20 luglio 2006

Israele, Guernica e il lamento pacifista…

“Tu indossi una maglietta con il quadro di Picasso, Guernica, perché?” chiede il giornalista di SkyNews alla fanciulla che sfila al corteo pacifista.
Perché la situazione è simile a quella che ha fatto fare Guernica a Picasso: c’è una guerra che distrugge infrastrutture civili, c’è l’attacco alla popolazione civile, c’è uno Stato che si crede al di sopra di qualsiasi legge”. Israele appunto.
Guernica diventa quindi il manifesto della nuova resistenza contro l’imperialismo sionista, il simbolo dell’arroganza di Israele, della sua violenza, del suo disprezzo razzista.
La pacifista, occhiali militanti e sguardo bovino, forse non conosce la storia di Joselito, il famoso torero spagnolo incornato durante una memorabile corrida in cui ci lasciò la pelle. Racconta Vittorio Messori, che Picasso, che amava la tauromachia, ne rimase talmente scosso che dipinse In morte del torero Joselito, una tela di 8 metri per 3, per celebrare degnamente l'eroe ucciso dal toro. Ma era il 1937 e la Spagna bruciava nella guerra civile; ai crimini comunisti si sommavano i crimini nazionalisti, tra questi il bombardamento della città di Guernica da parte dell'aviazione italo-tedesca; in questo clima il governo social-comunista commissionò al buon Pablo una tela per l’Esposizione Universale di Parigi del 1938. E Picasso, vecchio marpione con il cuore a sinistra ed il portafoglio rigorosamente a destra, fiutò l’affare… qualche accorgimento e voilà… la morte di Joselito divenne Guernica, una delle più importanti opere d’arte del ‘900, la denuncia artistica dell’orrore nazifascista, annuncio premonitore del baratro in cui stava cadendo l’Europa, ma soprattutto, negli anni a venire, uno dei simboli di quel pacifismo barricadiero stipendiato dall’internazionalismo sovietico.
Il grande artista ci guadagnò in fama e in soldi, visto che vendette il quadro per 300.000 pesetas di allora (circa 1 milione di euro di oggi) pagati per il governo spagnolo direttamente da Stalin attraverso le casse del Comintern.
Questo racconta Vittorio Messori (qui e qui), storico serio e scrupoloso.
Francamente non so se la storia sia vera, perché quella ufficiale racconta altro: ci sono le foto di Dora Maar, la compagna di Picasso, ai bozzetti di preparazione, ci sono i critici d'arte che interpretano il toro e il cavallo come allegorie, ci sono i biografi uffciali e quelli ufficiosi. Forse, come spesso avviene nella storia, le verità è nel mezzo.
Ma a guardar bene la tela bianca e nera di Picasso non c’è alcun lamento pacifista. Perché quei corpi spezzati sembrano quelli saltati in aria negli autobus di Tel Aviv o nelle piazze di Gerusalemme. Quelle teste urlanti raccontano le grida di orrore di Nick Berg.
Il lamento pacifista non va oltre la retorica; non può, non è in grado di sciogliere i nodi complessi dei tempi che viviamo. Non si pone problemi ma applica certezze. Nel suo equiparare le ragioni di chi si difende dal terrorismo, alle pretese di chi vuole cancellare nazioni e popoli dalla carta geografica allarga la ferita dell'Occidente e la paura di Israele.
Diceva Picasso: "No, la pittura non è fatta per decorare gli appartamenti, è uno strumento di guerra offensivo e difensivo contro il nemico". Appunto.
Se proprio la Guernica di Picasso deve raccontarci qualcosa, ci racconti la speranza, la disperazione, il coraggio di un popolo offeso, aggredito, violentato nella sua libertà e nel suo stesso diritto ad esistere; circondato dall’odio di molti e dall’indifferenza degli altri; un popolo che con onore si sta difendendo dalla violenza integralista e dalla stupidità dei benpensanti.

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36 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Diceva Picasso: "No, la pittura non è fatta per decorare gli appartamenti, è uno strumento di guerra offensivo e difensivo contro il nemico".

AHHHH!!!
Ora capisco perchè mio marito ha una certa ritrosia nel comprare quadri per la casa nuova.....chè siccome stiamo a Modena (purtroppo), terra di comunisti e di terroristi non si sa mai...dovesse scattare una jihad o qualche lotta proletaria!!!

