13 dicembre 2006

una giornata di ordinario premierato...

Stamattina a Milano, nel corso della conferenza stampa annuale sulla situazione italiana, Maria Pierdicchi, managing director di Standard & Poor’s, ha spiegato il perché del declassamento del rating dell’Italia, da 'AA-' a 'A+', deciso il 19 ottobre scorso. Il motivo è che: "Con le misure contenute nella Finanziaria 2007 da parte del Governo Prodi, il debito non si avvierà verso una robusta riduzione" poiché "non c'è stata una revisione strutturale forte della spesa pubblica nei tre comparti principali di spesa, pensioni, sanità e pubblica amministrazione", con una "riduzione solo marginale del deficit" ottenuta per lo più "con aumenti fiscali e non con riduzioni di spesa", accompagnata da "incertezza sulle entrate dalla lotta all'evasione" e "dal carattere debitorio del trasferimento del Tfr". (RADIOCOR delle 11:34).

Nulla di nuovo rispetto a quello che già sapevamo e avevamo scritto a suo tempo (qui per la precisione).
Oggi Prodi, Bersani e Visco sono andati a trovare quelli della Cna (Confederazione Nazionale Artigianato) da sempre vicina ai DS. Bersani non stava nella pelle; dagli artigiani diessini non erano partiti fischi verso di loro e, di questo periodo, stare con Prodi in un luogo affollato senza beccarsi fischi o parolacce o gavettoni è un miracolo. Bersani era talmente contento che ai giornalisti ha detto: "Intanto chiedo a voi. In questa sala avete sentito un fischio?" "No", è stata la risposta dei giornalisti. "Avete sentito applausi?", "Sì", è stata la seconda risposta. "Vediamo domani come titolano i giornali, guardiamoli assieme" (Apcom delle 13:29).

Peccato che Bersani non sapeva che appena Prodi era uscito dall'assemblea blindata ed aveva messo il naso in strada era tornato a farsi un sano bagno di realtà: "Contestazioni e fischi per il presidente del Consiglio, Romano Prodi, fuori dall'hotel Plaza questa mattina a Roma, dopo che il premier è intervenuto all'assemblea nazionale della Cna. Una cinquantina di persone ha atteso il presidente del Consiglio fuori dall'albergo e quando l'ha visto ha cominciato a rumoreggiare e fischiare. Prodi si è allontanato in auto alla volta di Palazzo Chigi" (ApCom delle 12:14).

Ma siccome fare politica a sinistra significa avere senso della storia e certezza sul suo divenire, il lapidario segretario dei DS Piero Fassino, il pomeriggio ci ha illuminati e rassicurati: ''Non sarà cavalcando agguati organizzati che la destra acquisirà credibilità e consensi" (Adnkronos delle 16:01).

Ma quello che rimane oggi, come segno di speranza per il paese, sono le parole che il premier ha detto agli artigiani plaudenti con tessera DS: "La Finanziaria la farei in modo identico, ma in modo diverso, con tavoli più articolati perché non abbiamo interpretato il nostro paese. Abbiamo tolto l'obbligo del trasferimento del Tfr all'Inps per le piccole e medie imprese in una riunione sbagliata, posso ammetterlo, abbiamo fatto una cosa giusta in un modo sbagliato". Comunque in generale, "dobbiamo procedere in modo diverso ma con gli stessi obiettivi" (AGI delle 13:12 ).

Tutto chiaro no? E, secondo lui, i matti saremmo noi…

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11 dicembre 2006

intermezzo dialettale di un premier fischiato ma ritto.

