine pulsioni che ormai non oltrepassano il sarcasmo vauriano, il minimalismo morettiano e il cinismo dalemiano - sono ormai preclusi. Come diceva Celentano, e ci dispiace per gli altri.
- Che certo tipo di messaggi non passi attraverso la cortina fumogena di questo spirito rinunciatario, è un dato di fatto, valutabile da ciascuno a suo piacimento; giudicando che sia invece meglio che passino, se speriamo di non perire del tutto, credo che abbia fatto benissimo l'Anarca a farci arrivare questa canzone.

Molto, ma molto meglio di me può fare testo l'articolo di oggi di Capuozzo sul Foglio, che ci spiega perché non avremo che un solo Fabrizio, a fronte delle tante e tante e tante Simone che purtroppo ci assilleranno ancora.
Anarca: non so te, ma io questo epiteto di "fascista" comincio proprio a non sopportarlo più.

gennaio 13, 2006  
Anonymous Anonimo said...

A chi lo dici Calamity, a chi lo dici... neanche io lo sopporto più

gennaio 13, 2006  
Blogger Martin Venator said...

la solita "straordinariamente lucida" cj...

gennaio 13, 2006  
Blogger Simone Baglivo said...

Strano, continuo a non comprendere come mi suggerisce Calamity Jane, si parla delle Simone, si parla della Sgrena, si parla di Quattrocchi ma non si parla di un uomo, fedele allo stato, che è morto in servizio, non per un banale incidente, ma per un errore evitabile, eppure su di lui nessuna parola, nulla, Calipari non conta nulla insomma.
Viaggiamo su due lunghezze d'onda differenti, come è giusto che sia d'altronde altrimenti non saremmo qui a discutere se la pensassimo ugualmente. Ciò che a me preme è il considerare Quattrocchi una vittima, perchè di vittima si tratta, ingiusta, colpevole di fare solo il suo lavoro, di una guerra sporca e dura come tutte le guerre. Vittima del fanatismo religioso o politico, vittima del terrorismo e della cultura dell'odio, bipartisan. Mah ora per favore vi chiedo di essere sinceri, con voi, con la vostra coscienza innanzitutto, di non sparare a vanvera semplici frasetta come il leader della vostra coalizione... ma se Quattrocchi non avesse detto quella frase finale o non fosse amico di amici fascisti come l'Agliana, sareste qui a parlarne con tanta pietà? Uguale domanda da porre a Vauro e compagnia, se lui non avesse detto quella frase, o se non fosse stato un "mercenario" l'avrebbero trattato così? Probabilmente no, anzi, se ne parlerebbe unanimamente con rispetto e cordoglio alla famiglia anche con targhe e targhettine e medaglie alle quali nessuno si opporrebbe. Il fatto stesso che un gesto, che per me ha poco conto, sia nel senso negativo che positivo, possa far cambiare le considerazioni e il rispetto di una Morte, non lo capisco. E continuo a ripetere, sign. Calamity Jane, come per me il dire con serenità e fierezza, vi faccio vedere come muore un italiano, non è di fondamentale importanza, in tutti i sensi, e per lei questo sarebbe un sortilegio, in egual modo considero la sua visione di uomo apprezzabile sol perchè ha pensato al suo paese nel punto di morte, e scusate se è TROPPO. E' qui che non ci siamo e non ci saremo mai, se l'epiteto di "fascista" non lo sopporta mi spiace, e posso anche evitarglielo, ma per me fa lo stesso. Difendere il proprio paese, la propria patria, il proprio onore, indietro cent'anni insomma, roba da epopea passata trita e ritrita. E questo non per pulsioni meschine o minimalismo e bla bla, lasciamo stare sti paroloni, giusto perchè son così, perchè son nato così, son cresciuto così, che ci vuoi fare, ognuno ha la sua sfiga. C'è chi nasce insensibile alla patria, e c'è chi morirebbe per essa (soprattutto i capi dei governi, i militari d'alto grado e i potenti che ci mangiano dietro a tutte le guerre, loro si che lo fanno per amor di patria), ma da qui a voler dare il giudizio sull'uomo in confronto a queste "piccolezze", sempre secondo me, ce ne passa...Quindi non preoccuparti e non dispiacerti se io come altri la pensiamo diversamente su questi temi, una sola cortesia, non pretendere, (da buoni fascisti d'altronde), di aver ragione. Non pretendo di avercela io spero, ma voi non l'avrete MAI.
Firmato da uno abbastanza vivo che si permette di tralasciare i dettagli.

gennaio 13, 2006  
Anonymous Anonimo said...

facciamo una cosa. scrivi in italiano, la prossima volta, così capisco anch'io. e decidi se darmi del lei o del tu (preferibilmente la prima), così capisco ancora meglio.
dimenticavo: per scrivere, come si diceva, devi prima pensare. eh già.
CJ

gennaio 13, 2006  
Anonymous Anonimo said...

non pretendo di averla io ma "Voi non l'avrete mai".... è democratichese, e cioè quel linguaggio che, pieno di paroloni e di concetti che parlano di democrazia, nasconde una violenza senza pari. Di che ragione parli, perchè hai bisogno di dire che Quattrocchi è amico di Agliana e dei fascisti... e che cosa c'entra Calipari e chi ti dice che la morte di Calipari non conta nulla. Calipari è un uomo che ha dato la sua vita per salvarne un'altra, facendo il proprio lavoro fino al sacrificio estremo... come Falcone e Borsellino... e come gli uomini delle loro scorte, come Dalla Chiesa e Chinnici, come tanti pochi altri... e la loro vita è un esempio di sacrificio...
nessuno però li ha mai diffamati come è stato fatto per Quattrocchi almeno non dopo poche ore dalla loro morte... per cui chi ha apprezzato quel gesto ha voglia di esprimerlo, con serenità e tranquillità, quella che tu dici di avere e che, mi dispiace, non dimostri, caro Simone

gennaio 13, 2006  
Blogger Simone Baglivo said...

Facciamo che vi do del voi sign. Calamity Jane...vi va bene?

gennaio 14, 2006  
Blogger Simone Baglivo said...

Ma sempre del Voi vi darò...:D

gennaio 15, 2006  
Anonymous Anonimo said...

bella la canzone dei Gullì. L'ho trovata struggente e delicata. Come delicate a parer mio sono anche le immagini del video. Sicuramente non meritano le critiche malvagie che ho letto su diversi articoli in rete.
Se l'argomento l'avessse trattato un artista conosciuto (tipo Elisa o Ligabue) nessuno avrebbe mai parlato di "sfruttamento di una situazione dolorosa" nè tanto meno lo avrebbe mai accusato di volerci lucrare sopra.
Mi chiedo soltanto se la famiglia Gullì abbia avuto la delicatezza di contatatre la famiglia di Fabrizio Quattrocchi prima diffondere il video in rete.
Immaginano lo abbiano fatto.
Ribadisco: la canzone è molto bella. E i ragazzi meritano.

gennaio 21, 2006  
Anonymous Anonimo said...

il monets appare sempre lucido e condivido ogni sua parola nei suoi post... conoscendolo...la lucidità mi sembra davvero una cosa strana...strana.... :)

gennaio 26, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Fabrizio...un grande così grande che nemmeno ce ne rendiamo conto...non sono rimasti molti i Fabrizio in Italia...Grazie
Ermanno

febbraio 26, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Grazie per questo post.

febbraio 27, 2006  
Blogger Martin Venator said...

grazie perché il ricordo è un onore concesso.

febbraio 27, 2006  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

novembre 26, 2009  
Anonymous Anonimo said...

Si, probabilmente lo e

novembre 26, 2009  

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