:)

Mi sono mancati i tuoi capolavori!
Ciao.
Lapeste

luglio 20, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Hai ragione Martin. Guernica ci racconta il dolore, la paura e il coraggio di Israele e noi non dobbiamo far finta di non vedere.
Lea

luglio 20, 2006  
Anonymous Anonimo said...

"Forse, come spesso avviene nella storia, le verità è nel mezzo."
e dai, che ti sei d'alemizzato...

luglio 20, 2006  
Anonymous Anonimo said...

c'è onore e coraggio in un popolo che da 40 anni e DA SOLO, difende la propria libertà.
Carlitos

luglio 20, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Bellissimo post, complimenti.

luglio 20, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Con Israele senza se e senza ma. Affinchè le organizzazzioni terroristiche e i paesi come Siria e Iran smettano di essere mandanti e strumenti di terrore tenendo popoli come i Palestinesi e Libanesi continuamente in ostaggio.
Affinchè le organizzazioni terroristiche e i paesi come Iran e Siria smettano di colpire Israele facendosi poi scudo con popolazioni inermi.
Se nessuno volesse sterminare Israele, Israele vivrebbe in pace.
Ermanno di Salza

luglio 20, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Ciao Peste, bentrovata! Tranquillizza tuo marito... il rischio di un quadro è solo la possibile martellata sul dito ;-)

Gollum...invece di sani e giusti discorsi umanitari, diamogli un'alternativa ad Israele...una sola ma diamogliela...sul serio però... non la retorica della pace, delle stronzate dialoganti... no... un'alternativa reale all'obbligo di difendersi per la propria sopravvivenza. Gli europei così prodighi di consigli e di moralismi sanno disarmare i terroristi? sanno piegare la violenza integralista? sanno difendere il diritto di Israele ad esistere senza bisogno di alzare muri o usare la forza? Lo hanno fatto in questi anni?
Ciò che uccide Israele ancor più del terrorismo è la solitudine che gli hanno costruito intorno le anime belle.
In nessuna democrazia la guerra è un onore... a volte è un dovere;
ma è dentro quel dovere che si gioca l'onore di un paese che non vuole scomparire ma difendersi...
perchè per qualsiasi democrazia una guerra è un costo insopportabile.
Tu non odi Israele... peggio... ne provi indifferenza e questo è un errore ancora più grande. Perché lì, in quel fazzoletto di terra, si gioca anche il nostro futuro e il senso che possiamo ancora dare, da qui ai prossimi anni, alla parola democrazia. Israele, con le sue contraddizioni, gli errori commessi inevitabilmente ... è l'immagine di ciò che l'Europa non riesce più ad essere.

luglio 20, 2006  
Anonymous Anonimo said...

ma secondo te, con tanti grandissimi artisti che ci sono in Italia, era il caso di esporre Guernica (con tutto quello che rappresenta) sulla facciata in ristrutturazione del parlamento italiano?o non era forse meglio esporre qualche tela simbolo glorioso della nostra cultura e tradizione? è una cosa che mi ha fatto molto incazzare....

luglio 21, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

Hola hermano!Dunque, mi piaci, butti sempre tutto in politica; ora, dal punto di vista tecnico (perdonami se faccio il materialista ma all'università mi fan studiare 'sta roba, Scineze internazionali..blhe) Israele rappresenta l'opposto del Diritto internazionale, anzi credo vada al di là della cosiddetta (ed antichissima) prassi diplomatica. Non ti elenco i dettagli, bastano i giornali. E allora mi sorge una domanda: perchè Israele è l'unico paese (occidentale) cui è permessa la Ragion di stato senza se e senza ma?Un complesso psicologico di riflesso fascista sulla vittima passata?...un abbraccio

luglio 21, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

no che unica..scusa dimenticavo gli Stati Uniti d'America;)

luglio 21, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Emanuel, fratello pagano... aspettavo con ansia la tua polemica.
semplice... perchè il diritto internazionale non e' capace di difendere il diritto di Israele ad esistere; perchè il diritto internazionale non sa disarmare i terroristi; perché il diritto internazionale non sa impedire che gli hezbollah continuino a lanciare un missiletto alla settimana in territorio israeliano; perchè il diritto internazionale non sa evitare che saltino in aria autobus a gerusalemme e ristoranti a tel aviv; perche' il diritto internazionale ti chiede di ritirati dal Libano e tu lo fai, poi ti chiede di andartene da gaza e tu te ne vai e alla fine ti ritrovi con qualche milione di matti che chiedono la tua cancellazione dalla carta geografica e il diritto internazionale si gira dall’altra parte facendo finta di niente.Un diritto che non sa tutelare i diritti e un diritto che andrebbe addrizzato... nell'attesa che qualcuno lo faccia, israele si difende.