"Nghee ngheeee, ueeeehhh, ngheee…."
"Romano, piccolo mio, ma che è successo?"
"Ngheee …sob, mi han fischiato Flavia; mi han fischiâ, tu capî? Sono andato al Motorshow e m'han fatto nero. Nella mia Bulåggna tu capî?"
"Ma come ti hanno fischiato. Ma non c’era il servizio d’ordine?"
"Mi han fischiâ anc loro…"
"E la scorta, i carabinieri, la polizia?"
"Anc loro..."
"Ma come è possibile?"
"Nghee nghee!…mi han fischiâ tutti, tutti... per due ore di seguito, tu capî? Glie vegn un coulpe! E io ch'ero andè tranquillo e beato con il golfino celeste che mi hai regalato lo scorso Natale. Tu capî? Me ne han dette di tutti i colori… Uno mi ha fatto: «Profesåur? Prrrrr». Ai ò mèl al zócc… mi è venuto il mal di testa"
"Ma quanti erano Romy?"
"A n al sò brîsa. Non lo so, non lo so… zänt, méll… boh!"
"Romy anche fossero stati duemila ricordati: tu sei democratico e il dissenso è il sale della democrazia"
"Democratico en caz. Mi an urla' «buffone buffone». A me, tu capî? A me che gli sto organissando la felicità… a questi mascalzoni qui"
"Calmati Romy… è finita ora sei a casa"
"Disi bän tu. C’ero io là, mica te. Eppoi avessi visto: son salito sul palco da Red Ronnie. Ho pensato «con l’amico Red sån tranquillo». C’era anche il Grignani che ancåura ride. Erano in 300. Bestie! Io l’ho detto: «Ragassi siam qui per divertisci, mica per far politica». Mi han preso alla lettera: si son divertiti un sacco. Mi han coperto di fischi e di parolasce. Son scpato… son dovuto uscir fôra da la fnæstra! Neanche un treppiede m'han tirato a me; maledetti… chè almen facevo scena come il Berlusca. Niente. Solo fischi e parolacce!"
"Romy Però in Tv si è visto che c’era anche una ragazza che applaudiva"
"Ma va là... quella era la figlia della Gisella… le avevo regalato io due biglietti del Motorshow. Eran lei e il ragazzo. Lei applaudiva e il ragazzo fischiava"
"Romy tranquillo, ora aggiustiamo tutto. Tu devi dire che era un gruppo di propagandisti pagati da Schifani. … che non era una cosa spontanea, che era tutto organizzato"
"Hai ragione Flavia. Che roba!…hai ragione. Anzi sai che faccio? Scrivo una lettera a Il Resto del Carlino, me la pubblicano per forza… io sono il Premier... sorbole se me la pubblicano! Senti questo pezzo: «Se vogliamo che la democrazia prevalga, anche i piccoli episodi di maleducazione vanno tollerati e compresi. Se sono inseriti in una centrifuga di intolleranza e cecità sociale, i rischi per tutti, e per i nostri figli in particolare, saranno troppo elevati». Me la scritta il Silvio... Sircana. Che ne dici? Non significa an caz... ma fa effetto no?"
"Si Romy, è una bella frase ma ci vorrebbe qualcosa di più forte. Per esempio quella storia della pazzia funzionava mi pare..."
"Si… mi hai dato una grande idea Flavia, come al solito...Ora dico che tutto questo è il segno che il paese è impazzito.. che son tutti pazzi, che Berlusconi è pazzo, il tassista è pazzo, il farmacista pure, l’inpieghè, il pensionato, chi ha una butaiga, il professionista, il cuntadén, il poliziotto che manifesta… tutti pazzi! Pure l’operèri della Mirafiori. Pazzi, pazzi pazzi… tutti pazzi… la pazzia sta dilagando nel paese…. Siiiiiiiiiiii…Pazzia…ahahahahaha... pazzi tutti. D’Alema è pazzo, Parisi è pazzo, Red Ronnie è pazzo… tutti pazzi… uahahahaha…. Solo io son sano… io solo posso far rinsavire il Paese…"
"Romano calmati, per favore. Quando fai così mi metti paura. E ora dove stai andando? Roooomy, dove stai andando?"
"In cantina, porco can…"
"No, in cantina no! Romano per favore me l’avevi promesso… che smettevi"
"Ma par piasair Flavia. Sono adulto ormai. Cattolico ma adulto… se voglio lo faccio. Ora vado in cantina e gliela faccio vedere io. Ecco.... duv êle ….Flaviaaaa! Duv êle il tavolino a tre zampe? dove diavolo lo hai messo Flaviaaaa?"
"Romano no… il tavolino a tre zampe no. Mi avevi detto che la smettevi con le sedute spiritiche… chè poi la Mitrokhin ci inzuppa dentro… Romano, per favore no"
"Si… il tavolino a tre zampe si… duv êle Flavia che voglio interrogare gli spiriti... Ahahahah! Pazzi, pazzi pazzi…. tutti pazzi… Solo io son sano… il paese è pazzo, Guzzanti è pazzo, l’Anarca è pazzo… Uahahahahah...."

