pausa
Non che non mi serva. Una vacanza di 15 giorni per ritemprare fisico e spirito. Ma potrò mai resistere tutto questo tempo senza sentire in lontananza i singhiozzi del mondo? Potrò placare la mia sete di conoscenza senza dilaniarmi delle Borse che crollano, della 'ndrangheta che passeggia per l'Europa, di Valentino Rossi che è tornato a correre con 60 milioni di euro in più, dei Russi che hanno ritirato fuori i bombardieri, di Prodi che sta con Hamas ma poi sta con Israele e poi sta con Abu Mazen e contro Hamas ma senza tifare troppo per Israele? Ma sopratutto potrò resistere senza sapere dal Corriere che Veltroni, dopo le Maldive, è andato a Sperlonga e ha partecipato ad un dibattito dal titolo "serve ancora l'Amore?".
Potrò mai resistere privandomi di tutto questo per 15 interminabili giorni?
Siiiiiiiii...............
Se internet mette in soffitta gli intellettuali
di Giampaolo Rossi
Non se ne sentirà molto la mancanza. La morte dell’intellettuale novecentesco potrebbe anche rappresentare un passo in avanti per liberare la cultura dalle incrostazioni del ’68. È una visione ardita, forse esagerata ma l’idea che internet metta in soffitta gli intellettuali e la loro pretesa di essere mediatori del sapere un po’ ci affascina. La rivoluzione tecnologica sta modificando gli stili di vita, le abitudini, le relazioni sociali e le dinamiche di mercato, ma soprattutto i codici espressivi e il modo stesso in cui abbiamo trasmesso per secoli sapere e conoscenza. I media digitali cambieranno nel tempo il valore e la funzione dei testi alfabetici a tal punto che «la scrittura stessa dovrà rinegoziare il suo status culturale (Bolter)». La crisi della parola scritta toccherà tutte le sfere della tradizionale trasmissione del sapere. Ne farà i conti la letteratura, ne sta già facendo i conti l’informazione e il giornalismo che si stanno radicalmente trasformando con l’emergere di spazi (la blogosfera, i siti alternativi, social networking) e figure (il citizen journalist) che mettono in discussione l’autorevolezza dei media tradizionali.All’interno di queste dinamiche cambierà anche il rapporto tra cultura e società e il modo attraverso cui la politica attingerà da entrambe. Le culture politiche del ’900 dovranno reinventarsi poiché internet non annulla la realtà, non la rende virtuale ma l’amplifica, aumentando il bisogno di interazione, confronto e circolazione di informazione e nuovi saperi. Siamo immersi in un universo informazionale come mai in passato era successo e in questo universo si generano nuovi linguaggi e nuove consapevolezze. Internet, la blogosfera, i nuovi spazi di comunicazione individuale e sociale sono una forma della nostra realtà relazionale da cui emergono nuove identità e anche nuovi conflitti. Sono quindi un luogo politico.Ma internet è anche lo spazio la cui forma è definita dalla Rete, come spazio di una «virtualità reale (Castells)». Mettere «in Rete» significa abbattere la dimensione piramidale e verticistica con cui la cultura di sinistra e gli intellettuali si sono rapportati alla realtà per tutto il ’900. Nell’architettura di Rete il rapporto tra cultura e società è orizzontale, parte dal basso e la trasmissione del sapere può liberarsi dall’abbraccio utopico e ideologico del mediatore professionale. Costruire la Rete significa, per la dimensione politica, leggere la complessa realtà che nasce dalle nuove forme di comunicazione e generare consenso su di essa.
Immagine: Francis Bacon, Studio per un autoritratto, 1982Etichette: qualche idea
Ciao Alessandro
01-08-2004, 01-08-2007
Tre anni fa volava via Alessandro Vicinanza detto il Macedone. In una notte calda di agosto, sotto una luna piena e vuota, mentre molti fratelli vegliavano il suo corpo devastato e accompagnavano la sua coscienza che a poco a poco si spegneva. Ha combattuto fino all'ultimo contro il male e ha vinto: perchè morire con onore è sempre una vittoria. Pochi giorni prima di lasciarci, mentre il male sfigurava il suo volto ci aveva detto: "mai aver paura della paura"; consapevolezza che il destino di un uomo si accompagna alla paura, fedele alleata del nostro senso del limite.
Ad Alessandro diamo in dono il nostro ricordo finchè il tempo ci concederà di farlo, per ripagare il privilegio di averlo avuto al nostro fianco. Che il Signore lo culli nella pace che non ha mai trovato in vita.
Noi continueremo ad alzare gli occhi al cielo per scorgere il volo dell'aquila e a tendere l'orecchio per ascoltare il suono del suo flauto.
Mak e Poldo ora sono i nostri scudi...