Gollum:infatti la tua e' solo retorica... lo dico con affetto. C'e' una paura strisciante che l'europa si porta nel cuore e su cui una cultura ipocrita immette al logica del senso di colpa per cui se un terrorista fa crollare due grattacieli e uccide 2.000 persone l'occidente si chiede: "dove ho sbagliato?" Ma questa paura e' la fine della civilta' ed il trionfo della barbarie. Ci sono momenti nella storia in cui non si puo' dire
si deve scegliere e spesso si sceglie il male minore nella speranza che serva a riequilibrare un po’ le cose dentro quella tensione continua che si chiama storia. Non credere ma l’angoscia e l’inquietudine abbraccia anche i beceri militaristi come me.
Dire: io non odio israele... in questo momento e' un'ipocrisia…. E una forma d’indifferenza: potrò criticare Israele, accusarlo di crimini, di violazione di astratti diritti (come se difendersi non fosse un diritto) solo quando avrò offerto a quel paese un’alternativa reale al rischio di essere distrutto e cancellato. In questi 40 anni ne’ l’Europa, ne’ l’Onu, ne’ il mondo l’hanno fatto e israele oggi e’ lì solo perchè ha saputo difendersi da solo contro tutto e tutti.
L’indifferenza e’ piu’ sottile dell’odio… perche’ e’ l’astrazione dalla realta’; l’annegamento nel mare dei concetti… cio’ che porta ad equiparare il diritto di uno stato democratico a difendersi con l’odio ideologico di un integralismo violento.
I primi a desiderare di vivere in pace sono proprio gli israeliani (ebrei, ma anche mussulmani e cristiani). Ma la pace ha un prezzo da pagare… anche quella dentro cui noi europei galleggiamo da 50 anni (e che ci consente di criticare il mondo standosene comodamente sdraiati sulla nostra liberta’) l’ha avuto… ma noi ce ne siamo dimenticati.

luglio 21, 2006  
Blogger Alexis said...