"Romano Prodi dimostra, ancora una volta, di essere non solo un Presidente del Consiglio forte ma anche un privato cittadino tranquillo e sereno". Cosi' Giulio Santagata, ministro dell'Attuazione del Programma, commenta le contestazioni rivolte al premier al suo arrivo al Motorshow di Bologna (ANSA 10-DIC-06 18:21)

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05 dicembre 2006

Fassino e la balla dei 2 milioni...

Ma io dico, tutti lì a dare per scontata questa bufala: 2 milioni!... Ma vi rendete conto? 2 mi-lio-ni. Ma possibile che gliela abbiamo data a bere così e ci sono cascati tutti? Possibile che nessuno si sia accorto dell’imbroglio? Non capisco come mai il fior fiore dell’intelligenza italica e progressista sia caduto nella trappola. Loro, proprio loro, che usano la ragione e non la pancia, che vigilano i sacri confini della democrazia contro l’invasore populista, perché non hanno raccontato la verità invece di impantanarsi in inutili chiacchiere di commento?
Furio Colombo si è perso a spiegarci che in piazza c’erano i “proprietari dei Suv super inquinanti (…) che parcheggiano in doppia e in terza fila se possibile in curva, se è possibile di fronte ad un ospedale funzionando da blocca ambulanza”.

Sansonetti ha avuto i brividi perché “quelle bandiere nere sotto il palco, quegli slogan un po’ squadristi (Luxuria pisciati addosso…) e anche certi brani dei discorsi sentiti dal palco sembravano oltre i confini della civiltà politica” (vuoi mettere quanto è più civile bruciare i pupazzi dei soldati italiani, travestirsi da kamikaze o gridare 10-100-1000 Nassirya?).
E Concita, la bella Concita, che ha scoperto che anche nei cortei di destra ci sono “cinquantenni invecchiati dal lavoro e madri sedute a terra e stanche”; ma che soprattutto, di fronte alla “distribuzione straordinaria e gratuita di certi libri di Vittorio Feltri” ha dovuto riconoscere “che perciò qualcuno legge”.
Insomma giornalisti così esperti hanno bucato la vera notizia: e cioè che in piazza non c’erano 2 milioni di persone. Le prove? Eccole.
Innanzitutto mio cognato non c’è andato. Si è beccato un raffreddore al polonio 210 che ancora sta lì a starnutire metalloidi; così impara a mangiare sushi e andare ogni giorno sul
blog di Guzzanti. Quindi -1.
Poi mio figlio non ne ha voluto sapere di scendere in piazza col tricolore. Ho cercato di convincerlo in tutti i modi: gli ho promesso una settimana a Gardaland…niente; gli ho raccontato che anche Babbo Natale ci andava perché se non cade Prodi, lui, la bicicletta nuova se la scorda…niente; l’ho minacciato che se per colpa sua passava la Finanziaria, a leggergli le favole la sera, ci veniva Rosy Bindi…niente. Ha preferito la sua amichetta con gli occhi verdi e la Playstation; figlio degenere. Quindi -2.
Silvana e Luigi hanno preferito un weekend in Toscana nel casale di famiglia. Ho scoperto che loro, che hanno quella mansardina-ina-ina al Pantheon e la villina-ina-ina a Capalbio, votano a sinistra perché hanno a cuore i problemi di tutti, mica solo quelli di alcuni… e mi hanno detto inorriditi che “da questa piazza volgave è meglio stave alla lavga”. E io scemo che pensavo fossero di destra: evadono le tasse, hanno il Suv, lo schermo al plasma da 852 pollici, una cameriera filippina non regolarizzata, portano fuori l’alano senza paletta e secchiello e non fanno la raccolta differenziata. Bah, vatti a fidare degli stereotipi. Comunque -2, che sommato al -2 di prima, fa -4.
In compenso a via Merulana, vicino ad un leghista vestito da vichingo, c’era il sig. Maggioni, il mio dirimpettaio. Alle ultime regionali mi aveva riempito la cassetta delle lettere di bigliettini di Marrazzo e alle comunali un suo cugino di terzo grado si candidava per la Lista Veltroni. Era in piazza anche lui con tanto di copia di Libero sotto il braccio. Ha fatto finta di non vedermi ma io lo so perché era lì con noi reietti. Il sig. Maggioni è un famoso evasore fiscale con noti precedenti penali per reati come: “apertura indebita di partita iva” e “associazione a delinquere di stampo berlusconiano (si è abbonato alla pay per view di Mediaset per vedersi l’Inter)” e nel guardaroba ha persino un loden verde che ogni tanto mette pure. Quindi +1 che sommato ai -4 di prima fa -3.
Ora però arriviamo alle cifre pesanti: innanzitutto mancavano quelli del Nuovo Psi e i Repubblicani di La Malfa che essendo forze politiche responsabili sanno che l’opposizione si fa in Parlamento e non nelle piazze. Complessivamente, tra politici, elettori e parenti, 19 persone in meno. Una perdita enorme. Quindi -19 che sommati ai - 4 di prima fanno -23.
Eppoi, soprattutto, mancavano i 5.000 Udc che stavano a Palermo. Pero a Roma c’era l’Udc di Rocca di Cave con le bandiere; quelli di Brodighera, di Sestri Levante, di Acqui Terme, di Pieve di Cadore, di Carsoli, c’era il mio amico Raffaello da Cavasazze, udiccino convinto, eppoi un sacco di gente che vota Udc e che magari pensa pure che sia un po' vero che ci sono due opposizioni, ma per ora ne ha vista una soltanto. Insomma alla fine, conta che ti riconta, gli uddiccini in piazza S. Giovanni erano almeno quanto quelli che stavano a Palermo, quindi facciamo approssimativamente somma zero.

Ricapitolando: -1, -1, -2, +1, -19, -5000, +5000 = -22. Quindi se da 2 milioni togliamo 22… in piazza c’erano 1.999.978 persone, con buona pace del Cavaliere e dei suoi lacchè che continuano a menarla con questa storia dei 2 milioni. Senza contare la possibilità dei trucchi come ha spiegato un responsabile organizzativo della CGIL, uno che di imbrogli se ne deve intendere: "b
isogna capire se hanno dato ordine ai manifestanti di stare larghi, e di camminare. Muovendosi, la folla raddoppia". Chiaro no? Ora ho sentito io, con le mie orecchie, l'ordine tassativo dato ai liberi professionisti di Forza Italia, agli artigiani di An, agli operai della Lega, ai pensionati dell'Udc di "muoversi avanti e indietro" e loro lì ad eseguire marziali; scoperto il trucco quella cifra va divisa per 2. Quindi 1.999.978 : 2 = 999.989. Inoltre, siccome si sa che l'elettore di centrodestra è grasso il doppio di quello di centrosinistra (quindi occupa più spazio), dobbiamo immaginare un ulteriore dimezzamento: 999.989 : 2 = 499.994,5. Il dato è inoppugnabile.
Questa verità, che nessuno ha raccontato, solo Fassino l’ha capita ed ha provato a correre ai ripari. In una riunione al cinema Farnese a Roma ha detto: “Non c'è da impressionarsi perchè 250 o 300 mila si riuniscono, noi ne abbiamo portati in piazza tre milioni". Il problema è che da quando pensava di avere una banca con Consorte, le cifre, i numeri e gli zeri gli sono diventati un incubo ed ogni volta che ci prova… a dare i numeri... ecco che sbarella. Infatti poco dopo ha aggiunto: "(...) bisogna avere obiettivi ambiziosi, che non si raggiungono traccheggiando o galleggiando. E noi non vogliamo né traccheggiare, né galleggiare”… infatti per ora, da quelle parti, si limitano a cazzeggiare...