Autore di uno splendido post, Martin Venator si attarda commendevolmente a spiegare cosa non funziona nelle formulette di rito del "pacifismo reale", rispondendo ai commenti di Emanuel ed altri - pacifisti dal volto umano - che si distinguono dalla violenza verbale e ideologica dei "picassisti" che scambiano Israele per il Terzo Reich, ma ricadono negli stessi errori.
Primo, non è in questione il diritto a critiche argomentate ad Israele, ma si accompagna al dovere di giustificare alcuni fatti di un'evidenza abbagliante.
Innanzi tutto l'intollerabile equivalenza morale stabilita tra l'assassinio premeditato di civili come prefigurazione di una proclamata volontà politica di annientamento totale da parte di Hezbollah, che è un esercito di partito che finora ha lanciato 1600 missili di fabbricazione iraniana, non una banda terroristica di qualche decina di elementi, con le perdite civili inintenzionali causate da una campagna militare volta a demolire Hezbollah e impedirne i rifornimenti, di qui la distruzione di strade etc., con tanto di volantini di avvertimento, e delle quali è comunque responsabile il governo libanese che in sei anni non ha fatto nulla per disarmare Hezbollah.
Peggio, la mobilitazione odierna si inquadra nella brutalmente asimmetrica -e guarda un pò- sproporzionata (ricerche empiriche facili da fare dimostrano il quasi monopolio delle manifestazioni antisioniste lungo i decenni) monomania di criminalizzazione che tradizionalmente colpisce Israele, fondata su ragioni ideologiche non legate in alcun modo alla "realtà effettuale (antiamericanismo, antimperialismo, antisionismo stalinista prima, terzomondista poi: un esilarante, purtroppo, articolo di Asharq al-Awssat, quotidiano arabo liberale, faceva notare come quel 90% di vittime arabe scannate da altri arabi, non da Israele, non suscitino nessuna indignazione tra gli arabi, e aggiungo io, tra i pacifisti reali, a cui interessa non la vittima ma l'identità del presunto carnefice:un simbolo di tutto ciò è Damour versus Shabra e Chatila, informatevi, e il Massacro di Hama in Sira, i criminali veri ci sono in MO ma non sono mai stati oggetto dell’ odio privilegiato della masnada pacifista). Naturalmente questo scempio ha da essere giustificato in qualche modo, quindi bisogna elaborare un'interpretazione degli eventi storici che lo consenta (cito: “dal punto di vista tecnico (perdonami se faccio il materialista ma all'università mi fan studiare 'sta roba, Scineze internazionali..blhe) Israele rappresenta l'opposto del Diritto internazionale, anzi credo vada al di là della cosiddetta (ed antichissima) prassi diplomatica. Non ti elenco i dettagli, bastano i giornali”, -chissà le risate che si farebbero Sfregola e i fratelli Gilli-), con l'aiuto di circostanze oggettive, favorevoli ad una certa propaganda , come la centralità strategica e quindi informativa del medioriente - con tutto il bias mediatico che sappiamo-, e la geometrica potenza persuasiva del petrolio in mano araba per minacciare i Paesi deboli -fino al grottesco, si veda il caso odioso del Ghana costretto a chiedere scusa per il povero giocatore Pencil, reo di aver sventolato la una bandiera con la stella di Davide ai mondiali- . L'unica eccezionalità per Israele è la criminalizzazione eccessiva rispetto ad altre situazioni, che ha precise radici storiche culturali e ideologiche , non un presunto privilegio di impunità che è una costruzione propagandistica araba, comunista e fascista ( l'università italiana è veramente ridotta male...caro Emanuel, per fare un esempio tra i tanti, l'India ,che io non deploro, occupa gran parte del Kashmir (100 mila morti) senza aver realizzato il plebiscito previsto nella vecchia risoluzione Onu risalente ai tempi della Partizione, e giustamente nessuno si sogna di romperle le scatole, nel passato chi ci ha provato si è scontrato con il veto Russo in Consiglio di Sicurezza. Di qui Israele e Usa come l’Alfa e l’Omega del male del mondo e quindi meritevoli di questo biasimo selettivo e permanente, o, per evitare il ridicolo , con una dose di maggior scaltrezza, esse si limiterebbero, come dice Emanuel, ad essere le maglie nere dell'occidente, - secondo questa visione infantile e post-storica di una sicurezza come elemento perenne e immutabile piovuto dal cielo che attanaglia molti cittadini europei che si rifiutano di avere nemici a tutti i costi - e quindi comunque meritevoli delle rampogne pacifiste oneste e obbiettive; e l'indifferenza per tutto il resto di peggio che succede nel mondo? pazienza perché evidentemente le vittime di un paese occidentale valgono di più.(il maggiore sterminio della storia recente in Ruanda non ha suscitato che indifferenza presso i cani pavloviani di moralità superiore sempre pronti a sbavare a comando contro Israele.
Quando l' uso furbesco della retorica moralistica fallisce, ci si appella ad un arnese atroce e crudele come il diritto internazionale consuetudinario secondo il quale se Assad stermina 30 mila suoi sudditi è a posto , mentre se Israele distrugge un porto libanese dove forse attraccano navi piene di missili invece è colpevole (sproporzione! sproporzione!)...e poi, scienziatello internazionale lettore di giornali,( absit iniuria verbis ) secondo cui a Israele sarebbero concessi comportamenti che nessuno osa tenere - tranne gli USA of course- ma c'è un altro paese nella medesima condizione? minacciato di esistenza ? La Francia in Costa d'Avorio difende solo interessi coloniali e in rapporto ha fatto di peggio (il giornale che leggi non ne ha parlato di questa vicenda?), cosa farebbe nei panni di Israele? Ma il legittimo cinismo da realpolitiker che vogliono coltivare buoni rapporti con gli arabi di Chirac e Putin - che parla di moderazione dopo aver spianato la Cecenia per tutelare un interesse comunque primario,- integrità territoriale e corridoi petroliferi -, ma non esistenziale, c'è qualcuno che lo prende sul serio? che crede che sia veramente il diritto internazionale a regolare i rapporti tra gli stati? È questo che ti insegnano all’Università? mio Dio...

PS: per Gollum. La responsabilità dei morti di San Lorenzo a Roma è degl alleati o di Mussolini che ha trascinato l'Italia in guerra contro di essi?

luglio 21, 2006  
Blogger Martin Venator said...

Gollum: se quel "qualcuno del tuo palazzo" dovesse sparare contro il mio, un missile alla settimana per 5 anni di seguito, continuando ad armarsi per cancellare il mio edificio dalla carta catastale della citta' e tu rimanessi li', per tutti questi 5 anni, alla finestra a goderti lo spettacolo senza cercare di darmi una mano a fermarlo... non lamentarti se alla fine vengo a bussare anche alla tua porta. Forse qualche complicita', tu e i tuoi non ignari vicini, ce l'avete.

Ciao Alexis... solo un consiglio: non dare mai del pacifista ad Emanuel.

luglio 21, 2006  
Blogger Alexis said...

Definire Israele la negazione del diritto internazionale è un affermazione ideologica e francamente insensata degna di forza nuova... gli devo dare del fascita?

luglio 21, 2006  
Blogger Alexis said...

Persone che millantano istruzione universitaria non dovrebbero supportare questo mito pericoloso dell'eccezionalità dei comportamenti di Israele che è fattualmente falsa perchè è la colonna portante della criminalizzazione non della critica : rispetto alla barbarie politica di cui è circondato ha quasi sempre dato prova di moderazione rispetto ad altri stati in condizioni assai migliori...per capire le relazioni internazionali bisogna conoscere la storia...

luglio 21, 2006  
Anonymous Anonimo said...

In uno scatto di morte si è fotografata la realtà, osservatela e capirete quel che le chiacchiere perse della politica offuscano. Due bambini arabi abitano in Israele, come tanti altri arabi, in pace. Vivono a Nazareth, città sacra ai cristiani, e giocano a palla, in una strada intitolata a Paolo VI. Muoiono, Mahmoud Abed Taluni ed il fratello Rabia, 7 e 3 anni, spappolati da un razzo lanciato da Hezbollah. Un razzo che ha colpito Israele, colpendo Nazareth, uccidendo bambini mussulmani. Quel razzo è stato lanciato contro la civiltà, ora il punto di lancio deve essere annientato.
Nemer Hammad, per anni rappresentante dell’Olp in Italia, oggi consigliere di Abu Mazen, ci dice che la causa palestinese viene strumentalizzata dai fondamentalisti islamici.
Fuad Sinora, capo del governo libanese, chiede aiuto al mondo per disarmare Hezbollah.
E da noi una politica imbelle cincischia sulla proporzionalità della reazione israeliana, si dice equivicina ai mercenari fanatici e ad una grande democrazia, giochicchia a far l’imitazione del decaduto cinismo francese, voltando le spalle a popoli che aspirano alla pace ed alla sicurezza, per mantenere aperto il dialogo con i mandanti della guerra, iraniani e siriani. Questo abbiamo sotto gli occhi.
Un tempo, in anni lontani, era possibile trovare bambini ebrei giocare per le strade di paesi mussulmani, mentre era difficile vederli in certi paesi cristiani. Non era la religione cristiana a chiedere la persecuzione degli ebrei, non è quella mussulmana a chiedere la guerra ad Israele, erano e sono ragioni politiche e di potenza, cui non si possono contrapporre i giochi di parole, ma si deve usare la forza perché a prevalere sia la convivenza pacifica e rispettosa.
La forza può essere anche diplomatica, non richiede necessariamente l’uso delle armi. Ma perché sia forte la diplomazia, perché non ci si condanni alle armi, occorre che le parole siano chiare e le promesse, come le minacce, non siano tradite.
Continuiamo a far finta di non sentire gli iraniani programmare la cancellazione d’Israele, e facciamo ancora finta di non vedere la loro corsa all’atomica, così ci ridurremo ad una guerra devastante. Ma questo non importa ad una politica che conta i voti per l’Afghanistan, con ciò stesso rassicurando i nemici della civiltà.
Ermanno di Salza

luglio 21, 2006  
Anonymous Anonimo said...