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01 dicembre 2006

Tocqueville? Puah. Mi avete fregato!

Mi avete fregato! Maledetti. Lo sapevo che sotto sotto... ne sentivo l'odore... ne avevo avuto la sensazione... qualcosa non quadrava... si all'apparenza tutto filava liscio ma da lontano si sentiva un vago rumore di fondo che strideva con il tutto. Come Sircana (la voce intelligente di Prodi) di fronte al film-bufala di Deaglio:"qualche interrogativo me lo sono posto anche io". Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo... e io ci sono cascato come un tordo: alla fine questa "Città dei liberi" è solo un covo di comunisti riciclati.
Tocque-ville, puah! Ora che Libero vi ha smascherato voglio proprio vedere come la mettiamo. Marco Bassani oggi
vi ha tolto il burqa sotto il quale vi eravate nascosti. Siete solo la quinta colonna di Fassino e Di Pietro!
L'ULIBO, l'Università libera di Bologna, la scuola partito dell'Ulivo il cui compito è preparare le basi culturali del nuovo Partito Democratico, è dedicata ad Alexis De Tocqueville. Esattamente come questa presunta "Città dei Liberi"; e c'è qualcuno che ancora vi crede di centrodestra.
Ora, Marco Bassani, ha provato a spiegarsi perché un gruppo di intellettuali cattocomunisti, dedicano il loro cenacolo a Tocqueville e non a Gramsci o a La Pira. Ma il problema non è tanto culturale quanto psicanalitico, perché quando si leggono sul sito dell'Ulibo, stronzate tipo: "ora con la costituzione della «Università Libera di Bologna», si è progressivamente formata una ampia comunità di esperti che condividono (...) il convincimento che l’Ulivo rappresenti una delle più importanti e feconde innovazioni della politica italiana del dopoguerra"... beh allora, l'idea di mettere questi "esperti" sotto ipnosi su qualche lettino non è poi del tutto campata in aria.
In compenso ci godiamo alcune chicche, lette sul sito dell'Ulibo, sul perché questa dedica al grande pensatore francese:
"Per Tocqueville la democrazia non è solo una forma di governo che vede nel popolo l’autentico sovrano. La democrazia ha una premessa essenziale, e trova compimento, nella «eguaglianza delle condizioni», nell’eliminazione dei privilegi. (...) Da qui l’idea che la democrazia vada sempre difesa dalle sue possibili derive, con adeguati strumenti istituzionali e politici. Innanzitutto con l’indipendenza e l’autorità dei giudici (...). In secondo luogo con il pluralismo e la libertà di stampa – un tema che oggi riguarda soprattutto le televisioni – . In terzo luogo, con il decentramento e la vitalità dei poteri locali (...)".

Ora, per quanto si possa forzare la lettura di Tocqueville per farlo diventare un precursore dell'antiberlusconismo d'annata, questi 40enni intellettuali dell'Ulivo qualche ragione ce l'hanno. A dare retta a loro, leggendo Tocqueville, possiamo mandare a cagare e in un solo colpo:
Magistratura Democratica e i giudici politicizzati (che indipendenti non sono mai stati); il Corriere della Sera, La Repubblica e buona parte dell'informazione pilotata dai poteri forti dei salotti confindustriali amici di Prodi (tutto quello che ha veramente ucciso la libertà di stampa in questo paese); la Cgil e i sindacati con i loro privilegi, le loro clientele mai scalfite; il sistema parasovietico e poco liberale su cui prosperano le Cooperative rosse (che sono la negazione di un qualsiasi principio di "eguaglianza delle condizioni"); le Regioni rosse parassitarie dello Stato centralista (che sono la negazione del decentramento e di ogni forma di federalismo).
Stai a vedere che.... mmmmh....quasi quasi vado ad iscrivermi pure io...