Sto con Israele. Sto con Israele non perché non abbia pena per i 250 morti libanesi e non sia sconvolto per la distruzione delle infrastrutture che, così precariamente, si stavano ricostruendo intorno a Beirut. Sto con Israele non perché non rispetti la dottrina della proporzionalità nell’uso della forza, originata dalla Convenzione dell’Aja del 1907, dall’articolo 49 dell’International Law Commission 1980 e dai Protocolli alla Convenzione di Ginevra 1977. Sto con Israele perché giudicare la proporzionalità non guardando alla posta storica in gioco, ma con criteri contabili ci farebbe dire che fu esagerato sganciare due bombe atomiche sul Giappone in mera rappresaglia per Pearl Harbor. La proporzionalità non è nel conteggio tragico dei 250 morti libanesi contro i 25 morti israeliani. Ogni lettore che, in buona fede, giudica eccessiva la reazione di Gerusalemme dopo il rapimento dei soldati da parte di Hamas e Hezbollah e la pioggia di missili al confine di Gaza e su Haifa, rifletta su come, a rapporti di forza invertiti, si muoverebbe lo sceicco Hassan Nasrallah. Distruggerebbe Israele in poche ore: «E’ guerra aperta contro Israele» ha confermato alla tv al-Jazeera. L’articolo 51 della Carta Onu legittima oggi Gerusalemme, e l’ha riconosciuto perfino il ministro D’Alema. Sto con Israele perché la ministro degli Esteri Tzipi Livni ha persuaso il premier Ehud Olmert a discutere con la missione inviata dal segretario Onu Annan e perché i quattro punti di Olmert per un immediato cessate il fuoco sarebbero realizzabili oggi:
1) Libertà per i soldati rapiti da Hezbollah;
2) Schieramento dell’esercito libanese nella zona cuscinetto;
3) Ritiro delle milizie Hezbollah;
4) Applicazione della risoluzione Onu 1559 per il loro disarmo.

Sto con Israele perché l’attacco parallelo di Hezbollah e Hamas non ha come obiettivo seminare qualche morto. Un kamikaze in pizzeria farebbe peggio. I fondamentalisti sciiti e di Gaza, mossi dalla Siria e dall’Iran assicura il presidente del Council on Foreign Relations Richard Haass, hanno nel mirino Egitto, Giordania e Arabia Saudita. Dei 13.000 missili di Hezbollah, 11.000 vengono dall’Iran, gli altri dalla Siria. Damasco e Teheran, alawiti laici e sciiti integralisti, sono alleati nel caos nichilista e al vertice della Lega Araba, al Cairo, delegati egiziani, giordani e dei paesi del Golfo hanno applaudito quando il diplomatico saudita ha esclamato: «No ad Hezbollah, vuole tornare al passato!». Il giornale del Baath siriano reagisce velenoso «Palestinesi e libanesi soffrono, è triste vedere voci arabe unite alla retorica americana».
La comunità internazionale è impotente, gli Usa senza strategia, Israele sola. Siria e Iran alla vigilia nucleare non vogliono proteggere palestinesi e libanesi. Vogliono accerchiare Israele. E’ Robert Fisk, osservatore filoarabo, a riconoscere che l’attacco era premeditato e infatti, per colpire la nave israeliana con un missile C-802 servono giorni di puntamento e un radar sofisticato, come quelli dell’esercito di Beirut. Quando si ribellarono i musulmani fondamentalisti siriani, nella città di Hama nel 1982, il presidente Assad lasciò 30.000 morti sotto le macerie. Questo è uso sproporzionato della forza. Un contingente Onu di interdizione non può essere dunque il punto di partenza, ma quello, auspicabile, di arrivo. Nel frattempo ci sono tante cose criticabili in Israele, e tante volte le abbiamo criticate. Si può invitare Gerusalemme alla saggezza, alla moderazione, ma oggi stare con Israele è anche il solo modo per avere davvero a cuore un futuro per libanesi e palestinesi dove non ci siano più solo dittatori trionfanti e plebi da inviare al fronte in feroci guerre di sterminio. Perché, malgrado l’Iraq, solo nella libertà c’è pace.
Fonte Il Corriere della Sera del 19.07.2006
Ermanno di Salza

luglio 21, 2006  
Blogger Lucius de Geer said...

Colpito e affondato...i miei studi non ci azzeccano(cmq qualcosa ne so, nonostante la riforma moratti:)))tuttavia prendo atto dell'arroganza con cui il militante filoisraeliano consideri la Comunità Internazionale vincolante solo per noi mezzeseghe di europei(amanti del vincolo, UE, Nato, ONU)e del tutto inesistente per chi deve far fronte al terrorismo bombardando la capitale di uno stato sovrano(diritto internazionale..ops).Chi mi risponde senza scadere nel romanticismo del grande Martin, potrà decidere se sono pacifista o fascio;)vale!

luglio 22, 2006  
Blogger Martin Venator said...

mi pare chiaro: sei un fascio pacifista!
;-)

luglio 22, 2006  
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luglio 25, 2006  
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